
Il giovane Maestro Valentin Egel è ben noto al pubblico fiumano come un talentuoso direttore d’orchestra che si approccia con serietà e grande energia a ogni composizione che porta sul palcoscenico del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. Giunto nel 2020 nel capoluogo quarnerino all’età di soli 26 anni, dal 2021 fino alla fine del 2024 ha ricoperto il ruolo di direttore musicale dell’Orchestra sinfonica fiumana mentre all’inizio di quest’anno, con l’insediamento della nuova sovrintendente Dubravka Vrgoč, ha assunto il ruolo di direttore dell’Opera del Teatro fiumano. Si tratta di un ruolo di grande responsabilità, ma anche di un’opportunità per portare a Fiume progetti musicali nuovi e per modellare la stagione sinfonica in base a un suo criterio personale.
Un grande onore e privilegio
“Ho preso in mano l’ensemble dell’Opera di Fiume su proposta della sovrintendente – ci ha spiegato Valentin Egel –. Si tratta di un grande onore e privilegio, come lo è stato anche il ruolo che ho ricoperto finora, quello di direttore musicale. Entrambi sono incarichi fantastici, anche se io mi sento in primo luogo un direttore d’orchestra. Storicamente, in questo teatro il ruolo di direttore dell’Opera era ricoperto anche da direttori d’orchestra e compositori, basti ricordare Boris Papandopulo, ma anche Lovro von Matačić. Ancora oggi nella nostra orchestra ci sono musicisti che facevano parte dell’organico quando a dirigerlo era Boris Papandopulo, il che è straordinario. Personalmente, ammiro molto la sua musica ed è davvero bellissimo ricoprire il ruolo che in passato era affidato a un personaggio di tale statura.
Essere direttore dell’Opera è ovviamente una grande sfida, ma anche un’opportunità. La mia decisione di accettare l’incarico è stata ben ponderata, in quanto questa funzione porta molta più responsabilità. Un direttore musicale gestisce soltanto il repertorio, mentre ora sono responsabile anche della vita quotidiana delle persone che devo gestire, per cui questo ruolo possiede anche un aspetto manageriale. Sono fortunato, però, di poter contare su un team eccellente che mi aiuta nel mio lavoro. In veste di direttore posso comunicare direttamente con la sovrintendente sulla direzione che l’Opera dovrebbe prendere”.
Qual è la direzione che l’Opera dovrebbe prendere?
“Siamo focalizzati innanzitutto sul pubblico, per cui desideriamo offrire un buon programma, il che sottintende una buona combinazione tra brani più impegnativi, quelli sconosciuti o che non sono stati eseguiti per molto tempo e pagine note e amate da un vasto pubblico. Il criterio principale è di proporre soltanto musica di altissima qualità. Di conseguenza, di recente abbiamo portato in scena ’Manon Lescaut’, uno dei capolavori di Puccini, mentre prossimamente verrà allestito il musical ‘West side story’ di Leonard Bernstein. I musical sono sempre accolti con entusiasmo dal nostro pubblico, per cui è un bene che vengano portati in scena, ma vorrei sottolineare che anche dal punto di vista musicale questa è un’opera straordinaria, un vero capolavoro, per cui sono molto felice di avere l’opportunità di presentarla al pubblico fiumano. Bernstein è stato un personaggio molto complesso e interessante e ci ha pure lasciato un tesoro, sia per quanto riguarda le sue registrazioni di musica classica, che per il suo lavoro di educatore – sono straordinari i suoi Concerti per i giovani (Young people’s concerts) – e di compositore. Egli compose delle incredibili sinfonie, il fenomenale musical ‘West side story’, ma anche l’operetta ‘Candide’, che è davvero bellissima. Il musical avrà la sua première a giugno”.
L’importante ruolo dei concerti educativi
Verranno ingaggiati ospiti per i vari ruoli, o sarà una produzione che coinvolgerà gli artisti «di casa»?
“All’allestimento prenderanno parte alcuni ospiti, in quanto abbiamo bisogno di professionisti nel campo del musical. Ovviamente, alcuni fanno parte dei nostri ensemble, ma abbiamo svolto anche una serie di audizioni a Fiume e a Zagabria, mettendo insieme un cast sul quale per il momento non mi posso sbilanciare.
Per quanto riguarda il programma musicale del Teatro, questo ovviamente non comprende soltanto opere e musical, ma anche concerti, che sono importantissimi. A maggio ospiteremo un fantastico pianista francese, Guillaume Bellom, che interpreterà il Concerto per pianoforte n. 2 di Brahms. La scorsa estate l’ho sentito a Ragusa/Dubrovnik e mi ha entusiasmato, per cui sono molto felice di poterlo ospitare nel nostro Teatro.
