Uno spettacolo che parla il linguaggio dei bambini

Al Teatro dei burattini di Fiume è andata in scena l’ormai classica pièce «Oh la la»

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Uno spettacolo che parla il linguaggio dei bambini
Protagonista della pièce è l’attrice Petra Šarac. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Pubblico numeroso per la rappresentazione di “Oh La La”, ormai un classico del variegato repertorio del Teatro dei burattini di Fiume. Si tratta della prima rappresentazione della nuova stagione teatrale, in un periodo autunnale ricco di eventi che già il 20 settembre ospiterà per la prima volta uno dei tre pezzi mai eseguiti prima: lo spettacolo “Vrlo zapetljan čvor” (Un nodo molto intricato).
Un’opera pensata per i più piccoli (dai tre anni in su), sensibile e delicata, che permette a tutti di goderne a modo proprio e interpretare liberamente il suo fluire. Pezzo eseguito magistralmente dalla talentuosa Petra Šarac, capace di recitare in croato, inserendo anche parole in sloveno e francese, tutto perfettamente sincronizzato con i movimenti dei burattini e la musica rimbombante durante le scene. I bambini presenti sono apparsi divertiti. In 30 minuti di durata, lo spettacolo è riuscito a parlare il linguaggio dei bambini, che spesso richiede più un elemento sensazionale capace di sorprendere con l’inaspettato, piuttosto che raccontare qualcosa che possa essere compreso dagli adulti. Una cosa è certa: non sapremo mai cosa si sono detti l’attrice Petra sul palco e i bambini tra il pubblico. Ma sicuramente, ognuno di questi piccoli ha portato a casa un insegnamento, appreso in qualche momento dello spettacolo. E va bene così! Chi incolpare se non siamo in grado di capire e se non abbiamo più la capacità di vedere il mondo con occhi giocosi? La bellezza è stata comprendere che tutti i bambini, indipendentemente dal loro background o identità, sono uguali, e ciò che li unisce è il gioco, il centro della loro vita, libero da regole rigide e da elementi triviali come le differenze culturali, le tradizioni e le lingue parlate. Anzi, spesso inventano un proprio linguaggio che li accomuna; un esempio è la loro conta fino a dieci: “na-do-baba-nini-pi-pipi-zozo-ama-kako-da”.

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