Una storia fatta di perdite e rinascite

Il progetto espositivo curato da Kotaro Iizawa offre una visione della capitale nipponica degli anni Trenta del XX secolo giustapposta a quella dell'ultimo decennio

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Una storia fatta di perdite e rinascite
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Tra tutte le forme d’arte visiva, è la fotografia quella che, per eccellenza, è in grado di documentare fedelmente la realtà. Una caratteristica riconosciuta già dai primi appassionati di “scrittura per mezzo della luce”, che così hanno lasciato ai posteri delle inconfondibili tracce di un passato altrimenti inafferrabile. Il confronto tra un “prima” e un “dopo” di una metropoli mondiale è al centro del nuovo allestimento inaugurato alla Galleria Kortil di Fiume. La mostra itinerante, che comprende circa ottanta fotografie, proiezioni video, poster e altri tipi di immagini, offre una visione della capitale nipponica degli anni ‘30 del secolo scorso giustapposta a quella dell’ultimo decennio. Il progetto, organizzato dalla Japan Foundation e curato da Kotaro Iizawa, comprende opere di una quindicina di fotografi e artisti giapponesi.

Il fascino della metropoli nipponica
Parlando di una capitale con una popolazione di 13 milioni di abitanti – una cifra che in questo caso supera i 30 milioni in riferimento all’area metropolitana della città – appare chiaro che individuarvi dei tratti distintivi risulta piuttosto complicato, se non addirittura impossibile. Infatti, secondo quanto spiegato dal curatore Kotaro Iizawa in apertura del catalogo dell’esposizione, rispondere alla domanda “Che tipo di città è Tokyo?” risulterebbe indubbiamente difficile. Le trasformazioni storiche che si susseguirono nella capitale nipponica nel corso dei secoli, a cui si aggiungono le calamità naturali e le conseguenze che ne derivano, hanno creato una realtà dinamica, in perenne movimento. Le innumerevoli sfaccettature di Tokyo trovano spazio nelle fotografie e nelle immagini di artisti giapponesi professionisti e amatoriali, rivelando il fascino della metropoli giapponese, tanto indecifrabile quanto stratificata, riflessa dai volti dei soggetti fotografati, come anche dalle atmosfere delle vedute urbane e naturali della città. Si tratta di lavori che esprimono “i cambiamenti della città, le sue perenni trasformazioni, stimolando l’osservatore ad ammirare quella di Tokyo come un’identità molteplice e variegata”, come riferito dalla direttrice della Galleria Kortil, Jolanda Todorović.

Rapporti pluriennali
Gli autori che espongono alla mostra sono Yasuzo Nojima, Masao Horino, Ihei Kimura, Yotsuo Kono, Hyoue Sakuma, Koujiro Iida, Hajime Okano, Kineo Kuwabara, Nobuyoshi Araki, Mika Ninagawa, Motoyuki Daifu, Shintaro Sato, Shinya Arimoto, Natsumi Hayashi, Kenta Cobayashi e Daido Moriyama. Il progetto è stato organizzato dalla Japan Foundation – che dal 1972 sostiene la co-operazione internazionale per mezzo di scambi culturali, con un particolare focus sulla promozione della produzione artistica giapponese all’estero – in collaborazione con la Casa croata di Cultura (HKD) di Sušak, l’Ambasciata del Giappone in Croazia e la Città di Fiume. È da diversi anni che il capoluogo quarnerino mantiene un felice rapporto con il Paese del Sol levante. Come ricordato dal direttore dell’HKD, Edvin Liverić Bassani, alcuni artisti giapponesi sono stati coinvolti nel programma di Fiume Capitale europea della Cultura a febbraio del 2020. “Dall’altro lato – ha puntualizzato – non bisogna dimenticare il rapporto di amicizia tra le città di Fiume e Kawasaki, che è stato avviato nel 2017 e che indubbiamente proseguirà per molto tempo ancora”.

Un argomento attuale
“Quella del ‘prima’ e del ‘dopo’ è sicuramente una tematica che ci interessa, specialmente in riferimento ai tempi che stiamo vivendo”, ha riferito il capodipartimento alla Cultura della Città di Fiume, Ivan Šarar, aggiungendo che “mentre attendiamo la ripresa dopo la pandemia e la fine dello scontro bellico, questa mostra ci ricorda che anche dopo le disgrazie la vita continua”. All’evento d’inaugurazione ha preso parte anche l’Ambasciatore giapponese Iso Masato, il quale si è soffermato sul susseguirsi di periodi difficili e di fasi di recupero nella storia di Tokyo.
“Come suggerito dal titolo, Tokyo ha vissuto cambiamenti violenti nel passato. In realtà – ha affermato Iso Masato, riferendosi al grande terremoto del Kantō del 1923 e ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale –, la città è stata distrutta per due volte nell’arco degli ultimi cent’anni. È impressionante la differenza che traspare dal confronto tra le immagini di Tokyo degli anni ‘30 del secolo scorso e quelle degli ultimi dieci anni, ma è possibile riconoscere anche una sorta di continuità nell’evoluzione della città. I visitatori potranno forse individuare anche la chiave di lettura delle varie sfaccettature, se tengono presente che pure nella prima metà del Novecento la metropoli era veramente una città del ‘dopo’, con una storia fatta di perdite e rinascite”. La mostra itinerante “Tokyo prima/dopo” si può visitare fino a sabato 9 luglio.

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