Un viaggio tra corde, tasti e fiati. La musica come dono condiviso

Alla CI di Verteneglio si sono esibiti gli allievi del CSMC «Luigi Dallapiccola» e dell’Istituto Comprensivo «Caio Giulio Cesare» di Mestre-Venezia

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Un viaggio tra corde, tasti e fiati. La musica come dono condiviso
I violoncelli di Mestre. Foto: ERIKA BARNABA

Una rassegna musicale che ha regalato uno sguardo nell’universo interiore di ogni giovane interprete dove ogni brano, ogni duetto, ogni accordo ha rappresentato un frammento di sogno, di impegno, di vita. È stato così il concerto “Amicizia in musica”, tenutosi al teatro della Comunità degli Italiani di Verteneglio e che ha visto protagonisti gli allievi del Centro Studi di Musica Classica dell’Unione Italiana “Luigi Dallapiccola”, sezione di Verteneglio “Mauro Masoni”, e i giovani musicisti dell’Istituto Comprensivo “Caio Giulio Cesare” di Mestre-Venezia. È stata una mattinata in cui la musica ha preso il posto delle parole, dove i volti attenti e le mani dei ragazzi hanno raccontato molto più di qualsiasi discorso. Ogni esibizione è stata un racconto, ogni nota un passo dentro un mondo fatto di suoni che sanno parlare al cuore prima ancora che all’orecchio. Non un’esibizione è stata lasciata al caso: ogni alunno ha portato sul palco un pezzo di sé.

Un ambiente stimolante
A inaugurare l’incontro è stata Arianna Doz, presidente della Giunta esecutiva della CI, che ha accolto gli ospiti con un caloroso discorso di benvenuto e illustrando l’attività del CSMC, la sua missione educativa e l’importanza di un percorso formativo che spazia dalle lezioni individuali alla musica d’insieme, coinvolgendo giovani talenti in un ambiente stimolante e ricco di opportunità.
Successivamente, Michela Manente, dirigente del “Caio Giulio Cesare”, ha illustrato l’importante ruolo che la musica riveste all’interno del loro istituto, un’istituzione che si distingue per l’attenzione alle attività educative e formative. La dirigente ha anche parlato della lunga tradizione musicale della scuola e come l’insegnamento della musica sia diventato sempre più strutturato e fondamentale per la crescita dei ragazzi. Quindi, consegnando un omaggio istituzionale, ha fatto trasparire che incontri come questo testimoniano come la musica possa essere un legame di amicizia e collaborazione tra diverse realtà educative.
La serata ha preso poi il via e ogni maestro ha presentato la propria classe. Quella di chitarra, sotto la guida del Maestro Alberto Borrano, ha aperto il concerto con il brano popolare tedesco “Fischiettando”, interpretato da Greta con un gesto semplice ma ricco di espressività. A seguire, Rocco ha eseguito con eleganza la “Waltz in G” di Ferdinando Carulli. La classe di chitarra ha concluso la sua sezione con Luna, che ha suonato con passione “Feste Lariane” di Lazzaro Mozzani.

Un’energia fresca e luminosa
La classe di violino, diretta dal maestro Ernest Cosenza, ha poi preso il testimone, portando il pubblico in un viaggio sonoro ricco di grazia. Marta ha eseguito “Lightly Row”, una dolce folk song, mentre Nika ha portato con rigore sul palco il Minuetto n. 3 di Johann Sebastian Bach. La classe di pianoforte, in assenza del maestro Andrea Furlan, che per impegni al Teatro Verdi di Trieste non ha potuto essere presente, ha visto brillare i suoi allievi. Alba ha eseguito con emozione “Il clown” di Dmitri Shostakovich, mentre Veronika ha interpretato con grande sensibilità “Nuvole bianche” di Ludovico Einaudi. Infine, Alex ha chiuso il programma del CSMC con “One Summer Day” di Joe Hisaishi, portando un’energia fresca e luminosa.
A presentare successivamente le intense esibizioni degli ospiti veneti, è stato Giacomo Grespan, maestro di violoncello del “Caio Giuglio Cesare”. Il suo approccio pacato e professionale ha reso il programma scorrevole e coinvolgente, aggiungendo un tocco di classe all’intera serata. In platea erano presenti pure altri maestri dell’istituto, suoi colleghi, che dopo essere stati presentati hanno seguito con interesse e orgoglio le performance degli allievi. Grespan ha parlato in grandi linee dell’evoluzione dell’offerta formativa dell’istituto che permette alla scuola di rispondere alla crescente domanda di corsi musicali.
Hanno fatto seguito le esibizioni dei giovani chitarristi, guidati da un entusiasmo contagioso e da una buona preparazione. Il gruppo di nove, composto da Ester Vittoria, Elena, Yuheng, Leonardo, Marshall Aquino, Ansel, Giacomo, Natan e Lev, ha interpretato con forza e coesione “Apache” degli Shadows, nell’arrangiamento di Dario Zennaro, e “Puerta del Sol” di Matteo Bognolo. Due brani, due atmosfere diverse ma ugualmente intense.

