Un omaggio alla silenziosa storia femminile

Al Museo di Storia e marineria dell’Istria di Pola è allestita la mostra itinerante «Žene otpora - Donne della resistenza»

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Un omaggio alla silenziosa storia femminile
Il coro “Praksa” interpreta brani della tradizione partigiana. Foto: DARIA DEGHENGHI

“Infermiere, dottoresse, maestre, reporter, fotografe, conduttrici radiofoniche, scrittrici, pittrici, militanti, attiviste, agenti segrete, gappiste, staffette, ortolane, attrici, poetesse, pacifiste, anarchiste, socialiste, comuniste, vedove, esiliate, torturate, stuprate, assassinate, ebree, rom, solidali, coraggiose, impavide o semplicemente donne”. Donne in guerra. Donne della Resistenza.

Un progetto europeo
È in corso da ieri al Museo di Storia e marineria dell’Istria di Pola la mostra itinerante “Žene otpora – Donne della resistenza” partita dalla Spagna per toccare vari Paesi d’Europa nell’ambito dell’Europrogramma “L’Europa per i cittadini”. L’esposizione è internazionale dall’argomento alla coproduzione. Se l’uomo ha fatto la storia, la donna l’ha fatta in silenzio. Per estrarla dall’oblio in cui è caduta, le donne d’Europa, ricercatrici, storiche, scrittrici e designer hanno deciso di dedicarle quel riconoscimento che la Grande storia le ha sempre rifiutato.
“Valori come la solidarietà, il sacrificio, la libertà e i diritti umani sono nuovamente a rischio”. Questo, in estrema sintesi, il messaggio di Carmen García-Rodeja dell’Associazione spagnola per il recupero della memoria storica (A.R.M.H, Asociación para la Recuperación de la Memoria Histórica) e di Cristina Fiaño della Cooperativa URDIME di Santiago de Compostela, che hanno collaborato nell’allestimento di questa mostra itinerante che si riferisce alle donne antifasciste di Spagna, Italia, Belgio, Germania e dell’odierna Croazia. I testi sono stati realizzati in collaborazione con tutti questi Paesi. Per l’Italia ha collaborato l’ANPI, Associazione nazionale partigiani, per la Croazia il Museo storico di Pola e in particolare le curatrici Sanja Horvatinčić e Ana Lovreković che hanno dato il loro apporto con una sezione dedicata ai combattenti croati nella Guerra civile spagnola.

I diritti umani, una lotta continua
Alla cerimonia d’inaugurazione si è rivolto al pubblico anche il presidente della Regione Boris Miletić che ha insistito a sottolineare tre cose. La prima, che “per il suo tema e per la sua importanza, l’esposizione apre nel migliore dei modi i festeggiamenti in occasione delle Giornate della Regione istriana, del 25 settembre e delle ‘Decisioni di settembre’ grazie alle quali l’Istria si è unita alla Croazia”. In secondo luogo che “l’Istria, con le sue precoci rivolte del Prostimo e dei minatori d’Albona è stata un focolaio d’antifascismo per tutto il successivo corso della Seconda guerra mondiale, a cui le donne hanno dato un contributo inestimabile”. Terzo ed ultimo, Miletić ha concluso il suo ragionamento con un monito: “La libertà e i diritti umani non piovono dal cielo. Evidentemente la Seconda guerra mondiale, ma anche la Guerra d’indipendenza croata, non ci hanno insegnato granché. Sul territorio d’Eruopa anche oggi infuria la guerra. Le donne e i bambini sono nuovamente in fuga, si spara e si muore. La vita in libertà non è un dono del cielo e bisogna guadagnarsela. Ci sono uomini e donne che hanno dovuto morire senza mai goderne.

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