Storia e tradizione del misterioso Moretto

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Storia e tradizione del misterioso Moretto

FIUME  I segreti del moretto fiumano con tutta la sua eleganza e solennità, antecedente alla tradizione orafa veneziana. Se n’è parlato ieri nell’Aula consiliare della municipalità fiumana in occasione della presentazione di “Tajanstveni Morčići – Moretti misteriosi” (Putovanje kroz višestoljetnu povijest riječkog zlatarstva – Un viaggio nella storia plurisecolare dell’arte orafa fiumana). Si tratta della versione aggiornata della monografia, ora trilingue (croato, italiano e inglese), scritta dal maestro orafo Gjon Antoni e pubblicata, grazie al sostegno della Città di Fiume, per i tipi dell’azienda editoriale AR, Agenzia Roma di Fiume.

La presentazione, a cui ha preso parte un numeroso pubblico, si è svolta nell’ambito delle Giornate di San Vito. A introdurre l’evento è stato il sindaco Vojko Obersnel rilevando che la Città, da un’idea fortemente appoggiata dall’orafo Gjon Antoni – pronto a lasciare in eredità l’intera sua collezione e gli strumenti di lavoro necessari a fabbricare i moretti alla “vecchia maniera” – valuta la possibilità di fondare un Museo del moretto con bottega artigianale. “Un museo – ha spiegato il primo cittadino – che in maniera autentica faccia conoscere a tutti la storia del gioiello fiumano. Per il momento sono al vaglio diverse location in Cittavecchia, per la salvaguardia di questa bellissima tradizione, altrimenti destinata all’estinzione”, ha detto ancora il sindaco.

Il nesso tra il moretto e Fiume

Jasna Gržinić – che assieme a Ivo Vidotto, ha curato la revisione linguistica del volume –, ha parlato del nesso storico che lega il moretto a Fiume e della sua evoluzione. Il volume si pone in questo senso come un viaggio alla scoperta di questo gioiello, con una carrellata di tutti i tipi di moretti, in modo da scoprire le loro origini e lo sviluppo storico.
Nel libro, la cui introduzione è stata firmata dall’arcivescovo di Fiume, mons. Ivan Devčić e dall’archeologa Erika Jurišević, si scoprono tantissime informazioni sul gioiello. Nel volume viene raccontato che la produzione dei moretti ebbe inizio nel XIII secolo, inizialmente come gioielli maschili, e poi con il tempo fu affiancata anche dalla versione femminile, la cosiddetta moretta. Sono illustrati inoltre i riti legati all’acquisto dei gioielli destinati ai primogeniti delle famiglie fiumane di un tempo, e sono menzionati alcuni tra i più celebri orafi fiumani del passato.
L’autore Gjon Antoni – nato a Skopje nel 1947 e stabilitosi a Fiume nel 1955, forse l’ultimo morettista della “vecchia scuola” – ha parlato del gioiello che considera il più importante esemplare della monografia, ovvero la corona del XIX secolo cesellata con 199 moretti e 43 rubini, custodita nella Cattedrale di San Vito, ma anche di come sia errato associare il moretto ai turchi, in quanto l’origine dell’insolito gioiello fiumano è largamente antecedente alle incursioni dei mori del XVII secolo. Oltre all’autore, a parlare del volume è stato anche l’editore, il giornalista vaticanista Silvije Tomašević, sottolineando la necessità di promuovere il moretto in quanto gioiello fiumano unico nel suo genere.
Il volume, ricco di foto, può essere acquistato esclusivamente nella cartolibreria dell’EDIT in Corso a Fiume, e in occasione delle Giornate di San Vito a prezzo scontato (100 kune).

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