Standing ovation per una diva

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Standing ovation per una diva

FIUME Standing ovation e applausi a non finire per la primadonna nazionale Mirella Katarinčić Toić, che l’altra sera nel Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume, dopo quarant’anni di felice carriera artistica, ha tenuto il suo ultimo concerto alla presenza di quel pubblico fiumano che in tutti questi decenni l’ha seguita fedelmente e con passione. Abbiamo ascoltato con attenzione la sua bella e duttile voce, pensando che fosse forse l’ultima volta che risuonasse nell’etere del Teatro fiumano.

Nel corso della sua lunga e proficua carriera, Mirella Katarinčić Toić ha dato vita a una vasta e svariata galleria di personaggi lirici: dalla mozartiana donna Anna e Fiordiligi, alle eroine pucciniane Ciocio-san, Mimì, Tosca. L’artista fiumana, con la sua voce omogenea di soprano lirico spinto, ricca di armonici, non poteva non sfociare nel grande repertorio verdiano, interpretando i personaggi iconici dell’opera ottocentesca quali Violetta, Leonora nel “Trovatore“ e nella “Forza del destino”, Aida, Amelia nel “Ballo in maschera” e in “Simon Boccanegra”; e infatti l’artista, giustamente, viene considerata dalla critica cantante verdiana per eccellenza, che ha segnato in maniera importante la scena lirica nei teatri in Croazia, come pure in quelli dell’ex Jugoslavia.
Coraggio
Mirella Katarinčić Toić – che ha iniziato lo studio del canto con il noto soprano Karmen Vilović per proseguire all’Accademia di Lubiana con Ondina Otto, perfezionandosi ulteriormente con il celebre mezzosoprano Biserka Cvejić e la cantante da concerto, Olivera Miljaković, a Vienna – è sempre stata un’artista coraggiosa, grande professionista e lavoratrice instancabile. Per dire del suo coraggio vogliamo ricordare che la giovane Mirella, fresca di studi, debuttò a Fiume nientemeno che con il ruolo di Tosca, un grosso boccone anche per le artiste più esperte. Di quello spettacolo rileviamo un mirabile “Vissi d’arte vissi d’amore”, che riscosse gli applausi entusiastici del pubblico fiumano. Come non ricordarla nella parte di Leonora nel “Trovatore”, che interpretò con successo con l’Opera di Fiume pure a Lussemburgo. Alta, statuaria, fiera, nei meravigliosi costumi di Ružica Sokolić Nenadović, ricordiamo i bellissimi e vellutati “piani” condotti con animo entro un fraseggio tornito ed elegante, e ogni volta donavano timbri ed emozioni che incantavano.
Per quanto riguarda la voce di Mirella, rileviamo che si tratta di una vocalità particolare e non comune, in quanto in virtù della vasta estensione, elasticità, duttilità, potremmo definirla come “voce belcantistica”, o voce ottocentesca.

Parti dense di colorature
All’epoca infatti, prima che succedesse la “specializzazione” della voce sopranile (leggero, lirico, drammatico), le artiste eseguivano sia parti con tessiture da mezzosoprano che da soprano, ovviamente dense di colorature. Mirella, infatti, è stata in grado in cantare ruoli gravidi di colorature belcantistiche – la ricordiamo come magnifica e virtuosistica Zinaide nel “Mosè” rossiniano, in cui la sua voce funzionava con l’esattezza e pulizia di uno strumento musicale – non meno che parti drammatiche verdiane, che da mezzosoprano, quale Santuzza. In realtà l’artista fiumana – dotata di un registro grave molto corposo – volendo avrebbe potuto essere, senza difficoltà pure una splendida Amneris, Eboli, Azucena, ossia fare il repertorio di mezzosoprano. Sono doti vocali non comuni, che possiamo trovare in cantanti quali Dunja Vejzović, Nelli Manuilenko, Maria Callas, Kristina Kolar…
E quindi, la belliniana sacerdotessa druida “Norma”, corona e apice del percorso artistico della cantante fiumana, per la cui interpretazione sarà insignita di ben tre premi nazionali!
Ed è proprio con “Norma” che ha avuto il via il concerto dell’altra sera allo “Zajc”, iniziato con la fremente Ouverture – direttore era Igor Vlajnić – seguita da “Norma viene” dal primo atto, per continuare con “Sediziose voci” e sfociare nella sublime “Casta Diva”, miracolo insuperato di lirismo melodico. In quest’occasione Mirella Katarinčić Toić per l’ennesima volta ha palesato il suo vivo senso drammatico nel recitativo – in duetto con Slavko Sekulić –, rivelando nell’aria una freschezza vocale che altre cantanti della sua età certamente non possono vantare, non meno che la corposità e agilità di voce nei melismi centrali del pezzo. Applaudita calorosamente, l’artista nel corso del concerto ha eseguito con sentita partecipazione pure “Morrò ma prima in grazia”, l’aria di Amelia – in duetto con Robert Kolar – cantante d’incisiva drammaticità e consistente vocalità –, che ha esternato tutta una gamma di sentimenti d’amore e di delusione nell’aria di Renato “Eri tu che macchiavi” dal “Ballo in maschera”. Mirella Katarinčić Toić non si è certo risparmiata nell’aria di Elisabetta “Tu che le vanità” dal “Don Carlos”, facendo emergere i forti sentimenti e i conflitti amorosi di questo personaggio. La cantante non poteva non interpretare ancora una volta “Vissi d’arte, vissi d’amore”, la preghiera di Tosca, uno dei suoi preferiti cavalli di battaglia – restituita con voce vellutata e fraseggio morbido.

Gli ospiti
Ospiti della serata erano Robert Kolar, che ha conquistato il pubblico con “Cortigiani vil razza dannata”, Vanja Zelčić, graziosa e tecnicamente abile nelle arie di Olimpia dai “Racconti di Hoffman” e di Adele dal “Pipistrello”; Slavko Sekulić si è prodotto in maniera valida in “Ella giammai m’amò”, continui però a studiare. Davor Lešić ha eseguito “Recondita armonia” e “Torna a Surriento” rivelando una voce smaltata, ma con evidenti problemi negli acuti.
Infine, la primadonna, tutta infiorata e commossa, ha ricevuto le congratulazioni e i ringraziamenti del sindaco di Fiume, Vojko Obersnel. Tanti i telegrammi, con in testa quello del ministro per la Cultura, Nina Obuljen Koržinek.

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