Nella prossima stagione cercherò pure di proporre opere interessanti, il consueto ciclo di concerti sinfonici, quelli educativi destinati ai giovani, ma anche concerti del Coro dell’Opera, che ritengo molto importanti. I concerti educativi offrono grandi possibilità di collaborazione tra i vari ensemble del Teatro ed è importante investire tempo e impegno in questo programma perché se i giovani non vengono a teatro e non hanno la possibilità di ascoltare un concerto sinfonico, non potranno mai diventare il nostro futuro pubblico. L’esperienza diretta del teatro, che è un mondo a parte, è essenziale. Il nostro compito è piantare il seme, che può germogliare molto presto, oppure molti anni dopo.
A maggio il Coro avrà un grande concerto con i solisti dell’Opera. Credo che sia importante proporre programmi del genere, in quanto contribuiscono a rendere più variegato il programma e a presentare la qualità musicale dei vari ensemble che operano nel Teatro. Se l’Orchestra si esibisce soltanto nella buca d’orchestra essa sarà comunque un’ottima orchestra, ma a piano a piano si perderebbe l’aspetto performativo della musica. Infatti, quando un’orchestra si trova sul palcoscenico, questo significa che è al centro dell’attenzione e che è la protagonista della serata. In un’opera, d’altro canto, l’orchestra è ovviamente molto importante, ma è soltanto una parte dell’insieme. Vorrei dare la possibilità anche al Coro di essere al centro dell’attenzione, soprattutto perché il Maestro Matteo Salvemini è molto attivo nel proporre programmi e nello sviluppare idee. Un altro segmento sono i complessi da camera attivi all’interno dell’Orchestra, che pure meritano di esibirsi. Dando l’opportunità a tutte queste sezioni dell’ensemble dell’Opera di esibirsi individualmente permettiamo loro di affinare ulteriormente la loro arte”.
Per quanto riguarda i solisti, ci sarebbe bisogno di includere nuovi cantanti nell’ensemble?
“La necessità di nuove voci esiste, nonostante disponiamo di solisti straordinari. Ritengo, però, che il pubblico debba avere l’opportunità di sentire anche artisti ospiti. In questo contesto un mio sogno è istituire nuovamente uno studio di canto lirico, che c’era quando sono arrivato a Fiume cinque anni fa ed era guidato da Giorgio Surian. Vorrei ripristinare questa valida iniziativa.
Credo che al momento sia indispensabile trovare un nuovo direttore d’orchestra. All’interno del Teatro vengono allestiti balletti, opere, concerti, ci sono le prove, per cui abbiamo sicuramente bisogno di un direttore d’orchestra in pianta stabile.
Nel contesto dell’orchestra, vorrei istituire un’iniziativa che in Germania esiste in ogni teatro e che si chiama ‘academie’. Non si tratta di un’accademia musicale, ma di un programma che permette ai giovani musicisti professionisti, o a studenti che stanno finendo gli studi, di venire in un’orchestra per sei mesi, un anno o due anni per suonare e acquisire un’esperienza pratica in questo contesto. Al fine di realizzare questa idea è necessario instaurare una collaborazione con numerose istituzioni, ma credo che gioverebbe molto ai giovani musicisti”.
Opere belle ma sconosciute
Quali opere vorrebbe portare in scena nelle prossime stagioni?
“Desidero allestire l’opera ‘Hänsel e Gretel’ di Engelbert Humperdinck, che è molto sottovalutata fuori dai confini della Germania, mentre invece è una partitura splendida del tardo romanticismo che dà vita a un mondo magico. Si tratta di un’opera adatta a tutta la famiglia ed è perfetta per essere eseguita nel periodo prenatalizio. Un’altra opera che metteremo in scena è ‘Giovanna d’Arco’ di Verdi, ma abbiamo pianificato anche altri progetti che per ora devono rimanere un segreto.
Per quanto riguarda il programma sinfonico, il mio obiettivo è continuare a proporre concerti in cui a una composizione sconosciuta o poco eseguita si accosta una ben nota e amata dal pubblico. Questa stagione si concluderà con un concerto di gala al quale suoneremo un altro brano di Josip Mandić – qualche mese fa lo avevamo già eseguito a un concerto sinfonico –, un compositore praticamente sconosciuto che però merita più attenzione. Credo che sia importante promuovere il patrimonio musicale croato. Ci sono molti eccellenti compositori croati poco noti al pubblico.
A proposito, all’edizione di quest’anno delle Notti estive fiumane proporremo una composizione di Ivan de Zajc, ma anche in questo caso non devo ancora sbilanciarmi sui particolari. In questo contesto proporremo anche un weekend dedicato a Verdi”.
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