Una vita spesa a diffondere l’amore per la musica

Chiacchierata con la prof.ssa Aleksandra Matić, insignita della Targa d'oro «Stemma della Città di Fiume» per il suo grande contributo alla pedagogia musicale e alla promozione dell'arte

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Una vita spesa a diffondere l’amore per la musica
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il percorso scolastico è senza dubbio una delle fasi più importanti e determinanti nella vita di una persona, a prescindere se si tratti di un’esperienza positiva o negativa nel suo insieme. Come questa sarà vissuta dallo scolaro dipende in gran parte dagli insegnanti e dal loro approccio alla loro professione e al rapporto con i loro allievi. Tra gli insegnanti, come in tutte le professioni, ci sono quelli che svolgono il loro lavoro correttamente, altri un po’ meno, e poi ci sono coloro che vedono l’insegnamento come una vocazione e vi si dedicano anima e cuore ispirando i loro allievi e rendendo ogni lezione un evento speciale. In quest’ultima categoria rientra la prof.ssa Aleksandra Matić, pedagogo musicale e direttrice di coro, che per il suo grande contributo alla pedagogia musicale e alla promozione dell’arte è stata di recente insignita della Targa d’oro “Stemma della Città di Fiume”. Un riconoscimento più che meritato per una persona che ha saputo diffondere tra i suoi allievi nelle diverse scuole nelle quali ha insegnato, e in seguito anche nella sua scuola privata (oggi associazione musicale “Aleksandra Jug-Matić”), l’amore per la musica. Oltre che nell’insegnamento di materie musicali, la prof.ssa Matić ha lasciato una traccia indelebile anche nel campo della direzione di cori, avendo nel corso della sua carriera guidato cori di voci bianche, femminili, misti e amatoriali con grande successo, vincendo premi e riconoscimenti e prendendo in seguito parte a commissioni giudicatrici a concorsi di cori in tutta la Croazia.

Alla ricerca di soluzioni migliori
“Ho ricevuto questo premio per il mio lavoro pedagogico, creativo, il lavoro con i giovani, con i bambini e con gli adulti, con gli studenti… Effettivamente, per tutta la vita ho fatto un lavoro creativo – ci ha riferito la prof. Matić nel corso di una piacevole chiacchierata -. Il mio primo impiego al ritorno a Fiume – infatti, già durante gli studi all’Accademia di Musica di Zagabria avevo lavorato presso la Scuola di Musica di Karlovac e in seguito per tre anni presso la Scuola di musica ‘Pavao Markovac’ a Zagabria – è stato come insegnante di educazione musicale nella Scuola elementare ‘Nikola Tesla’, dove all’epoca avevo la possibilità di fare e ottenere tutto ciò che volevo. È proprio in quell’ambiente che il mio potenziale creativo raggiunse la sua piena espressione. I bambini suonavano l’armonica a bocca, il flauto dolce, la chitarra, la melodica e tanti altri strumenti, cantavano nel coro da camera e in quello grande a tre voci, che all’epoca contava addirittura 90 bambini. Potevo tenere le prove negli orari che volevo, anche il venerdì sera, dopo le quali veniva organizzato un ballo. Era davvero un periodo molto appagante per me. Nell’insegnamento ho sempre consultato diversi manuali, in questo caso quelli legati all’insegnamento del solfeggio e dell’armonia, per trovare infine il metodo più idoneo che mi permettesse di trasmettere le nozioni di queste materie ai bambini e ai giovani nel modo più comprensibile e accessibile. Alla ‘Pavao Markovac’ avevo iniziato a lavorare in base al metodo di solfeggio del prof. Kazić, che mi piacque molto, ma non venne successivamente applicato nell’insegnamento di questa materia. Mi interessava sempre trovare un nuovo approccio, fare le cose in maniera diversa nell’intento di avvicinare la materia ai miei allievi e fare loro amare la musica”.

L’insegnamento come missione
“Per quanto riguarda il lavoro alla ‘Nikola Tesla’ – ha proseguito -, vorrei ribadire che all’Accademia non si imparava in che modo lavorare in una scuola elementare che non sia specificamente una scuola di musica. Prima di venire assunta in questa scuola, per un breve periodo ho lavorato come insegnante di pianoforte, solfeggio e anche un po’ di fisarmonica (avevo imparato a suonare anche questo strumento nel frattempo) ai vari corsi musicali che operavano a Fiume all’epoca. La mia buona amica Željka Čavrak, la migliore insegnante di musica a Fiume a quei tempi, che lavorava nella Scuola elementare ‘Vežica’, mi permise di assistere alle sue lezioni di musica. Era molto creativa e ciò mi aiutò molto quando iniziai a lavorare alla ‘Nikola Tesla’.
La notizia di aver ottenuto la targa d’oro ‘Stemma della Città di Fiume’, comunicatami da Igor Vlajnić (il quale aveva inviato la proposta alla Città di Fiume) mi ha scossa positivamente. Si tratta di un fatto che mi ha riempito l’anima perché è una conferma che tutto ciò che ho fatto nella mia professione l’ho fatto bene, anche se non ne ero consapevole. Ho sempre lavorato con tanto amore, spesso rimanendo sveglia la notte pensando in che modo trasmettere un concetto o una nozione ai miei allievi in modo più semplice e accessibile”.

