Trieste. Un museo sull’esodo giuliano-dalmata

La località del comune di Alghero sta per diventare capitale virtuale della memoria di una pagina di storia tra le più dolorose del dopoguerra italiano

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Trieste. Un museo sull’esodo giuliano-dalmata

“A febbraio e ad aprile 2021 ci saranno due momenti importanti per il nostro progetto: a Fertilia, in Sardegna, l’inaugurazione ufficiale di Egea, museo etnografico sulla memoria dell’esodo giuliano-dalmata, e il ricordo di don Francesco Dapiran, anch’egli profugo sull’isola assieme a una colonia di giuliano-dalmati, guida spirituale della cittadina, esule tra gli esuli. Per noi sarebbe un onore che lei fosse presente quale segno tangibile della vicinanza del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia”.
Così Mauro Manca, residente ad Alghero ma nonni di Fiume, con la cugina Cristina Melis e l’amico Federico Marongiu, nonno sardo ma padre nato a Pola, hanno chiesto al presidente dell’Assemblea legislativa Fvg, Piero Mauro Zanin, di testimoniare la comunanza che lega la storia di circa 200 famiglie rifugiatesi a Fertilia con la Venezia Giulia.

Accendere una luce sulla memoria
“Egea – ha spiegato Manca – è il nome di una bambina esule ritratta in una foto dell’epoca, oggi ottantenne, che venne in Sardegna per poi stabilirsi a Rovereto. Il progetto prevede, tra le altre cose, la realizzazione di una mappa geografica virtuale per ricostruire le rotte degli oltre 350mila esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Vogliamo accendere una luce sulla memoria. A Fertilia transitarono quasi 4mila di quei 350mila esuli che poi si dispersero in Italia e nel mondo. Vogliamo riallacciare i legami e le storie di queste persone per far diventare Fertilia la capitale virtuale, oltre che fisica, della memoria di una pagina di storia tra le più dolorose del dopoguerra italiano”.

Raccontare la storia dell’esodo
“Nella cittadina – ha evidenziato Marongiu – quasi tutte le strade sono dedicate a Pola, Fiume, Istria. La memoria lì è forte, ma noi desideriamo varcare i confini di Fertilia perché ancora in tanti non conoscono la storia che raccontiamo, quella dell’esodo giuliano-fiumano-dalmata che ha coinvolto decine di migliaia di persone”. “Il vostro è un progetto meritevole”, ha detto loro Zanin, accogliendo l’invito a che una delegazione consiliare sia presente alle manifestazioni in calendario per il prossimo anno.
“Da un dramma – ha aggiunto il presidente – può nascere un’opportunità di relazioni. Tra le molte cose che hanno in comune Friuli Venezia Giulia e Sardegna, entrambe Regioni speciali, purtroppo c’è anche questa diaspora, ma i nostri rapporti possono spaziare andando al di là di questo gravissimo evento storico per guardare al turismo, all’economia e all’agroalimentare, trovando dunque anche altri spunti di unione tra le rispettive comunità”.

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