Un’ancora di salvezza nell’epoca della pandemia

È uscito il numero 218 della rivista trimestrale di cultura dell’Edit, che segna la chiusura dell’anno 2020

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Un’ancora di salvezza nell’epoca della pandemia

L’edizione ottobre/dicembre 2020 della rivista trimestrale “La battana”, appena pubblicata dell’Ente giornalistico-editoriale EDIT, segna la chiusura dell’anno caratterizzato dal virus Covid-19 che ha cambiato in un modo o nell’altro la vita quotidiana di ciascuno di noi. La rivista vuole offrire al lettore la possibilità di immergersi nell’universo della cultura passata in Rete. Come è stato scritto nella Premessa dalla caporedattrice Corinna Gerbaz Giuliano, ciò riguarda la saggistica, i versi e le recensioni che vengono presentate.

 

 

La sezione Saggi si apre con il contributo dal titolo “L’importanza di Eros Sequi per la letteratura istroquarnerina” di Corinna Gerbaz Giuliano e Marijeta Tićak. Le autrici fanno il punto su Sequi, un personaggio storico del panorama culturale istroquarnerino, intellettuale, uomo politico, professore universitario, scrittore, traduttore e instancabile divulgatore culturale. Ricordano le autrici il fatto che l’universo della CNI è un mosaico ricchissimo composto da numerosi e preziosi tasselli. Uno dei tasselli è Eros Sequi. Instancabile divulgatore culturale, Sequi opera nell’immediato secondo dopoguerra, contraddistinto da grandi cambiamenti storici e politici, dallo svuotamento delle città quarnerine, dalmate e istriane della componente italiana.

 

Un altro tassello prezioso del mosaico letterario della CNI è Umberto Matteoni. Gli autori del saggio “Nei Sentieri dell’anima di Umberto Matteoni”, Gianna Mazzieri Sanković e Leo Nenadich ripercorrono la poetica dell’autore istriano e sottolineano che “tra i nomi di quella che viene citata come seconda generazione, ovvero la generazione nata tra le due guerre o durante la Seconda guerra mondiale, e che a conclusione del conflitto viveva la liberazione dal nazismo come liberazione dal mostro che le ha tolto la fanciullezza spensierata riempendola di silenzi inconsueti, facendo zittire gli uccelli e alterando il corso naturale, c’è Umberto Matteoni. Un nome poco ripreso dai lettori, meno noto al pubblico e dal percorso inconsueto, un poeta che merita esplorare”.

 

In chiusura di sezione, leggiamo il terzo contributo dal titolo “A cento anni dalla nascita: l’inesauribile attualità della produzione letteraria e saggistica di Gianni Rodari”, scritto da Elis Deghenghi Olujić in occasione dei due significativi anniversari che ricorrevano nel 2020 ovvero il centenario della nascita di Rodari (è nato a Omegna, nel varesotto, il 23 ottobre del 1920) e il quarantennale della morte (è scomparso a Roma il 14 aprile del 1980). L’autrice sottolinea che uno tra i maggiori meriti di Gianni Rodari è stato quello di rendere la letteratura per l’infanzia non più relegata in quella sorta di limbo che per lungo tempo l’ha fatta considerare un sottogenere minore. Bisogna restituirla invece nella sua molteplice e complessa bellezza, ad un itinerario pedagogico e storico-letterario considerandola un’occasione di crescita.

 

Solo recentemente si è infatti avviato e sviluppato un suo “recupero colto”, favorito dalla proposta strutturalistica, nonché dalle opportunità offerte dalla psicoanalisi e dalla ricerca condotta nell’ambito della pedagogia e della psicologia.

 

La sezione “L’Angolo della poesia” presenta la giovane autrice italiana Maria Mastroianni. A introdurre la sua poetica è Martina Sanković Ivančić con il contributo dal titolo “Navigare tra le parole e tradurre i minuti in versi: breve introduzione alla poesia di Maria Mastroianni”, mentre l’autrice si presenta con una selezione di poesie tratte dalla raccolta inedita dal titolo: “Istagramma, Scritto di i(n)stanti”. L’autrice, di origine arpinate, riesce a cogliere la musicalità e la letterarietà delle circostanze quotidiane, trasformandole in poesia. Nelle sue strofe spiccano l’amore per la bellezza, per il dettaglio che spesso passa inosservato, nonché la riflessione analitica spinta oltre i selciati ordinari.

 

In seguito, nella sezione delle Recensioni, Iva Peršić indaga sul volume dal titolo “Il dialetto fiumano. Parole e realtà”, a cura di Irene Mestrovich, Martina Sanković Ivančić, Gianna Mazzieri-Sanković e Corinna Gerbaz Giuliano, edito dal Consiglio della minoranza nazionale italiana di Fiume-Vijeće talijanske nacionalne manjine za Grad Rijeku – e dall’Università degli Studi di Fiume, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Italianistica – Sveučilište u Rijeci, Filozofski fakultet, Odsjek za Talijanistiku, Fiume-Rijeka, 2020. La seconda recensione è invece di Enzo Santese e offre una chiave di lettura del libro dell’intellettuale napoletano Giacomo Garzya, “Delos. Poesie” (2015-2019), San Benedetto, 2020 Jupiter.

 

In chiusura di fascicolo viene proposto il contributo di Walter Chieregin sull’ultima fatica letteraria di Nelida Milani, una delle voci più rappresentative dei rimasti, “Di sole, di vento, di mare”, Vicenza, Ronzani, 2019.

 

La rivista riporta in copertina e al suo interno alcune immagini di costumi di Manuela Paladin Šabanović, costumista dell’opera e del balletto al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. Ha creato finora abiti per più di ottanta spettacoli sia in Croazia che all’estero. Collabora con registi e coreografi famosi tra i quali Paolo Magelli, Vito Taufer, Leo Mujić, Dora Ruždjak Podolski e altri. Nel 2017 ha vinto il Premio del Teatro croato per il miglior costume per il balletto “Glembajevi” al TNC di Zagabria.

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