Una ricerca intensa e costante di percorsi artistici inesplorati

La klapa Luka di Fiume celebra quest’anno il quarantesimo anniversario, che verrà celebrato con un grande concerto il 13 giugno prossimo. A parlarne è Mirjana Crnić Novosel, membro della compagine dal 2013

0
Una ricerca intensa e costante  di percorsi artistici inesplorati
La klapa Luka in versione rock Foto gentilmente concessa dalla klapa Luka

FIUME

La klapa Luka di Fiume celebra quest’anno quarant’anni di ininterrotta attività, un traguardo di tutto rispetto che verrà celebrato con un grande concerto in piazza della Risoluzione fiumana il 13 giugno prossimo. L’apprezzata compagine femminile ha uno status particolare nel mondo delle klape, in quanto è stata la prima klapa femminile a formarsi nell’area istro-quarnerina (in Dalmazia, terra d’origine di questa particolare forma di canto tradizionale a più voci, negli anni Ottanta c’erano già alcune klape femminili, anche se tradizionalmente le klape erano esclusivamente compagini maschili), dopodiché si impose con la sua qualità in primo luogo al Festival delle klape dalmate ad Almissa (Omiš) e successivamente in altri concorsi, manifestazioni e concerti.

A raccontarci la storia e l’evolversi dell’attività della klapa Luka è stata Mirjana Crnić Novosel, membro della compagine dal 2013, studiosa di dialettologia presso l’Istituto per la lingua croata (Institut za hrvatski jezik), che assieme all’ex presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Melita Sciucca, aveva sottoposto al Ministero della Cultura e dei Media la proposta di inserimento del dialetto fiumano nel Registro del patrimonio culturale immateriale del succitato dicastero.

I primi successi alle rassegne canore
Ma torniamo alla klapa Luka. Mirjana Crnić Novosel ha esordito spiegando che fin dal 1985, anno di fondazione della compagine, soltanto una persona è ancora attiva nella klapa: Vesna Juretić. “La klapa conta oggi otto persone: Sanja Žan (primo soprano), Sandra Valenčić (secondo soprano), Vedrana Veljačić Linić (secondo soprano), Vesna Juretić (primo contralto), Mirjana Crnić Novosel (primo contralto), Marinka Bogičević (secondo contralto), Sandra Damijanić (secondo contralto) e Jagoda Lesica (secondo contralto). Vesna lavorava all’epoca nell’azienda Luka Rijeka, dove venne fondata la Società artistico-culturale ‘Lučki radnik’ nell’ambito della quale erano attivi due gruppi vocali, uno femminile e l’altro maschile, che in seguito diventò gruppo vocale Luka e successivamente klapa femminile Luka. La neofondata klapa femminile iniziò così a prendere parte alle varie rassegne canore in Istria e nel Quarnero come ‘Naš kanat je lip’ a Parenzo, la rassegna delle klape a Segna e, negli anni Novanta, l’Incontro delle klape dell’Istria e del Quarnero ‘Pivajući sva smo blaga stekli’ a Pinguente, dove la compagine comincia a conquistare i primi premi. All’inizio, a istruire la klapa era Vinko Badjuk, ma dopo alcuni anni gli subentra Ivan Nino Načinović. È a quell’epoca, nella prima metà degli anni Novanta, che la klapa Luka inizia a conseguire successo dopo successo al Festival delle klape dalmate di Almissa. La klapa partecipò per la prima volta al Festival nel 1990, quando le compagini femminili e maschili si esibivano nella medesima serata. Nel 1991 vennero introdotte due serate, una delle klape femminili e l’altra di quelle maschili. Nel 1994, la klapa fu vincitrice assoluta ad Almissa, conquistando il premio della giuria, del pubblico e dei direttori artistici delle klape. Divenne così conosciuta anche in Dalmazia”.

