Un viaggio musicale da Tartini al moderno

I Filarmonici di Roma con Alessandro Quarta incantano il pubblico al concerto di Portorose

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Un viaggio musicale da Tartini al moderno

Alla vigilia dell’anniversario della posa a Pirano del monumento a Giuseppe Tartini, che domina l’omonima piazza da oltre un secolo, all’anfiteatro dell’Auditorium di Portorose si sono esibiti I Filarmonici di Roma e Alessandro Quarta. Dal 2016, infatti, la città natale del Tartini, celebra la ricorrenza con un concerto di prim’ordine, come ha rimarcato il sindaco Đenio Zadković in apertura per “rendere omaggio al Maestro Tartini e ricordare il 2 agosto del 1896 quando all’inaugurazione della statua in bronzo del veneziano Antonio Dal Zotto, accorse il fior fiore della cultura dell’epoca”. I Filarmonici di Roma, già noti al pubblico per l’esibizione dello scorso anno con il violinista Uto Ughi per i 250 anni della morte del Maestro delle Nazioni, hanno aperto la serata con una Sinfonia per archi tartiniana, raggiunti dal virtuoso Alessandro Quarta per la Sonata per violino in sol minore, il famoso “Trillo del diavolo”, nel quale il violinista salentino è apparso posseduto dalla musica, come si presume lo è stato Giuseppe Tartini nella composizione che gli sarebbe stata ispirata da Belzebù stesso. Alessandro Quarta è uno dei musicisti italiani più apprezzati in Italia e all’estero, insignito di innumerevoli riconoscimenti, ha affiancato il trio Il Volo a Sanremo e unito le forze con Roberto Bolle musicando e componendo il brano “Dorian Gray” sul tema della “Passacaglia” di Heinrich Ignaz Franz von Biber nel 2019, catturando la curiosità del pubblico anche a fianco dello straordinario ballerino con le attuali repliche sul palco dell’Arena di Verona. Per la sonata in Do minore RV-83 per violino, violoncello e basso continuo si è unito anche il pianista Giuseppe Magagnino, salentino come Quarta. Il programma ha proposto, inoltre, un viaggio nel tempo fino all’età contemporanea con degli omaggi ad altri mostri sacri, Ennio Morricone, Nino Rota e Astor Piazzola, introdotto da Quarta con “adesso ci divertiamo”. Il pubblico presente non ha potuto attendere la fine della scaletta per esprimere agli artisti sul palco il proprio apprezzamento e alla suite “Amarcord, La Dolce Vita e 8 e ½” è seguita la prima, meritata, ovazione.

Alessandro Quarta sul palco dell’Auditorium

La parte ufficiale della passionale esibizione si è conclusa con il celebre “Libertango” di Astor Piazzola, argentino di nascita, ma da genitori emigrati italiani, come ha tenuto a precisare il violinista, poli-strumentista e compositore che nel 2019 ha inciso l’album tributo “Alessandro Quarta plays Astor Piazzola”. All’ardore che ci ha messo nell’esecuzione non hanno retto nemmeno tutte le corde dei prestigiosi strumenti che suona Quarta, un Alessandro Gagliano, violino rarissimo del 1723 “ex Principe della famiglia Clelia Biondi”, un Giovanni Battista Guadagnini, gioiello del 1761, e due violini di Ezia Di Labio dipinti dallo scenografo Emanuele Luzzati e dallo scrittore Pino Cacucci. A grande richiesta del pubblico, inoltrata con un interminabile e fragoroso applauso, ben due bis, la Fantasia da concerto sulla Carmen, op. 25 di Pablo de Sarasate e un medley di Quarta di successi della musica leggera, tra i quali anche “Billie Jean” del re del pop, Michale Jackson. L’evento, organizzato dalla Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” e dall’Auditorium di Portorose con partner e patrocinio delle CAN di Pirano e Capodistria, del Comune di Pirano, dell’Unione Italiana e del Ministero della Cultura ha offerto un assaggio del ricchissimo programma del progetto “Tartini 330”, che l’anno prossimo giubilerà la nascita del Maestro delle Nazioni.

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