Trieste. La poesia che apre gli orizzonti

Inaugurato al caffè San Marco il ciclo di incontri dedicato ai poeti moderni e contemporanei croati

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Trieste. La poesia che apre gli orizzonti
Damir Murković, Marijana Šutić, Mladen Machiedo e Carlo Alberto Sitta. Foto: ROSSANA POLETTI

È stato presentato, nella storica cornice del caffè San Marco di Trieste, il ciclo di incontri sulla poesia e i poeti croati del ‘900 dal titolo “Poeti moderni e contemporanei croati – Letture e riflessioni”. Organizzato dalla Comunità croata di Trieste in collaborazione con il Comune di Trieste, il ciclo denominato “Una scontrosa grazia”, evocante l’espressione di Umberto Saba, nella Giornata mondiale della Poesia ha visto il primo appuntamento introdotto dal prof. Mladen Machiedo, italianista e accademico di Zagabria, con la prolusione “Da Montale a Pasolini, reminiscenze zagabresi”. Membro dell’Accademia Croata delle Scienze e delle Arti, plurilingue, ha scalato tutta la carriera universitaria. Oggi si occupa di saggistica, critica e teoria letteraria e poesia.

Le tre modalità di cognizione
Dopo i saluti dell’assessore alla Cultura del Comune di Trieste, Giorgio Rossi, il presidente della Comunità croata di Trieste, Damir Murković, ha sottolineato la questione della contaminazione, attraverso lo stupore che la poesia produce e che porta a contaminarci appunto. “Di poesia sentiamo parlare ma mai in maniera approfondita. Vogliamo chiedere ai testimoni del nostro tempo uno spaccato della loro vita ed esperienza poetica – ha ricordato Murković – con l’idea di avvicinarci ai non addetti ai lavori. Ha scritto Josip Brodskij ‘Ci sono, come è noto, tre modalità di cognizione: quella analitica, quella intuitiva e il modo noto ai profeti biblici, la rivelazione. Ciò che distingue la poesia da altre forme di letteratura è che li utilizza tutti e tre in una volta… ci sono momenti in cui per mezzo di una sola parola, una sola rima, lo scrittore di una poesia riesce a trovare sé stesso dove nessun altro è mai stato prima di lui, oltre, forse, quanto egli stesso avrebbe desiderato’”.
Mladen Machiedo ha poi esposto al numeroso pubblico il suo pensiero, ricordando che la fascinazione per la poesia è nata da un suggerimento di Ruggero Jacobbi, che gli chiese di tradurre i poeti del suo Paese. “Il mio concetto è la moltiplicazione delle patrie, nel senso che attraverso la conoscenza delle lingue mi sento a casa in più luoghi, conosco bene il francese, ma sento meglio creativamente lo spagnolo, in queste mie patrie acquisite, oltre all’Italia e ovviamente la Croazia, c’è anche il Portogallo, il mio cognome arriva in Dalmazia anticamente da lì”.

Pasolini e Montale a Zagabria
Machiedo ha ricordato poi la permanenza a Zagabria di Pasolini e Montale, “due persone completamente diverse” – le ha definite -. Nella fase tardiva di Montale appare Malvolio, che alcuni identificano in Pasolini, il quale non scrisse mai di Montale. Mentre Montale vagheggia l’America, Pasolini va in Africa, divergenze schematiche. Però i due si sono incontrati in un mio libro scritto dal 1962 al ‘68”. Machiedo ha conosciuto gli scrittori di quel momento, ricordando che la sua generazione cresceva in quel periodo proprio grazie alla poesia.
È proprio la poesia una delle forme espressive più antiche e più belle utilizzate dall’uomo. Un mezzo, il linguaggio poetico, a cui affidare le emozioni più profonde e più autentiche per comprendere non solo l’esperienza personale, ma anche quella di molti.
Gli incontri proseguiranno oggi e il 27 aprile, sempre alle ore 18, presso la libreria Lovat di Viale XX Settembre. Nel primo Mladen Machiedo, il poeta Carlo Selan e lo scrittore Diego Bertelli spiegheranno “I riferimenti di base”, mentre nel secondo la poetessa Marijana Šutić dialogherà con Valter Milovan, docente di Italianistica all’Università “Juraj Dobrila” di Pola, sul tema “La poesia è traducibile?”. Il ciclo si concluderà sabato 29 aprile alle ore 17 alla Sala “Bobi Bazlen” di Palazzo Gopcevich con la tavola rotonda “La Contemporaneità, che vedrà la partecipazione di Mladen Machiedo, Vanessa Begić, giornalista e traduttrice, Massimo Scrignoli, editore e poeta critico, moderata da Giuseppe Langella, poeta e critico letterario.

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