Le reazioni dei vostri ex allievi alla notizia del riconoscimento sono state sicuramente appaganti?
“I messaggi che ho ricevuto sono per me una conferma ancora più importante che ho fatto bene il mio lavoro. Le parole dei miei ex allievi della ‘Nikola Tesla’, della Scuola di Musica di Fiume e di altri ambienti in cui ho insegnato sono ancora nel mio cuore e vogliono dire davvero molto per me”.

Per diversi anni ha lavorato alla Scuola di Musica “Ivan Matetić Ronjgov” di Fiume. Com’è stata quest’esperienza?
“Lavorare in questa scuola è stato molto bello, anche se molto impegnativo perché all’epoca avevo un figlio piccolo. Insegnavo diverse materie e guidavo il coro della scuola elementare e della media superiore. Il coro che dirigevo ottenevano regolarmente dei premi ai vari concorsi, per cui mi sentivo sempre sotto pressione perché tutti si aspettavano nuovi ottimi risultati. Con il tempo, tale situazione cominciò a pesarmi, ma c’era un’altra cosa che avevo sempre voluto fare: fondare una mia scuola di musica. Questo progetto si avverò nel 1995. All’inizio mi aiutarono molto i miei colleghi della Scuola di Musica, che vennero a lavorare nella mia scuola. Fu soprattutto la prof.ssa Maša Legac ad appoggiare la mia idea e ad aiutarmi a realizzarla. All’inizio dell’‘avventura’ con la mia scuola la prof.ssa Legac insegnava solfeggio, mentre gli altri colleghi insegnavano i vari strumenti. Con il tempo iniziai ad assumere i miei ex allievi e gli studenti della sezione di Fiume dell’Accademia di Musica di Zagabria”.

Il suo lavoro nel campo della pedagogia musicale è stato importantissimo per generazioni di allievi, ma il segmento più “visibile” è il suo lavoro con i cori…
“Il lavoro con i cori mi è sempre piaciuto, già durante gli studi all’Accademia. Il mio professore, Adalbert Marković, dirigeva all’epoca un coro parrocchiale. Ero al terzo anno quando un giorno il professore, che doveva andare in viaggio, mi propose di sostituirlo alle prove con il coro. Ricordo che mi piacque tantissimo dirigere, al che mi propose di prendere in mano il coro della chiesa ortodossa, con il quale lavorai per un certo tempo. In seguito, mi si presentò l’occasione di andare a insegnare solfeggio alla Scuola di Musica di Karlovac. Vi lavorai per due anni, dopodiché venni assunta alla ‘Pavao Markovac’ di Zagabria, dove lavorai con l’ottimo coro diretto in precedenza da Dinko Fio, il che fu un grande stimolo per me. Diressi anche il coro nella ‘Nikola Tesla’ e successivamente nella Scuola di Musica fiumana, dove lavorai sia con il coro dell’elementare che con quello della media superiore. Anche nella mia scuola fondai un coro di voci bianche, che chiamai ‘Tratinčice’. Nel 1997 fui invitata dal defunto Edi Krbavac, allora presidente del Coro misto ‘Jeka Primorja’, a dirigere quest’importante compagine. Avevo tantissimi impegni, ma infine decisi di accettare anche questo compito perché mi mancava il lavoro con i cori. Nel momento in cui iniziai a lavorare con lo ‘Jeka’, vennero a cantare anche i miei ex allievi e di conseguenza anche altri giovani, la qual cosa portò il numero dei membri dello ‘Jeka Primorja’ a una cinquantina. Con questo coro ottenni dei bellissimi risultati. Un segmento che mi piaceva tantissimo nel lavoro con il coro nella Scuola di Musica e con lo ‘Jeka’ erano le prime esecuzioni di brani nuovi e mai eseguiti prima perché si presentavano come una sfida”.

Qual è la sua opinione sulla scena corale attuale a Fiume?
“La scena corale è in ottimo stato. Purtroppo, la pandemia ha fatto molti danni, ma tutto si sta riprendendo rapidamente. Sono attiva su Facebook e seguo il lavoro di tanti cori, molti guidati dai miei ex allievi, e tramite questa rete sociale sono in contatto con i maestri di cori in tutta la Croazia e a Fiume e seguo tutto ciò che fanno. Dopo l’apertura, tantissimi cori hanno ripreso a lavorare con successo e a esibirsi ed è una gioia vedere che la loro qualità sta crescendo sempre di più. Ogni volta che posso, seguo i concerti di questi cori e sono felice per la ricca attività che portano avanti”.

Tra i numerosi compositori i cui brani avete eseguito con i vari cori c’è qualcuno la cui musica preferite?
“Tra i miei preferiti c’è Adalbert Marković, ma anche la musica di Ivan Matetić Ronjgov mi ha sempre emozionata molto. Pure Emil Cossetto scrisse dei meravigliosi brani per cori. Sono tanti i compositori la cui musica corale ho eseguito con piacere. Ogni volta che preparavo un brano con il coro la prima cosa che facevo era leggere e ‘sentire’ il testo e in seguito suonare la melodia. Per me un brano è ben fatto quando la musica segue il testo. Già da piccola ero affezionata alla parola scritta, scrivevo poesie e racconti, per cui per me era sempre molto importante questo segmento di un brano corale”.

Quali qualità deve avere un bravo maestro di coro?
“Un bravo maestro di coro deve saper trasmettere alla compagine il suo sapere, le sue emozioni e ottenere l’amore e la soddisfazione reciproca nel lavoro, raggiungere quell’istante magico in cui il maestro e il coro sono un tutt’uno”.

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