
Nel penultimo o ultimo weekend di maggio è di scena la musica elettronica con il festival Sea Star, “figlio” del noto marchio Exit di Novi Sad. Così è stato anche quest’anno, la cui line-up si è snodata in tre location all’interno del resort Stella Maris a Umago. Il bilancio è di 44mila visitatori, con importanti ricadute – lo ha ribadito più volte il Comune – sul comparto turistico ed enogastronomico. In otto anni di attività (anzi sette, se escludiamo l’anno della pandemia che ha imposto lo stop), certamente molti aspetti sono cambiati – impossibile negare l’aumento dei prezzi dei cibi e bibite, salatissimo quest’anno, inoltre, il posteggio all’esterno del resort. Gli organizzatori sono comunque soddisfatti, “soprattutto se guardiamo il contesto generale. È un anno alquanto difficile per i festival di questo tipo perché i biglietti non vanno ovunque a ruba. Noi abbiamo superato le vendite dell’anno scorso. Cerchiamo di tenere un equilibrio tra i costi generali e i nostri prezzi d’ingresso, ma le sfide sono tante e complesse”, ci ha detto Sanjin Đukić, direttore del Sea Star.
Linguaggio di denuncia sociale
Tra le sfide principali, è sempre quello di soddisfare il pubblico in fatto di offerta, sicurezza e logistica: al Sea Star la media è di 23-24 anni – sono generazioni costantemente in cerca di novità nella fruizione della musica, negli stili, modi per interagire ed esprimersi. Si spiega forse così il fatto che la line-up di quest’anno, soprattutto il primo giorno, ha dato leggermente più spazio al rap, trap e hip hop perché accattivanti nei ritmi, ma soprattutto nei linguaggi, spesso di denuncia sociale e ribellione. Ecco così i croati 30Zona e Špiro i Tej, Peki, la serba Micka Lifa, il duo sloveno MihaMih & Diinzo che hanno cantato nelle loro lingue – “sin dall’inizio – precisa Đukić – abbiamo voluto dare sia al Sea Star che all’Exit un’impronta regionale, cioè aprire una panoramica sulla produzione croata e dei Paesi contigui”. Il mainstream resta però pilastro del festival con nomi che attirano la massa, già ospiti di eventi dal calibro di Tomorrowland, Sea Star, Coachella, Ultra e dello stesso Exit: la line-up di quest’anno ha visto le esibizioni di Indira Paganotto, gli Hate Models, Lost Frequencies – deejay, questi, nel 2024 tra i 100 migliori al mondo secondo la classica stilata dalla rivista DJ Mag, specializzata nel settore della musica elettronica.
Spazio alla socializzazione
Tra le sorprese il tedesco Patrick Mason, un leone da palco – anzi, da consolle – che interpreta i brani techno mettendoci tutto il suo corpo, esile e sottile, ma dall’energia inebriante. Alcuni performer tornano spesso a Umago, come la cantante Senidah, quest’anno – a differenza delle edizioni precedenti – affiancata da una band senza deejay. Ed è stata una delle poche headliners del Sea Star 2025 che si è concessa alla stampa. Nata in Slovenia di origini montenegrine, spazia con successo in tutta l’area dei Balcani. “In un mondo oggi molto complesso, che valore dai al multiculturalismo?” – le chiediamo. “È alla base di tutto. Penso che nella musica dovremmo mescolarci quanto più e dare spazio alla socializzazione. È anche occasione per mostrare qualcosa di nuovo. Se collabori con altre culture, tu trasmetti qualcosa agli altri e viceversa: il risultato non può essere che magico” – risponde, menzionando anche il suo ultimo album “Sen i Dah”, “è in parte introspettivo perché descrivo i miei momenti belli e meno belli, soprattutto ciò che ho vissuto l’anno scorso”.
Da Tommy Cash a Loreen
Protagonisti oramai fissi sono i cantanti e band reduci dall’Eurovision Song Contest – così è stato l’anno scorso con l’umaghese Baby Lasagna – il suo primo concerto in casa dopo il grande successo col secondo posto conquistato a Malmö, in Svezia. Ospite del Sea Star 2025 è stato Tommy Cash, che all’Eurovision ha rappresentato l’Estonia. A Umago, con un’esibizione di circa un’ora, ha avuto occasione di presentarsi a tutto tondo, cosa che non ha potuto fare in quei pochi minuti sul palco dell’Eurovision. Parlando di genere musicale, difficile – se non impossibile – dare a Tommy un taglio specifico: rap, trap, techno, punk portati all’estremo, al Sea Star circondato da immagini sul grande schermo che scorrevano mille all’ora. L’effetto è frenetico e coinvolgente, così come è coinvolgente il brano portato all’Eurovision “Espresso macchiato” – una sorta di parodia sui luoghi comuni in Italia che ha scatenato non poche disapprovazioni da parte del Belpaese. Eppure, molti danno per sicuro che sarà il tormentone di quest’estate: stando all’esibizione a Umago, i presupposti ci sono perché il pubblico si è infiammato cantando assieme: “Mi amore, espresso macchiato, por favore espresso macchiato….” Finito lo show, Tommy ha lasciato spazio a una sua collega dell’Eurovision Song Contest: Loreen, l’unica donna ad aver vinto due volte la competizione canora più famosa (e anche discussa) in Europa. Dopo la turbo esibizione di Tommy, con Loreen si è passati a un’atmosfera più pacata, ma non meno impegnativa. Vestita tutta in nero con una corazza metallizzata, unghie e capelli lunghissimi, calata in una scenografia lunare, l’effetto è quasi mistico o spirituale che però con la possente voce, ti entra sotto la pelle. Si conclude così questa edizione del Sea Star: le parole le vogliamo affidare a Patrick Mason, che, come Senidah, ha dedicato alcuni minuti a noi della stampa: “Agli eventi musicali c’è bisogno di connessioni più autentiche, il pubblico è troppo impegnato a stare sui telefoni. E c’è bisogno di allargare gli orizzonti”.
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