Serata sinfonica di grande successo

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Serata sinfonica di grande successo

FIUME | È stata una serata sinfonica di altissimo gradimento il concerto dell’Orchestra del TNC “Ivan de Zajc”, giovedì sera al Teatro fiumano, diretto dall’eccellente Maestro coreano TaeJung Lee, che ha proposto pagine del giovane compositore italiano Daniel Espen, di Richard Strauss e F. Mendelssohn. Ci pare che codesto abbinamento di musica attuale e di pagine piene di slancio, del primo e del tardo romanticismo, abbia conferito al programma una particolare nota di freschezza, gustata con palese piacere dalla folta platea.

ll concerto, in apertura di serata, ha visto la prima esecuzione assoluta di “The eternal return”, di Daniel Espen, composizione sinfonica composta da cinque ballate, il cui filo rouge va ricercato nel carattere filosofico, nella matrice concettuale di base che sorregge e “lega” i cinque movimenti, come pure nell’affinità tematica che emerge e pervade i vari brani, facendone un armonioso e meditato “insieme”. In verità ci eravamo preparati al peggio; ossia a pagine cervellotiche, astruse e sterili, grige e pesanti come il piombo, oppure un gioco pirotecnico di effetti violenti ed esperimenti sonori, spesso fine a sé stessi. Insomma una di quelle “composizioni” che vanno per la maggiore e dopo il cui ascolto ti ritrovi psicologicamente prostrato e vuoto. E invece no. Invece abbiamo incontrato la Musica. Espen, evidentemente in coerenza con sé stesso, tramite un linguaggio aggiornato e tuttavia di piacevole fruibilità, riflette sul destino, sul senso del Cosmo, sulla missione dell’uomo, sulla sua lotta quotidiana per la sopravvivenza. Codeste pagine coloristicamente varie e raffinate, sono trapuntate da una vena lirica di ampio respiro, e che a seconda dei contenuti, si declinano in intense drammaticità, in incisività impetuose, in robuste costruzioni contrappuntistiche. La trasparenza della partitura è dovuta ai continui interventi solistici del violino, flauto, violoncello, oboe, fagotto e via dicendo. Il brano palesemente, ha “preso” il pubblico, il quale ha salutato l’autore e gli esecutori con calorosi e prolungati applausi. Facciamo notare che la composizione è stata scritta appositamente per l’Orchestra di Fiume. Eccellente lo sloveno Boštijan Lipovšek, che ha brillantemente interpretato il Concerto per corno e orchestra n.1 di Richard Strauss. Il suo virtuosismo tecnico, la qualità del suono, la spiccata musicalità, il “saper cantrare” e la sua alta cultura musicale ne fanno un solista di prim’ordine. Pubblico entusiasta.
Ha fatto seguito la Sinfonia n. 5 in re minore, Op. 107, conosciuta anche con il nome di “Riforma”, di Felix Mendelssohn. Fu composta nel 1830, per il trecentesimo anniversario della presentazione della Confessione augustana, la prima esposizione ufficiale dei princìpi del protestantesimo redatta nel 1530 da Filippo Melantone. Il primo e ultimo movimento sono intessuti di inni religiosi e di slanci impetuosi.
Il Maestro TaeJung Lee si è approcciato alla partitura con lucido rigore e devozione, facendo vivere in ogni frase e dettaglio lo spirito della narrazione musicale nella sua vasta gamma espressiva. Dall’ “Introduzione”, eseguita in maniera raccolta e interiore, agli incisivi slanci dell’”Allegro con fuoco”, che esprime, nelle intenzioni dell’autore, il conflitto fra la fede incrollabile e le lotte religiose; al brillante e delicato “Allegro vivace” con la sua parentesi bucolica, facendo cantare gli archi con malinconica liricità nell’“Andante”. Per esaltare infine il maestoso corale “Ein’ feste Burg”, composto da Lutero, e le sue conseguenti elaborazioni eseguite con decisione e chiarezza, per quindi concludere e suggellare il tutto in modo grandioso e solenne con il già citato corale. Il Maestro, con la sua ardimentosa, severa e calibrata lettura è riuscito a ottenere dai validissimi musici la loro disciplinata e sentita partecipazione che ha vivamente coinvolto il pubblico in sala. Taejung Lee dirige con successo sia il repertorio sinfonico che quello lirico. Formatosi all’ Accademia di Vienna con Uroš Lajovic, si è fatto apprezzare anche da maestri di alta levatura. Zubin Mehta lo ha definito “ direttore eccellente, d’incommensurabile abilità e straordinaria musicalità”.

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