Una storia fantasy immersa in un contesto urbano

Il romanzo noir di Gabriella Pison, presentato nel Salotto del libro di Capodistria, unisce elementi della tradizione con miti e leggende

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Una storia fantasy immersa in un contesto urbano
Gabriella Pison e Nadia Pastoricich. Foto: MARIELLA MEHLE

S’intitola “La casa matrioska” il romanzo noir di Gabriella Pison, presentato presso il Salotto del libro di Capodistria davanti ad un nutrito pubblico. Accolta da Nicoletta Casagrande, la responsabile di Info Libro, il reparto italiano della Biblioteca “Srečko Vilhar”, l’autrice si è fatta conoscere attraverso un piacevole dialogo guidato dalla giornalista Nadia Pastoricich. Pison pratica la professione di medico a Trieste, membro del Club alpino abbraccia volentieri la natura nella sua semplicità, ma ama anche la parola scritta attraverso poesie e racconti, passioni che l’hanno fatta incontrare nell’Associazione culturale “POEM” di Capodistria di cui fa parte. Dopo la partecipazione nel 2011 con il racconto “L’osmosi degli impossibili” a un concorso letterario a Catania, si è calata nel ruolo di scrittrice e oggi ha all’attivo diversi romanzi pubblicati dal 2013 fino al più recente “Quando salgono le ombre” uscito nel 2020. “La casa matrioska” è ambientato nella capitale slovena e narra le vicende di Irena, una giovane donna serba, costretta a migrare a causa della crisi economica del suo Paese natio, a Lubiana, città ricca di storia, vivace e piena di attrazioni dove inizia una serie di avventure particolari che affronta assieme ad amici che l’aiutano a sbrogliare la matassa. L’autrice ha rivelato di essere affascinata dalla città per la sua architettura liberty e il suo carattere multietnico che l’hanno ispirata fornendole tanti stimoli, come pure dati storici rilevati in antichi trattati di Janez Vajkard Valvasor assieme al territorio circostante e i suoi fenomeni carsici. La trama unisce elementi della tradizione con miti e leggende toccando il genere letterario fantasy. “In effetti l’urban fantasy è una letteratura legata al mito, all’esaltazione del romanticismo, al recupero del Medio Evo, alla magia al surreale, alla stregoneria e si avvale anche di tratti del romanzo gotico”, ha spiegato la scrittrice aggiungendo che la medicina, una scienza con rigore e regole, è la sua fede laica, la sua vita ma riesce anche ad abbandonarsi ed entrare in dimensioni fantastiche che comunque devono seguire le regole della logica e dove tutto deve combaciare. “Ho pensato di contestualizzare una storia fantasy inserendola in un contesto urbano da tutti conosciuto, recuperando miti, tradizioni e usanze del luogo dove viene narrata la storia. Cerco di offrire ristoro ed evasione in modo positivo, poiché vediamo che possono esistere delle realtà parallele alle nostre e dove il finale deve essere a lieto fine”. In conclusione il messaggio emerso dal Salotto del libro è l’importanza di saper cogliere il bello che ci circonda e perseguire il bene, pensieri semplici spesso accantonati.

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