Un capolavoro di suspense con una trama avvincente

Una storia intrigante, attori straordinari e un finale indimenticabile: Rajko Grlić colpisce nel segno con il suo ultimo film «Svemu dođe kraj»

0
Un capolavoro di suspense con una trama avvincente
Janko Popović Volarić, Ante Tomić, Rajko Grlić e Slobodanka Mišković. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Quando, nella scena finale del film, Budilica ha piantato un’ascia nella nuca di Dinko Horvat, il pubblico dell’Art cinema di Fiume è rimasto pietrificato, ammutolito e incredulo. Pochi tra i presenti lo ammetteranno apertamente, ma tutti hanno provato una certa soddisfazione. L’applauso è scoppiato prima ancora che le luci si riaccendessero, riecheggiando in sala per diversi minuti. Tutti, ma proprio tutti, hanno apprezzato il film. Quando in sala è tornata la luce, davanti agli spettatori sono comparsi il regista Rajko Grlić, il cosceneggiatore Ante Tomić e uno degli attori principali, Janko Popović Volarić.

Il film colpisce per una trama avvincente, uno scenario ben costruito e il giusto grado di suspense. Gli attori recitano con grande abilità (cosa non scontata nella produzione croata) e il film è ricco di dettagli nascosti.

Il migliore romanzo di Krleža
Dopo la proiezione in anteprima al Pola Film Festival di quest’anno e poi al Sarajevo Film Festival, la prima fiumana dell’ultimo film di Grlić, “Svemu dođe kraj” (A tutto c’è una fine), che segna anche l’inizio della sua distribuzione nelle sale croate, fa parte della manifestazione “Le giornate di Rajko Grlić” promossa dall’Art cinema e dall’Università di Fiume. L’evento è stato organizzato in occasione del conferimento del dottorato ad honorem dell’Ateneo fiumano al pluripremiato cineasta e docente di cinema presso l’Università dell’Ohio, in riconoscimento del suo eccezionale contributo alla cinematografia nazionale. Come ha sottolineato Grlić, il film è stato ispirato dalla grande opera di Miroslav Krleža, “Na rubu pameti” (Ai limiti della ragione).
Il regista considera questo romanzo il migliore di Krleža, un autore tanto famoso quanto dimenticato in Croazia, probabilmente a causa della sua visione del nazionalismo, che nel contesto croato non sarebbe particolarmente popolare. Pubblicato per la prima volta nel 1938, Grlić ritiene che il romanzo sia ancora estremamente attuale, sia dal punto di vista politico che sociale. Assieme ad Ante Tomić si è impegnato a individuare alcuni elementi essenziali del romanzo e a contestualizzarli nella realtà croata odierna, in particolare quel sentimento di rabbia e frustrazione nei confronti di una società in cui l’individuo è impotente. In una società corrotta, se non si è politicamente allineati, si è costretti a combattere contro i mulini a vento.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La violenza come unica soluzione
“Lavorare con Grlić e Tomić è stato un vero piacere, ci conosciamo da una vita e desideravo davvero far parte del cast – ha dichiarato Janko Volarić Popović –. Dopo l’audizione ero furibondo perché mi sembrava di aver recitato male, ma alla fine Rajko mi ha scelto e ne sono molto felice. Abbiamo fatto le prove prima dell’estate, discusso e concordato il lavoro. È stato un processo fantastico, magistralmente condotto da Rajko”, ha rilevato l’attore, che al Festival di Pola aveva presentato due film. Sempre nel capoluogo istriano, Grlić ha celebrato il 50º anniversario del suo primo lungometraggio, “Kud puklo da puklo” del 1974, in cui compare anche un personaggio con il soprannome di Budilica. “Il primo Budilica è un giovane operaio che inizia appena a rendersi conto di essersi fregato nella vita, mentre quello di oggi è un personaggio stanco e deluso, che è arrivato al punto di pensare che l’unica soluzione sia la violenza”, ha spiegato il regista.
La morte dell’antagonista, interpretato da Boris Isaković, rappresenta la fine, crudele e brutale, di una forma di oppressione incarnata da un personaggio. Non a caso si tratta di un vero esemplare di “tycoon” in stile croato, divenuto tale grazie alla sua capacità di muoversi senza scrupoli in una Croazia nata dalle macerie della Guerra patriottica, che ha visto lo smantellamento del vecchio apparato statale e la formazione di uno nuovo. Via i vecchi membri del partito, dentro gli stessi ma con colori diversi, passati dal rosso al nero in un attimo: non c’entra l’ideologia, è importante riempirsi le tasche.
Nel film c’è anche una storia d’amore, che per vari motivi si scontra con le difficoltà di una realtà croata malata e macchiata di avidità, egoismo e corruzione ai livelli più bassi. Alcuni affondano, permettendo ai più spietati di emergere.

Due mondi paralleli
Il film racconta due mondi paralleli: da una parte ci sono i predatori capitalisti, che controllano tutte le istituzioni di uno Stato alla deriva morale, e dall’altra ci sono i poveri, per i quali non esiste né giustizia né conforto. Tra queste due realtà, Grlić inserisce temi sempre attuali in Croazia, come i profitti di guerra, le fabbriche devastate, i lavoratori truffati e i potenti senz’anima. Il personaggio di Budilica è interpretato da Emir Hadžihafizbegović, un volto ricorrente nei film di Grlić, perfetto per incarnare un popolo da troppo tempo schiacciato sotto il tallone dei forti.
Rajko Grlić ci ha riferito che “il film è stato realizzato con un budget ridotto. Abbiamo girato tutto in 45 giorni. Quando i fondi sono limitati, bisogna lavorare in fretta e con una buona organizzazione. A livello personale, il conferimento del dottorato ad honorem è un grande riconoscimento, e sono felice che la prima proiezione pubblica del film sia avvenuta proprio a Fiume. Certo, ci sono stati eventi a Pola, Herceg-Novi e Sarajevo, sempre davanti a grandi platee che superavano i mille spettatori. Ma io faccio tutto questo per il cinema, e oggi mi è sembrato che la gente lo abbia apprezzato particolarmente. La mia felicità è enorme. Ora inizia il tour nelle sale cinematografiche della regione, che durerà circa un mese”.

La sala gremita per la prima del nuovo film di Rajko Grlić.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display