Una valenza particolare
Il premio ottenuto al più antico e prestigioso festival delle klape in Croazia ha una valenza particolare in quanto piazzarsi al primo posto in un ambiente molto legato alla tradizione provenendo per giunta da un’altra regione può essere considerato come un vero exploit.
“Il primo album della klapa, intitolato ‘Čežnja’, esce nel 1990 su cassetta – rileva Mirjana Crnić Novosel –. Un dato interessante è che Luka è la prima klapa femminile proveniente dall’Adriatico settentrionale ad aver iniziato a partecipare al Festival di Almissa. Ha vinto lo Scudo d’oro (Zlatni štit) ben cinque volte ed è diventata la prima klapa nella storia del Festival ad aver ottenuto così tanti premi a quella rassegna. Oggi non detiene più questo primato, ma si tratta comunque di un risultato straordinario e di tutto rispetto”. Dopo il record di vittorie al Festival delle klape dalmate di Almissa, successivamente superato da altre compagini, nel 2002 la klapa smette di partecipare alla rassegna in veste di concorrente e vi prende parte soltanto come ospite di serate speciali, anniversari e retrospettive.
Fin dall’inizio, rileva la nostra interlocutrice, la klapa cresce. “Anche se la klapa è in continuazione in una fase di ascesa, qui accadono tantissimi cambiamenti, in primo luogo di membri e direttori artistici. Infatti, a ogni nuovo cambiamento, il collettivo deve superare un periodo di adattamento a una nuova sensibilità e a una nuova voce, per non parlare di problemi e crisi che è necessario affrontare, come succede con ogni gruppo artistico-culturale attivo da così tanto tempo. Nonostante ciò, la klapa ha una forza interiore che la aiuta a sopravvivere a ogni sfida”, sottolinea la nostra interlocutrice, aggiungendo che nell’arco di quattro decenni la compagine ha lavorato con quattro direttori artistici. Infatti, oltre a Badjuk e Načinović, a guidarla per tanti anni è stato anche il rinomato esperto di canto delle klape Sveto Popović, mentre dal 2018 questo ruolo è stato assunto da Andrej Babić, il quale ha operato una svolta nell’attività musicale della klapa orientandola in maniera decisiva verso un’espressione più pop.

Una sinergia diversa
“Questo nuovo approccio ha creato una sinergia diversa e ha aperto dei percorsi artistici finora inesplorati. Nonostante ciò, la klapa mantiene una propria identità inconfondibile – sottolinea Mirjana Crnić Novosel –. Credo che proprio questa sia la nostra caratteristica: un suono e un piglio propriamente nostri che ci hanno permesso di sopravvivere a tutte le sfide. A prescindere da tutti i cambiamenti e da tutte le crisi che la klapa affronta, c’è sempre una base, un nucleo della compagine, che sono Vesna Juretić, Jagoda Lesica, che entrò nella klapa nel 1992 e le conferì con la sua voce un timbro completamente nuovo, più caldo, e Sandra Damijanić, che canta nella klapa dal 1993 e la cui mamma Gordana aveva fatto parte della prima formazione della compagine.
Fino allo scorso autunno un ruolo essenziale lo aveva pure Tatjana Bon, che ha contribuito all’attività della klapa anche come autrice dei testi delle nostre canzoni, mentre la musica è firmata da Duško Rapotec Ute. Si tratta delle nostre canzoni più note come ‘Ferali’, ‘Čuvaj mi škoju’, ‘Dani’ – che abbiamo inciso con il compianto Oliver Dragojević e che si era piazzata molto bene nelle varie liste dei brani più ascoltati –, ‘Ne razumiš ti ovo more’ e tante altre. La maggior parte di questi brani è contenuta sul nostro album ‘Dani’. La nostra canzone più conosciuta è senza dubbio ‘Čuvaj mi škoju’, con la quale avevamo ottenuto il premio per la migliore interpretazione alle Serate della chanson di Sebenico. La cover che ha ottenuto il maggior numero di visualizzazioni su YouTube è invece ‘Ovo mi je škola’ di Gibonni, con l’assolo di Diana Felker, che avevamo eseguito nell’Arena di Pola. Non dobbiamo dimenticare nemmeno il brano ‘Va dihe mora’ con Radojka Šverko, che avevamo inciso negli anni Novanta”.

«Va dihe mora» con Radojka Šverko
Siccome la klapa è stata sempre aperta a nuove sfide, anche in passato usciva volentieri dai limiti della tradizione e in quest’ambito è stata la prima. “Va dihe mora” è ormai diventata un classico della canzone in ciacavo e si può sentire spesso alla radio. La canzone ebbe la sua prima esecuzione nel 1994 nell’ambito del Festival Melodie dell’Istria e del Quarnero (MIQ) e ottenne il terzo premio della giuria e del pubblico.

Chi è il «motore» del gruppo, colei che spinge e grazie alla cui energia e propositività la klapa continua a svilupparsi e a reinventarsi di progetto in progetto?
“Direi che al momento il ‘motore’ della klapa è il nostro maestro Andrej Babić, mentre la nostra presidente Jagoda Lesica spinge con la sua propositività. Poi c’è Vesna che è qui dall’inizio e si occupa della logistica e della ‘sopravvivenza’ della klapa. Le mansioni di segretaria e di tutto ciò che è legato all’attività della klapa vengono portate avanti da Sandra Damijanić.
Ciò non vuol dire che anche noialtre non diamo il nostro contributo. Tutte noi lavoriamo all’organizzazione del concerto per il nostro quarantesimo anniversario, ciascuna ha il proprio compito. Nella realizzazione del libretto che uscirà assieme al Cd compilation alla vigilia del nostro concerto di compleanno è coinvolta tutta la klapa. Io mi sono dedicata all’ideazione della struttura del testo e alla scrittura scartabellando tra i materiali che le altre portavano alle prove in sacchi. Una parte del testo l’ho scritto assieme a Jagoda, progettando con cura ogni capitolo. La nostra Sandra D. ha raccolto tantissime fotografie che assieme ad Andrej ha scansionato e che abbiamo inserito nel testo, mentre Jagoda e Vesna hanno verificato l’accuratezza di ogni dato riportato. Siccome la klapa è un gruppo affiatato, abbiamo commentato insieme o in gruppi il lavoro al libretto e al Cd e abbiamo curato e preparato la versione finale della pubblicazione, che è attualmente in stampa”.

