
FIUME | Dopo le incisioni in prima mondiale dell’opera integrale per pianoforte di Ivo Maček e di Blagoje (Benito) Bersa – per la collana “Grand piano” della “Naxos” – il pianista fiumano Goran Filipec si riprende il “palcoscenico” con un nuovo CD intitolato “Paganini at the piano”. Tale incisione raccoglie le composizioni per pianoforte dei grandi concertisti a cavallo tra ‘800 e ‘900 – Hambourg, Busoni, Zadora, Friedman –, che s’ispirarono, come tanti altri prima di loro, alle indiavolate musiche di Paganini. Pagine pianistiche di indubbio valore che, purtroppo, con l’andare del tempo, sono scivolate nel limbo dell’oblio. Sennonché, sono state reperite, per puro caso, da Goran Filipec nell’ambito delle sue ricerche per il dottorato che sta facendo presso il Conservatorio di musica e la Sorbonne di Parigi, dove egli risiede. Una volta constatato il loro spessore, Filipec non ha esitato di riportarle alla luce della ribalta e di immortalarle con la presente incisione.
Ne è risultata un’operazione culturale di pregio, sia per l’opera di recupero di queste pagine magistralmente scritte, sia perché le stesse rivelano l’alto livello tecnico, i gusti e la sensibilità musicale di questi grandi maestri del pianoforte, oltre che il loro ingegno compositivo; maestri che, tra l’altro, irradiavano ancora gli ultimi reverberi del romanticismo, essendo essi stati formati in una temperie culturale in cui aleggiava ancora lo spirito di Liszt.
Confessiamo di sentirci travolti e incantati da tutto questo splendore virtuosistico, da questa fantasmagorica creatività e sensibilità poetica di tali musiche, che poggiano, comunque, sempre su un ineccepibile gusto e calibratura; brani, che nel nostro caso, vengono valorizzati in somma misura dalla strepitosa interpretazione di Goran Filipec, definito, giustamente, dal critico Jed Distler del portale ClassicToday, “talento prodigioso”. Ma questo lo sapevamo già.
L’album contiene le variazioni di Mark Hambourg e Ignaz Friedman, entrambe basate sui Capricci paganiniani n. 24 e n. 5, pur differendo nelle loro peculiarità di stile e d’ispirazione. Il primo scrive in maniera piuttosto magniloquente, accentuando i contrasti dinamici tra le singole variazioni, mentre il secondo, spiritello alquanto bizzarro, raffinato e fantasioso, cuce insieme una sequela di deliziosi pezzetti musicali di carattere spesso contrastante.
Si prosegue con Ferruccio Busoni, ossia il suo noto brano “Introduzione e capriccio”, e con le trascrizioni di Michael Zadora dei Capricci n. 4 e n. 19 di Paganini.
Ancora una volta dobbiamo constatare in Filipec la sua marcata e versatile personalità musicale, il virtuosismo mozzafiato, la freschezza d’ispirazione, il senso del grandioso e della magniloquenza, l’imperiosa e quasi sferzante incisività del tocco, l’impetuosità risoluta e incalzante, il fascino e il garbo con cui passa dalle atmosfere più parossistiche alla liricità raccolta e meditata, a volte venata di malinconia, alla vivacità trionfante e alla giocosità; e via via in una miriade di climi e stati d’animo, facendo così rivivere ogni variazione nel suo particolare (Hambourg, Friedman).
Vastissimo spettro di emozioni
Artista raffinato ed “elettrizzante”, Filipec crea e trasmentte un vastissimo spettro di emozioni al quale corrisponde un altrettanto articolato ventaglio di colori e dinamiche.
Infine, Papandopulo, con le gustosissime trascrizioni dei Capricci di Paganini n. 18, n. 14 e n. 18., interpretate dal Nostro con giocosa ironia (Capriccio n. 18) e sfavillante virtuosismo.
Una goduria a trecentosessanta gradi. A Fiume i dischi di Goran Filipec si possono acquistare nel “Dallas shop”. Rileviamo che il presente e i precedenti cd del pianista sono stati pubblicati dalla “Naxos”.
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