
“Prospettive ecolinguistiche e sociolinguistiche del dialetto fiumano”. Questo il titolo della tesi di dottorato della studiosa Kristina Blagoni, responsabile del settore Cultura del nostro quotidiano, presentata ieri alla Comunità degli Italiani di Fiume nell’ambito della Settimana della cultura fiumana. Il documento della bellezza di 344 pagine parte dall’analisi di 247 interviste realizzate tramite dei questionari ideati per raccogliere dati sull’uso della lingua nelle famiglie di oggi.
L’obiettivo, molto ambizioso, è infatti quello di capire il futuro del dialetto e cercare di ideare dei meccanismi per la sua salvaguardia e magari una nuova diffusione. Le analisi svolte dalla dottoressa Blagoni evidenziano infatti come vi sia una progressiva diminuzione dei parlanti a livello generale, ma anche della trasmissione della lingua e in particolare una quasi totale assenza, fra i nati dopo il 1984, di famiglie monolingue in cui si parla il fiumano.
Kristina Blagoni ha spiegato di aver voluto scrivere questa tesi, dedicata al dialetto, anche perché molto spesso si tende a svalutarlo, a non prenderlo in considerazione altrettanto seriamente come una lingua ufficiale, mentre invece nel corso delle ricerche emerge come il fiumano non sia soltanto ad uso familiare, ma come si usi ancora nei rapporti con i vicini e in tanti altri contesti quotidiani.
Torneremo più nel dettaglio su questa tesi, dandole il giusto spazio, sulle pagine de “La Voce” di domani, ma evidenziamo sin da subito come questo testo oltre a essere un eccellente spaccato della situazione attuale, voglia essere anche una raccolta di proposte per il futuro. A tutti gli intervistati è stato infatti chiesto di proporre delle soluzioni per la salvaguardia del dialetto e le risposte sono estremamente interessanti.
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