
Ieri, in tarda mattinata, nel silenzio del Teatro cittadino di Buie, dopo l’ultimo accordo delle chitarre di Darko Jurković Charlie e il calare delle luci, l’aria era densa di emozioni sospese. Non un semplice spettacolo, ma un’esperienza, un viaggio condiviso tra chi era sul palco e chi ascoltava in platea. “Nascite e rinascite”, scritto, diretto e interpretato da Laura Marchig, ha fatto tappa pure a Buie e non si è limitato a raccontare una storia: ha aperto squarci di realtà, lasciando emergere quella verità che spesso si cela tra le pieghe dell’esistenza.
Il dolore trasformato in racconto
Gli studenti della locale SMSI “Leonardo da Vinci” sono giunti a teatro forse senza sapere esattamente cosa aspettarsi. Un monologo, una performance musicale, una narrazione, intrisa di ironia e malinconia, ha evocato frammenti di vita, toccando corde profonde, riconoscibili da chiunque avesse mai sentito sulla pelle il peso di un cambiamento, la paura di un fallimento, la vertigine di una rinascita.
Lo spettacolo di Marchig ha saputo bilanciare leggerezza e profondità, toccando temi universali che appartengono a tutti: il passaggio dall’infanzia all’età adulta, il confronto con le proprie insicurezze, il peso delle aspettative e la capacità di rialzarsi dopo le cadute. Nella penombra della sala, gli studenti hanno ascoltato, sorriso, si sono emozionati, qualcun altro si è riconosciuto nelle parole di Laura Marchig, nella sua capacità di trasformare il dolore in racconto, la fragilità in forza. E poi c’è stata la musica, il suono avvolgente delle chitarre di Jurković.
Un’emozione condivisa
Alla fine, il sipario non è calato del tutto. È rimasto un varco aperto, un ponte tra palco e platea. Ed è in quel momento che il Teatro si è trasformato in un luogo di confronto, un rifugio sicuro in cui dare voce a pensieri spesso taciuti. Non c’erano più attori e pubblico, ma persone che hanno condiviso un frammento di verità. Nel silenzio attento della sala, le prime domande sono arrivate timidamente. Poi, piano piano, le barriere sono cadute. Si percepiva un senso di riconoscimento, come se quell’incontro avesse permesso a molti giovani di sentirsi meno soli nei propri turbamenti.
La fragilità, la paura del domani, la piaga del bullismo, il timore di non essere all’altezza: temi che ognuno porta dentro, ma che raramente trovano spazio per essere raccontati. L’arte, in quel momento speciale, è diventata un ponte tra generazioni, un dialogo silenzioso tra chi ha vissuto e chi sta ancora cercando di capire chi sia, un invito a guardare dentro di sé con più indulgenza, a comprendere che la vita è fatta di cicli, di cadute e risalite, di momenti in cui tutto sembra sgretolarsi e altri in cui si riscopre la forza di ricominciare. Il teatro, ancora una volta, ha fatto ciò che l’arte sa fare meglio: accarezzare l’anima, senza bisogno di risposte, ma con la potenza di un’emozione condivisa.
A moderare il dibattito tra gli alunni e la regista è stata Tamara Tomasich, professoressa di lingua e letteratura italiana alla SMSI di Buie. Durante l’incontro ha preso la parola anche un alunno, chitarrista autodidatta, affascinato dall’esecuzione musicale sul palco, così come uno sportivo, i quali hanno evidenziato come sia la musica che lo sport possano fungere da valvole di sfogo. Entrambe le discipline, infatti, permettono di esprimersi senza parole, comunicando attraverso quei “linguaggi internazionali” che parlano direttamente alle emozioni.
Trovare la forza dentro di noi
Non sono mancate domande dirette e curiose da parte degli studenti sulla vita della protagonista, drammaturga e artista indipendente. Quest’ultima ha risposto in modo esaustivo, condividendo il suo percorso ricco e coinvolgente, fatto di successi ma anche di sfide, lotte, sconfitte, rivincite e rinascite.
Una delle domande clou del dibattito, come sottolineato dalla stessa Marchig, è stato quando una giovane ha chiesto:
“Nella vita capita spesso di perdere la motivazione nel fare qualsiasi cosa. Secondo lei, come possiamo ritrovarla?”
La risposta, inizialmente spontanea e poi approfondita, ha messo in luce l’importanza dell’impegno e della crescita, sia umana che intellettuale, emergendo con una affermazione ben chiara: “La cosa più importante è trovare la forza dentro di noi!”
Da qui è emerso il concetto di ricerca personale: individuare ciò che può arricchirci, darci vantaggi, uno scopo. Dire a sé stessi: “Voglio fare qualcosa, voglio diventare una persona migliore”. All’incontro, aperto anche alla cittadinanza, oltre a Lovorka Lukani, direttrice dell’UPA che gestisce il Teatro, era presente anche la poetessa Loredana Bogliun, profonda conoscitrice di Laura Marchig. L’iniziativa, finanziata dall’Unione Italiana – Settore Istituzioni prescolari, scolastiche e universitarie della Giunta Esecutiva, non si ferma qui. Oggi gli alunni della Scuola Media Superiore “Gian Rinaldo Carli” assisteranno allo spettacolo negli spazi della CI di Capodistria (ore 12). Domani, alle ore 19, lo spettacolo verrà presentato alla CI di Albona.
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