Straordinaria serata musicale a Palazzo Modello

Nella Comunità degli Italiani di Fiume si sono esibiti il percussionista italiano Andrea Centazzo e il sassofonista croato Saša Nestorović, incontratisi per la prima volta durante le prove tenutesi il giorno del concerto

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Straordinaria serata musicale a Palazzo Modello
Saša Nestorović e Andrea Centazzo. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Straordinaria serata musicale l’altro giorno nel Salone delle Feste della Comunità degli Italiani di Fiume, che ha visto l’esibizione del percussionista italiano, naturalizzato statunitense, Andrea Centazzo e del sassofonista croato Saša Nestorović. Nell’ambito del concerto, una specie di anteprima della Biennale musicale di Zagabria, in programma dal 13 al 22 aprile, è stato proposto al pubblico fiumano un programma di altissima valenza artistica che raramente è possibile ascoltare a Fiume e pertanto ancora più prezioso.

Un intreccio di culture
La serata è stata introdotta dalla presidente della CI, Melita Sciucca, la quale ha osservato che il concerto di un musicista italoamericano e di uno croato è una combinazione perfetta a Palazzo Modello, che è a sua volta un intreccio di culture. Ha voluto inoltre ringraziare Sandro Damiani, ex direttore del Dramma Italiano, e Davor Hrvoj, giornalista, critico musicale e membro del Comitato per la programmazione della Biennale musicale zagabrese, per aver portato al Salone delle Feste i due eccellenti musicisti che, curiosamente, non si conoscevano prima del concerto e si sono incontrati per la prima volta durante le prove tenutesi nello stesso pomeriggio.

Omaggio a Steve Lacy
Ai presenti si è quindi rivolto Andrea Centazzo, il quale ha spiegato che quella sera si sarebbe tenuto un concerto speciale, dedicato al suo maestro, il sassofonista americano Steve Lacy, il quale a partire dagli anni Sessanta suonava esclusivamente il sassofono soprano, componendo diversi brani per questo strumento. Ha quindi osservato che anche il suo collega Saša Nestorović avrebbe suonato un sassofono soprano per l’occasione.
I due musicisti hanno proposto un programma composto sia da brani di Steve Lacy che quelli scritti da Centazzo. Come spiegato dal percussionista, una caratteristica di Lacy era quella di comporre le melodie e quindi di “romperle” per suonare liberamente. Ha quindi raccontato che al primo incontro con Lacy a una prova, quando il sassofonista americano era già un nome illustre sulla scena musicale jazz, era terrorizzato. “Io provenivo da un’esperienza musicale con il pianista Giorgio Gaslini, che suonava un jazz d’avanguardia con molte parti scritte – ha ricordato Centazzo -. A questa prova ero molto emozionato. Non c’era alcuna partitura, per cui chiesi a Lacy che cosa avessi dovuto fare, al che egli mi rispose ‘Suona quello che senti dentro di te’. Questa sua frase è stata determinante per me perché capii come fosse possibile uscire dagli schemi”.

Le percussioni come un’orchestra
Il primo brano in programma è stato “Bone” (Osso), di Lacy – Centazzo ha osservato che tutte le composizioni del sassofonista portano nomi particolari -, in cui la solida base ritmica viene arricchita da Centazzo con suoni preregistrati sul computer, che ampliano il suono delle percussioni in modo da sembrare un’orchestra. Sopra il ritmo incalzante della particolare batteria di Centazzo, Nestorović ha “ricamato” una vivace melodia tonale seguita da improvvisazioni basate sull’atonalità. La musica jazz d’avanguardia ha infatti la sua origine nell’atonalità e possiede una struttura predeterminata su cui si snoda l’improvvisazione. Questa caratteristica è chiaramente visibile nella musica di Lacy, che cattura l’attenzione dell’ascoltatore con la sua straordinaria inventiva e le sorprendenti sonorità prodotte dalle percussioni di Centazzo.

Sonorità sorprendenti
Il duo ha quindi proposto il brano “Chirimia”, che Centazzo scrisse negli anni Settanta per la sua Mitteleuropa Orchestra, dopodiché lo ridusse per formazioni più piccole. La musica di Centazzo differisce da quella di Lacy per il fatto che è molto più ancorata nell’atonalità. Ciò che la rende unica sono sempre le sonorità sorprendenti delle percussioni, arricchite dall’elettronica, sulle quali il sassofono snoda le sue improvvisazioni.
È davvero incredibile che dopo soltanto una prova i due musicisti siano riusciti a offrire un’esibizione talmente affiatata e armoniosa, in cui la complessa struttura ritmica dei vari brani non ha rappresentato un ostacolo per interpretazioni vigorose e trascinanti.
Hanno fatto seguito i brani “Tina’s tune” (La melodia di Tina) di Lacy, che possiede un tema complesso con una sequenza ripetuta, come spiegato da Centazzo; “The duck” (L’anatra), composto dal percussionista italiano, caratterizzato da interventi virtuosistici di Nestorović, che si evolve in direzioni inaspettate. Si sono susseguiti altri quattro brani, mentre a concludere la splendida serata è stata la brillante composizione di Centazzo “Celli’s restaurant”, che è stata il culmine del concerto. Il pubblico ha seguito l’esibizione dell’eccellente duo con grande attenzione e ha premiato i musicisti con forti e copiosi applausi. Oggi, il duo sarà in concerto a Zara, nella Sala polivalente di Palazzo del Provveditore (ore 19.30).

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