Un repertorio molto vasto
Considerata l’affinità della compagine per gli esperimenti, non sorprende che vanti un repertorio molto vasto. “Il nostro repertorio è davvero molto ampio e contiene numerose cover, ma cantiamo anche tanti brani tradizionali, che sono ovviamente un segmento costante – puntualizza Mirjana –. Il nostro concerto inizia di solito con sei-sette brani tradizionali a cappella, dopodiché seguono i brani d’autore e le cover. Anche il nostro concerto il 13 giugno sarà concepito in questo modo. Avremo un presentatore e uno schermo sul quale verranno proiettate le foto della nostra klapa. In veste di ospiti si esibiranno Radojka Šverko e i nostri amici l’ensemble Koluri, del quale fanno parte alcuni membri della rinomata klapa Nostalgija (la quale aveva celebrato l’anno scorso il quarantesimo anniversario) e con la quale la nostra compagine collabora fin dall’inizio”.
Trattandosi di una compagine attiva in una città multiculturale e multilingue come Fiume, non sorprende che Luka ha nel suo repertorio anche brani in lingua italiana, tra cui spicca il grande successo di Loretta Goggi, “Maledetta primavera”, ma anche “Sole d’azzurro” e “Tram fiuman”. Quest’ultimo brano era stato eseguito dalla klapa alla prima edizione del Festival “Canzonette fiumane” nel 2022. “Per noi è importante curare anche questa parte dell’identità di Fiume, per cui le canzoni menzionate vengono eseguite spesso ai nostri concerti. Abbiamo già delle idee per altre cover di canzoni italiane che vorremmo interpretare. A questo punto vorrei ringraziare la Città di Fiume per il sostegno nell’organizzazione del nostro concerto di compleanno”.
Tra i numerosi riconoscimenti e premi vinti dalla klapa Luka nell’arco di quattro decenni spicca il Premio della Città di Fiume nel 1995, ma vanno menzionati anche il premio della Regione litoraneo-montana e il premio Status dell’Associazione nazionale dei Musicisti (HGU) in occasione del trentesimo anniversario della compagine, due premi discografici Porin e tanti altri.

Lei è qui come portavoce della klapa, ma che cosa vuole dire per lei cantare in questa compagine? Quali emozioni risveglia questo tipo di espressione musicale?
“Nella klapa Luka non si può cantare senza superare un’audizione. Dopo che avevo cantato alla festa di matrimonio di un’amica, Sandra Valenčić, che era tra i convitati, mi aveva invitata a presentarmi all’audizione siccome cercavano un nuovo primo contralto. Alcune di loro, infatti, dovevano lasciare temporaneamente la klapa per diventare mamme. Mi ricordai che nella Luka cantava anche Vedrana Veljačić Linić, con la quale da piccola frequentavo la Scuola di Musica ‘Ivan Matetić Ronjgov’ dove entrambe suonavamo il violino (lei è oggi insegnante di questo strumento). La chiamai e le chiesi come funzionavano queste audizioni. Mi sembrava impossibile poter prendere parte a una compagine di tale livello ed ero sicura che non l’avrei superata, per cui cantai con maggiore disinvoltura. Fatto sta che le ragazze che sarebbero state temporaneamente sostituite sceglievano colei che le avrebbe sostituite. Il giorno dopo Vedrana mi chiamò per informarmi che avevo superato l’audizione. Per me era una cosa incredibile.
Devo però dire che, avendo frequentato la Scuola elementare di Musica e avendo cantato nel Coro dell’Oratorio diretto da Dušan Prašelj, come pure nella klapa Rusulice, avevo già delle basi musicali per cui era più facile cimentarmi con il repertorio della klapa. Appena entrata nella compagine mi sono subito trovata a mio agio e oggi essa è la mia seconda famiglia. Ci vediamo due volte alla settimana per le prove, cantiamo ai concerti, viaggiamo insieme, si ride e si piange, si condividono i problemi come in famiglia. Ciò che mi piace della klapa è innanzitutto la cura della tradizione e del patrimonio artistico-culturale della Croazia, che sono temi dei quali mi occupo anche nella mia professione. La maggior parte delle canzoni è scritta in dialetto e molti di questi testi sono nati molto prima che io nascessi, per cui mi rende felice eseguire questi canti tradizionali. Amo il nostro patrimonio e credo che tutti noi siamo responsabili per la sua tutela e promozione. Nell’accordo che le nostre voci creano insieme mi sento felice e vorrei che duri in eterno”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display