Una giustizia attesa da oltre settant’anni

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Una giustizia attesa da oltre settant’anni

CASTUA Sarà celebrata domani, sabato, nella chiesa di Sant’Elena di Castua, la Messa organizzata dalla Società di Studi Fiumani in accordo con il Consolato Generale d’Italia a Fiume, per il rimpatrio dei resti dei caduti italiani uccisi sommariamente il 4 maggio 1945 da un reparto di partigiani jugoslavi e riesumati nel luglio di quest’anno. La funzione religiosa, con inizio alle ore 12.30, si terrà alla presenza del Commissario generale di Onorcaduti, il generale di Divisione Alessandro Veltri, e dei suoi collaboratori, e del rappresentante di Onorcaduti croato. Oltre a Giovanni Stelli, Amleto Ballarini e Marino Micich, dirigenti della Società di Studi Fiumani, attesi anche il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul e la presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Melita Sciucca. Per l’ANVGD di Roma su delega della presidente Donatella Schurzel, sarà presente Giuliana Budicin. Saranno inoltre a Castua Guido Brazzoduro in rappresentanza di Federesuli e altri rappresentanti dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo.

Il capitolo finale
L’iniziativa di ricerca per la riesumazione iniziò nel 1992 e fu promossa dall’allora presidente della Società di Studi Fiumani, Amleto Ballarini. All’individuazione del luogo esatto di sepoltura (nel bosco di Loza) si pervenne grazie all’aiuto del parroco di Castua, don Franjo Jurčević, che raccolse le informazioni fornitegli da Ballarini e indagò a sua volta. Da allora, in accordo con la Società di Studi Fiumani, don Jurčević ha celebrato una Messa nella Chiesa parrocchiale di Castua ogni anno nel giorno in cui era avvenuto l’eccidio, per perorare l’opera di riesumazione. Dopo 21 anni la vicenda ha finalmente trovato una conclusione positiva, grazie alle ultime trattative sulle sepolture di guerra tra Italia e Croazia e che, grazie alla Federazione degli esuli istriani fiumani e dalmati, ha trovato nel 2012 uno spazio al tavolo di governo allora costituito. La Messa di domani sarà celebrata per onorare le vittime italiane, tra cui il senatore di Fiume, Riccardo Gigante.
Rispetto per le vittime innocenti
“È un avvenimento molto importante, perché rappresenta il primo risultato che otteniamo per rendere giustizia a coloro che sono stati assassinati senza processo e senza motivazione all’interno della repressione generale, scatenatasi in quel primissimo periodo postbellico – ha commentato il presidente della Società di Studi Fiumani a Roma, Giovanni Stelli –. La nostra Società, che fin dagli anni ’90 ha avviato quest’opera di restituzione della memoria, ma soprattutto della restituzione del rispetto per queste vittime innocenti, è particolarmente fiera dei risultati conseguiti. Desideriamo ringraziare, innanzitutto, le autorità croate che hanno collaborato all’opera di recupero, l’Onorcaduti italiana e il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, che ha svolto un prezioso lavoro di collaborazione. Allo stesso modo devo ringraziare il presidente della FederEsuli, Antonio Ballarin e il generale Elio Ricciardi per avere, in questi ultimi anni, perorato la vicenda riguardante i caduti italiani, presso il governo italiano”.
Abbiamo chiesto a Giovanni Stelli quale sia il prossimo passo da intraprendere ora che il processo attorno alla riesumazione si è concluso. “Si procederà con il rimpatrio dei resti. Ricordo che alla Fondazione del Vittoriale degli Italiani, nel Mausoleo voluto da Gabriele D’Annunzio, c’è un’arca vuota intitolata proprio a Riccardo Gigante. Purtroppo, sembra che sia impossibile procedere all’individuazione precisa dei resti. Per cui la destinazione finale sarà quella di un cimitero militare italiano”, ha detto il presidente della Società.

Collaborazione per una nuova era
Riportiamo infine una parte del messaggio pervenutoci dal presidente di FederEsuli, Antonio Ballarin, indirizzato alla Società di Studi Fiumani, con l’auspicio che tali iniziative migliorino i futuri rapporti italo-croati nelle terre istriane, fiumane e dalmate. “È un momento d’importanza storica per tutto il nostro mondo, perché segna una nuova era – si legge nel messaggio di Ballarin –. Un’era entro la quale portare a termine azioni di giustizia, attese da tanti, troppi anni, insieme a gesti di pietà umana, impediti anch’essi per lunghi decenni. Vogliamo sperare che in questa nuova era sia possibile onorare degnamente i resti di tante povere vittime seppellite chissà dove, segnare con lapidi multilingue e con un gesto di pietà quei luoghi che hanno visto lutti e disperazione, trovare strade comuni a esuli e rimasti da percorrere insieme, all’insegna di una civile prospettiva, in grado di testimoniare ancora la verità storica e tutelare la nostra cultura in una Terra martoriata” – scrive Antonio Ballarin nel suo messaggio.

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