Un volume salvavita: uscire dalla depressione è possibile

«Depra»: la testimonianza di vulnerabilità e speranza del noto giornalista e conduttore Aleksandar Stanković raccontata nella Biblioteca civica di Fiume

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Un volume salvavita: uscire dalla depressione è possibile
Aleksandar Stanković. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Una testimonianza forte e sincera quella del noto giornalista croato Aleksandar Stanković, conduttore dell’iconica trasmissione televisiva “Nedjeljom u 2” (La domenica alle 14) il quale, nella Biblioteca civica di Fiume, ha presentato il suo libro “Depra” (La depressione), uscito poco più di un anno fa per i tipi di Telegram grupa.
L’evento ha registrato grande interesse, con una Sala degli Incontri gremita. Con questo volume Stanković rompe il silenzio su una delle malattie più stigmatizzate: la depressione. Attraverso una narrazione intima e autentica, lui che convive con la terapia farmacologica da ormai 14 anni, ha condiviso le ferite e fragilità, mostrando che nessuno è immune e che, con coraggio, se ne può uscire. La malattia lo colpì nel 2010, in un momento apparentemente sereno.

Uno squilibrio chimico
“Durante un buffet, pur affamato, persi improvvisamente l’appetito e non lo riacquistai per tre mesi. Insonnia, tremori, perdita di gioia: così cercai aiuto e ricevetti la diagnosi di depressione clinica”. Da allora iniziò una terapia combinata di farmaci e psicoterapia, fondamentale per tornare a una vita di qualità. “Non è semplice tristezza, ma uno squilibrio chimico che può impedire persino di alzarsi dal letto”. Il giornalista ha sottolineato l’importanza del supporto medico e della supervisione terapeutica, ricordando che interrompere le cure può portare a gravi ricadute. Ha anche raccontato che all’inizio confidò il suo stato solo a tre amici e alla moglie, il suo pilastro durante i mesi più difficili. “Mia moglie si prese carico di tutto, permettendomi di concentrarmi sulla guarigione”. Perfino sua madre reagì con incredulità quando glielo confessò: “Tu? Ma cosa c’è che non va nella tua vita?”

Radici profonde
Stanković ha riflettuto sui fattori scatenanti, riconoscendo traumi mai superati, come la perdita del padre a 13 anni. “Mio padre morì di infarto, e organizzai il funerale da solo mentre mia madre rimase a letto per venti giorni. È una ferita che non si è mai rimarginata”. Altri elementi, come la guerra nell’ex Jugoslavia e le pressioni lavorative, hanno aggravato la situazione.
Durante il suo percorso, momenti difficili si sono intrecciati con il lavoro: “Non riuscivo nemmeno a ricordare il nome di un ospite durante una trasmissione. Mi sentivo funzionale, ma chiaramente non lo ero”. Scrivere il libro è stato per lui un modo per elaborare il dolore e offrire speranza agli altri. “Accettare la vulnerabilità e chiedere aiuto è cruciale. Anche l’attività fisica mi ha aiutato: esercizi aerobici stimolano la produzione di serotonina, migliorando l’umore”.

Un messaggio di speranza
L’autore ha ricevuto numerosi messaggi toccanti dai lettori, come quello di un uomo di Banja Luka che, dopo aver letto il libro, trovò il coraggio di rivolgersi a un medico, o quello di una 18enne svizzera che trovò conforto nella testimonianza. “Un neurochirurgo mi disse che, con il tempo e la terapia, si può vivere una vita piena e funzionale. Questa frase mi ha dato la forza di continuare”.
Stanković ha concluso con un appello: “Parlare della depressione può salvare vite. Non vergognatevi di chiedere aiuto e, se qualcuno si confida con voi, ascoltatelo”. L’incontro, terminato in un’atmosfera rilassata e calorosa, ha confermato quanto condividere esperienze personali possa fare la differenza. Con “Depra”, Aleksandar Stanković non solo ha raccontato la sua lotta, ma ha lanciato un messaggio chiaro: dalla depressione si può uscire.

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