Intesa e sensibilità
Il pianoforte ha poi preso il centro della scena, con una lunga e variegata serie di esibizioni a quattro mani, che hanno mostrato non solo competenza tecnica, ma soprattutto intesa e sensibilità. Il primo duo è stato quello formato da Paolo e Vera, che hanno eseguito “Il rosso e il nero” di Remo Vinciguerra. Poi Lucrezia e Lorenzo, con “Sonatina for Two” di Jane Smisor Bastien, hanno portato una freschezza lieve e giocosa sul palco. Elena e Lorenzo, con “Boogie Woogie Bill”, sempre di Bastien, hanno cambiato registro, portando ritmo e allegria. A seguire, Francesco e Simone hanno offerto una lettura molto personale e coinvolgente di “Train Blues” di Christopher Norton. Lucrezia è tornata in scena, stavolta insieme ad Anna, per proporre con prontezza e precisione “Computer Song” di Remo Vinciguerra. Poi è stata la volta di Agata e Nina con “The Entertainer” di Scott Joplin, nell’arrangiamento di Vinciguerra, dove il celebre ragtime ha preso vita con una leggerezza e un’eleganza non comuni. A chiudere la sezione pianistica con un finale perfetto sono stati Miguel Angelo e Davide, con “Anitra’s Dance” di Edvard Grieg.
È stato poi il turno dei clarinetti in un trio affiatato e molto espressivo, composto da Pietro, Monir e Francesco. Con un suono limpido e carico di nostalgia hanno eseguito “El Condor Pasa” (tradizionale peruviano), “Gam Gam” (tradizione klezmer, arrangiamento di Elie Botbol) e “When the Saints Go Marching In”, attribuita a Louis Armstrong, chiudendo così con un’esplosione di ritmo e vitalità.
È seguito l’ensemble dei flauti, composto da Dana, Anna, Elena Vanda, Giovanni, Amina e Rocco, che ha proposto con un gioco di suoni e attenzione all’equilibrio le “Danze di corte” di Michele Mangano (Gagliarda, Pavana, Ballata, Bourée). Il duetto di flauti, formato da Riccardo e Giovanni, ha poi eseguito con dinamismo l’Allegro di Antonio Vivaldi.

La delicatezza di una carezza
L’esibizione dei violini ha avuto la delicatezza di una carezza. Il trio composto da Safian, Anita e Katerina Ivanovna ha interpretato l’Allegretto di un anonimo russo. I violoncelli hanno poi portato sul palco una potenza avvolgente e una profondità sonora. Il quartetto formato da Lorenzo, Valerio, Anastasia e Mari ha aperto con “La Cinquantaine” di Gabriel Marie e “Scherzo” di Carl Webster, entrambi arrangiati da Rick Mooney, concludendo con il Largo dal Concerto in Do per violoncello e archi RV 399 di Antonio Vivaldi, arrangiato dal Maestro G. Grespan. A chiudere il concerto, è tornata sul palco Mari, da sola, per affrontare una delle vette del repertorio per violoncello: il Preludio dalla Suite n.1 in Sol maggiore BWV 1007 di Johann Sebastian Bach.
Alla fine del concerto, Michela Manente ha rivolto un sentito invito al CSMC di Verteneglio, ricambiando la calda ospitalità ricevuta. Il gruppo, nelle ore pomeridiane ha poi continuato il viaggio per l’Istria facendo tappa presso la CI di Parenzo, dove si è pure esibito.
Questo concerto è stato un atto d’amore verso la musica, verso la crescita personale e collettiva, verso l’arte di imparare insieme. Ogni nome, ogni strumento, ogni melodia ha lasciato un’impronta. E in quella sala, tutti, insegnanti, genitori, alunni, si sono ritrovati uniti da qualcosa di grande: la bellezza che nasce quando si suona con il cuore.

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