Teatro Fenice: un gioiello abbandonato da riscoprire

In occasione delle Giornate europee del patrimonio, nella galleria Garbas allestita una mostra sul Teatro Fenice, realizzata da Dolores Oštrić, Damir Krizmanić e Ivan Brau

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Teatro Fenice: un gioiello abbandonato da riscoprire

Le Giornate europee del patrimonio, che in Croazia vengono celebrate dal 1995, hanno quest’anno come tema l’arte e il divertimento. In questo contesto, la Sovrintendenza per la tutela dei beni storico-culturali di Fiume ha allestito nella galleria Garbas una mostra sul Teatro Fenice, realizzata da Dolores Oštrić, Damir Krizmanić e Ivan Braut, intitolata “Kra(l)j zabave” (il titolo è un gioco di parole tra il “Re del divertimento” (kralj) e la “Fine del divertimento” (kraj), nda) per sensibilizzare le autorità cittadine e gli abitanti di Fiume sull’importante retaggio del palazzo che per quasi cent’anni ospitava sia eventi artistici di rilievo che quelli destinati a un vasto pubblico.
Un patrimonio da riscoprire
“Abbiamo scelto di proporre una mostra sul Teatro Fenice perché si tratta di un ente culturale che per decenni ha avuto un ruolo molto importante nella vita degli abitanti del capoluogo quarnerino, mentre ora versa in stato di abbandono – ha dichiarato la direttrice della Sovrintendenza, Biserka Dumbović Bilušić –. Lo scopo di questa esposizione è mettere in evidenza i pregi del Teatro Fenice e sensibilizzare l’opinione pubblica su questo gioiello architettonico al fine di farlo diventare nuovamente il fulcro del divertimento in questa città. L’obiettivo è rendere quanto più visibile il nostro patrimonio storico-culturale per farlo rinascere in una nuova funzione“, ha sottolineato la direttrice, la quale ha ricordato che la mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato nazionale e quello di Fiume, il Museo civico, il Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato e il Novi list.
Un grande contributo lo hanno dato anche Nana Palinić, Velid Đekić, Petar Lovrović, Srećko Olenik, Zvonimir Pliskovac e Vladimir Smešny.

Il cartellone dedicato alla Sala Bianca. Foto: Željko Jerneić

Intrattenimento innanzitutto
Dolores Oštrić, uno degli autori della mostra, ha osservato che la sua generazione ricorda il Teatro Fenice quando si chiamava Cinema Partizan e vi era aperto il bar Opera. “La funzione centrale di questo palazzo è da sempre l’intrattenimento – ha puntualizzato l’autrice –. Esso è stato edificato nel punto in cui in precedenza sorgeva il Teatro Ricotti-Fenice e che all’epoca soddisfaceva i bisogni di un vasto pubblico, in quanto offriva diversi tipi di intrattenimento. Nel 1906 inizia a operare anche come sala cinematografica. Nel 1914, invece, in quel punto venne inaugurato il Teatro Fenice, un complesso imponente costruito per accogliere un pubblico composto da tutti i ceti sociali e nel quale si potevano seguire spettacoli di varietà, proiezioni cinematografiche, concerti, eventi sportivi e via dicendo. Quando nel 1918 a livello statale venne decretata la soppressione dell’intrattenimento, Teatro Fenice continuò comunque a offrire un programma culturale. Ha mantenuto questa funzione fino al 2007, quando si è tenuta l’ultima proiezione cinematografica”, ha spiegato Dolores Oštrić. Nella realizzazione della mostra, ha aggiunto, lei e i suoi colleghi si sono avvalsi del lavoro essenziale dell’architetta Nana Palinić, autrice di diversi studi sul Teatro Fenice, uno dei più grandi Teatri in cemento armato secessionisti in Europa (unico nel territorio della Croazia odierna), e dei volumi di Velid Đekić riguardanti la scena musicale di Fiume nella seconda metà del XX secolo.

Ivan Braut, Damir Krizmanić, Biserka Dumbović Bilušić e Dolores Oštrić. Foto: Željko Jerneić

La soppressione del 1918
“Per quanto riguarda il decreto di soppressione di tutte le forme di intrattenimento a livello statale nel 1918, in questo momento non mi è noto quale sia stato il motivo per questa decisione – ha proseguito l’autrice della mostra –. Nonostante ciò, il Teatro Fenice ha proseguito con il suo programma e non è stato chiuso. Forse perché non vi venivano organizzati balli, ma altri tipi di eventi. Una delle caratteristiche più importanti era il fatto che il suo programma era ideato per una città cosmopolita in quanto era destinato a tutte le classi sociali e a diverse nazionalità; un’idea geniale”, ha rilevato la storica d’arte, stando alla quale la vita sociale e culturale di Fiume in passato sarebbe un tema molto interessante da affrontare in maniera seria, in quanto esso non è soltanto una cronaca, bensì possiede anche una dimensione sociologica, culturale e sociale.
“Anche se il manto esterno del Teatro Fenice lascia molto a desiderare – ha proseguito Dolores Oštrić –, all’interno il palazzo non è in gravi condizioni perché i dipendenti della Rijekatekstil (azienda proprietaria dell’edificio) si premurano a fare lo stretto necessario per mantenere lo status quo. Si tratta di un edificio di enorme valore che contiene ancora un’attrezzatura straordinaria che bisogna assolutamente conservare, perché fa parte della sua storia importante”, ha concluso Dolores Oštrić.

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