«Terra, Acqua, Pane». Un «concentrato d’amore»

La silloge di Martina Trento Dagostini racchiude memorie e riflessioni scritte in periodi diversi della sua vita e suddivise in tre capitoli

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«Terra, Acqua, Pane». Un «concentrato d’amore»
Alcune copie del volume “Terra, Acqua, Pane”. Foto: ERIKA BARNABA

Una serata di ricordi e forti emozioni quella organizzata dalla Comunità degli Italiani di Cittanova che ha visto la presentazione del volume di poesie “Terra, Acqua, Pane” di Martina Trento Dagostini. Versi che hanno coinvolto e fatto emozionare il numeroso pubblico in quanto ognuna poesia fa parte di un pezzo di storia vissuta dall’autrice che non è mancata nel raccontare questo “concentrato d’amore” per l’Istria, un amore che a volte è anche nostalgia, disillusione, malinconia, ma soprattutto memoria e ricordo. Uno scrigno di sentimenti difficili, di nodi in gola, di gioie che commuovono, di amori vissuti e amicizie perdute. Una serata trascorsa nell’estivo del sodalizio che ha fatto trasparire il grande amore che l’autrice nutre per l’Istria come luogo, come persone, come profumi, come terra madre e famiglia.

Ad accogliere la poetessa, originaria di un borgo nei pressi di Matterada, è stata la presidente della CI, Cristina Fattori, presentandola assieme alla sua raccolta di poesie che fanno intraprendere un viaggio che vale la pena di imboccare e che porta in luoghi lontani e mai dimenticati, al confine tra cielo e terra, alla riscoperta di antichi valori, di ricordi di una volta, di sapori e profumi dell’infanzia. Alla serata ha presenziato pure il presidente della GE del sodalizio, Glauco Bevilacqua e il noto musicista cittanovese, Davor Hačić, che con intermezzi musicali ha saputo dare quel tocco in più di emozione e coinvolgimento.
“Terra, acqua e pane” sono tre elementi fondamentali ed è attorno a questi che ruotano tutte le poesie. “Terra” rappresenta di più l’Istria e quello che fa di essa una terra così speciale. Nel capitolo “Acqua”, invece, l’autrice ritrova quello che lei è, i suoi sentimenti più nascosti, più fragili in quanto queste poesie sono state scritte nel suo periodo adolescenziale. Nel terzo e ultimo capitolo, “Pane”, si trovano i versi più recenti, che parlano dei rapporti con i familiari, con gli amici, di quelli interpersonali molto importanti, di casa, radici e tradizioni. Ogni poesia ha una sua storia come ad esempio “Ali e radici” dedicata ai figli, e altre che riportano ai tempi della scuola, ricordando, oltre ai pregiudizi dei bambini che hanno segnato l’infanzia dell’autrice, pure l’insegnante delle scuole elementari, che con molto amore ha saputo accompagnarla nei duri anni scolastici, pieni di avventure e disavventure, insegnandole ad amare la lettura e la scrittura, creando una parte della persona che è oggi. “Draguccio” racconta invece proprio questo paesino tra Pinguente e Cerreto che con la sua pace e silenzio ha rubato il cuore dell’autrice.
Il volume è stato finanziato dall’autrice con i propri risparmi, rinunciando a viaggi, desideri e altri bisogni, anche primari alle volte, ma che oggi le ha portato una soddisfazione che rimarrà anche un’eredità per la propria famiglia. Il risultato di una passione che le ha fatto scoprire e apprezzare le bellezze del territorio, curando una sua altra grande passione, ossia la fotografia.
“La prima raccolta di poesie di Martina, poesie alle quali ha lavorato fin dai tempi della scuola, è una sorta di ‘libretto delle istruzioni’, che ci spiega chi è l’autrice, come capirla, come interpretarla… lei è tutto quello che leggerete in questo primo piccolo tesoro”, si legge nella prefazione di Serena Telloli Kečkeš che dimostra di conoscere bene l’autrice, una persona multilaterale che, oltre ad essere un’eccellente guida turistica e ad avere un animo portato per scrittura, ballo, teatro e tanto altro, nutre un grande amore per questo territorio che coinvolge tutti quelli che le stanno vicino.

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