Spalato. Le artiste eroine della collezione Meneghello

L'esposizione spalatina, attraverso opere pittoriche, scultoree e grafiche, ripercorre l'evoluzione dell'espressione tecnica e intellettuale di autrici croate

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Spalato. Le artiste eroine della collezione Meneghello
La raffigurazione della tragedia umana e dell’ironia. Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Nell’antica Piazza dei fratelli Radić, presso lo storico Palazzo Milesi a Spalato, è in visione una mostra di quadri, sculture e oggetti creati utilizzando la tecnica della grafica. Si tratta di una collezione fatta da artiste femminili croate rinomate in campo internazionale. La mostra della collezione di Dagmar Meneghello è intitolata “Le artiste eroine della collezione Meneghello. Rosso o rossa come il trauma”. La collezione raccoglie i cicli artistici delle artiste che raccontano, con il trascorrere degli anni, attraverso le loro opere pittoriche, scultoree e grafiche, l’evoluzione della loro espressione tecnico-artistica ed intellettuale. La mostra crea uno spazio immerso e proiettato nell’Eros del Mediterraneo. Nelle opere delle artiste viene rappresentato un luogo di Eros solitario che risveglia i sogni ad occhi aperti e situazioni con i fantasmi dei desideri delle anime femminili più agitate. La pittura è creata come un sorta di respiro del corpo attraverso le mani che disegnano le tele mediante colori pulsanti. Le opere sublimano lo spazio delle pitture che diventano materia viva al pari di una pelle che respira. Si notano sentimenti e concetti del modernismo quali la tragedia umana, il rimpianto, l’ironia, l’autoironia e il grottesco. Medusa diventa un personaggio matriarcale, il centro e punto di riferimento artistico del modernismo della collezione Meneghello. Il desiderio sensuale viene raffigurato principalmente come un grande deserto, che parla e raffigura i sentimenti del dolore e della solitudine umana vissuti in una grande folla. Questo sentimento viene interpretato in maniera forte al pari della sordità e dell’esclusività di Narciso che vive nel proprio riflesso della ninfa Eco. Il rosso che viene citato nel titolo della mostra indica l’eccitazione interiore espressa nelle opere delle artiste. Il rosso, che diventa sentimento per l’incanto magico dell’Amore e dell’Eros, è il principale elemento. Questi due guidano le opere d’arte in altre espressioni individuali che si provano attraverso il dolore, la solitudine, la disperazione, la separazione, il rimpianto, la trascendenza. Le opere appartengono a periodi del modernismo del 1970, del postmodernismo intorno agli anni ‘80 e a quello del 1990 del metamodernismo. In questi periodi operano le eroine artistiche di Meneghello nella sua vasta collezione. In una parte della sala vi è una copiosa collezione di quadri acquistati dal collezionista nel 1974 dalla pittrice e scultrice Nives Kavurić Kurtović. In queste opere si notano i paradigmi dell’arte moderna nella promiscuità dei discorsi postmoderni espressi in una nuova figurazione artistica. I quadri esprimono un’anima agitata e sono in continua evoluzione espressivo-sentimentale-artistica. I dipinti e le sue grafiche diventano sempre più crescenti nella collezione Meneghello. Nella sala si può notare una collezione Meneghello con un suo titolo e un’altra collezione di opere di Kavurić Kurtović intitolata “I colori della sete”. Il mondo femminile nell’arte croata dà vita a una sezione a parte. La mostra inaugurata nell’ambito del 68.esimo Festival spalatino può essere visitata fino a domani.

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