Un sentito omaggio al M° Miroslav Homen

Il TNC «Ivan de Zajc» ha ospitato il concerto sinfonico «Anelito all’eternità» diretto dal Maestro Valentin Egel, con solista all’oboe il giovane Antonio Haller

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Un sentito omaggio al M° Miroslav Homen

È stato un magnifico omaggio al Maestro Miroslav Homen, venuto a mancare da poco, il concerto sinfonico “Anelito all’eternità” dell’Orchestra del TNC “Ivan de Zajc”, diretta dal Maestro Valentin Egel, con solista all’oboe il giovane Antonio Haller, tenutosi nel Teatro di Fiume. Il programma fresco e attraente comprendeva musiche di Mozart e di Richard Strauss.

 

Personaggio squisito che scelse Fiume
Un omaggio assolutamente dovuto a quel musicista e direttore purosangue che è stato Miroslav Homen, apprezzato in tutti i maggiori teatri e sale da concerto dell’ex Jugoslavia, direttore principale dell’Orchestra dell’”Ivan de Zajc”, nonché direttore dell’Opera di Fiume per alcuni anni. Nativo delle Bocche di Cattaro, dopo gli studi all’Accademia di Sarajevo e una ventennale carriera presso il Teatro della capitale bosniaca, nel vortice della Guerra patriottica approdò a Fiume. E non fu un caso. Tra le tante e allettanti proposte di lavoro giuntegli da Zagabria e dalle altre principali città croate, scelse proprio Fiume, perché città di mare – da uomo del Mediterraneo non potè farne a meno – e perché durante precedenti collaborazioni con artisti fiumani strinse rapporti umani e d’amicizia molto sentiti. Persona squisita, modesta e spontanea – come non ricordare il suo sorriso bonario e la sua innata affabilità di gentiluomo? – come molte persone di queste contrade adriatiche, qualche goccia di sangue mitteleuropeo ce l’aveva pure lui. Come ci spiegò in un’occasione, un suo avo era stato addirittura orologiaio di corte a Vienna; e dal tic-tac degli orologi della Hofburg e di Schönbrunn allo scandire della bacchetta direttoriale il passo non doveva essere stato tanto lungo.

Visse per la musica
Ricordiamo con piacere il primo incontro con il Maestro, con alcune recite di “Aida”, fortunosamente “salvate” dal suo pronto intervento come sostituto di un direttore improvvisamente impedito a dirigere l’opera verdiana. L’impatto con l’orchestra fu immediato e naturalissimo; con il suo grande slancio, freschezza, vitalità, talento e abilità stabilì immediatamente un bellissimo rapporto con gli orchestrali e con tutto l’ensémble lirico. Fu un successo.

Avrebbe potuto tranquillamente fare una carriera internazionale; ma più che l’ambizione e il successo, egli inseguiva e viveva i suoi sogni e la sua grande passione per la musica. E non è una frase di maniera.

A guardarlo dirigere era uno spettacolo. Aveva uno stile tutto suo. Unico. Era come se seguisse un suo demone. Si animava tutto, in una miriade di gesti, tanto imprevisti ed estemporanei quanto musicalmente giustificati. A momenti sembrava avesse dieci mani. Tanti i premi e tanti gli spettacoli; “Don Carlos”, il suo sogno realizzato, “Madama Butterfly”, il “Requiem” di Verdi, un indimenticabile, immateriale “Requiem” di Fauré…Il Maestro è stato ricordato dal sovrintendente Marin Blažević, dal figlio Robert Homen, musicista e docente pure lui e da Filip Fak, direttore dell’Opera.

Il sovrintendente Blažević ha ricordato il M° Homen la cui immagine è stata proiettata sullo sfondo

Un’esecuzione magistrale
Anche questa serata sinfonica, come non poche altre, è stato un felice appuntamento con la musica. Vulcanico ed eccezionale, come sempre finora, si è dimostrato il giovane Maestro Egel, con il suo Mozart cristallino nell’infantile Sinfonia n. 1 (aveva nove anni Amadè, quando la compose), non meno che nella Sinfonia in Do maggiore n. 41 “Giove”; quest’ultima imponente testamento spirituale di un grandissimo Genio. Pagine mozartiane restituite mirabilmente fin nel dettaglio dal direttore e dagli ottimi musici nel suo complesso costrutto architettonico ed espressivo. Un Mozart pieno di vita, energico, frizzante, gioioso, sfociato nella straordinaria complessità contrappuntistica dell’ultimo movimento in un’esecuzione magistrale.

L’esibizione di Antonio Haller
Si è meritato pienamente tutte le ovazioni tributategli dal pubblico entusiasta il giovane oboista fiumano Antonio Haller (figlio e nipote d’arte) con l’impegnativo concerto per oboe e piccola orchestra in Re maggiore di Richard Strauss. L’immaginosità, l’intensità e originalità espressiva, la qualità del suono abilmente modulato in tutta la gamma dinamica, unitamente al fine fraseggiare, hanno permesso a Haller di trasmettere in maniera avvincente la ricchezza e lo slancio di queste ispirate pagine straussiane. La serata ha visto l’esecuzione delle “Metamorfosi” di Richard Strauss, che possono essere considerate il canto del cigno dell’anziano Maestro, affidate a un organico quasi cameristico. L’intensità sonora ed espressiva e la plasticità del fraseggio nell’esecuzione dei validissimi musicisti fiumani hanno evidenziato con forza i pregi di questa rigogliosa partitura.

I gioielli della scena culturale fiumana
Alla luce della sua pluriennale attività e nel contesto di Fiume CEC possiamo concludere che l’Orchestra di Fiume e i suoi direttori d’orchestra rappresentano il gioiello più brillante della scena culturale fiumana. Purtroppo, come annunciato dal sovrintendente, “Anelito all’eternità” è stato l’ultimo concerto sinfonico fino a data da destinarsi dovuto alle attuali misure sanitarie restrittive.

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