Saša Matovina: «Le lingue sono una ricchezza da preservare»

L'ideatore della kermesse ripercorre i due decenni del Festival annunciando il ricco programma di una nuova edizione

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Saša Matovina: «Le lingue sono una ricchezza da preservare»
Il direttore artistico del Festival, Saša Matovina. Foto: Roni Brmalj

“ČAnsonfest”, la rassegna musicale di Castua dedicata alla chanson in ciacavo, festeggia in questi giorni la sua 20esima edizione. Abbiamo posto alcune domande a Saša Matovina, che insieme a Sanjin Mandičić è uno dei due “papà” del Festival.

Com’è nata l’idea di “ČAnsonfest”?
“L’idea di ‘ČAnsonfest’ nacque nell’autunno del 2004, dopo che il mio collega e amico Sanjin Mandičić, con il quale ancora oggi dirigo il Festival, mi espose l’idea di una manifestazione riservata alle canzoni scritte in dialetto ciacavo del nostro territorio, cioè la costa settentrionale adriatica. Sanjin e io lavoriamo insieme nel Coro dell’Opera del TNC ‘Ivan de Zajc’, perciò all’epoca, durante le lunghe pause delle prove, iniziammo a trascorrere il tempo conversando sull’argomento e sulla sua realizzazione. Cominciammo così a sviluppare congiuntamente quest’idea, volta a incoraggiare la creazione autoriale basata sulla cultura ciacava della nostra regione, ed essa trovò subito terreno fertile a Castua. L’allora sindaco ci diede pieno sostegno, ponendo le condizioni sia per iniziare seriamente a lavorare al progetto, sia per il successivo, ulteriore sviluppo di ‘Čansonfest’ come Festival unico e riconoscibile della chanson ciacava, che negli ultimi anni sta giocando un ruolo sempre più importante nella mappa di cantautori della Croazia”.

La kermesse è cresciuta molto, vi sareste aspettati di diventare un punto di riferimento così importante?
“All’inizio non avevamo grandi aspettative, abbiamo iniziato in modo modesto. La risposta positiva del pubblico, l’affetto degli spettatori, l’interesse crescente da parte degli autori e dei cantanti, hanno reso il Festival sempre più autorevole, di migliore qualità, oserei dire più autenticamente ‘chansonnier’. Anno dopo anno, ‘ČAnsonfest’ giustifica sempre più la sua esistenza ma anche il suo nome, in cui la chanson ciacava occupa un posto centrale. Ogni festival, incluso ‘ČAnsonfest’, è realizzato innanzitutto da autori e interpreti che vogliono presentare il loro lavoro creativo e la loro energia al pubblico, che nel nostro caso vuole ascoltare e apprezzare quel lavoro attraverso la chanson. Senza questo reciproco legame non saremmo certamente arrivati ​​a questo punto dello sviluppo della manifestazione, di cui attendiamo insieme con ansia ogni nuova edizione. Per questo motivo vorremmo ringraziare tutti coloro che permettono di realizzare il Festival perché noi, come ideatori e organizzatori, abbiamo l’obiettivo di favorire le migliori condizioni possibili per premiare l’impegno devoto e sincero di poeti, compositori, cantautori, interpreti e chansonniers”.

Un importante passato
Castua conta soltanto 10mila abitanti eppure ha una scena culturale ricchissima. Qual è il segreto della vostra cittadina?
“Credo che il segreto sia proprio quello di cui parlavo poco prima, ovvero la creazione delle condizioni ideali per lavorare. Nel corso del tempo e fino ai giorni nostri, le amministrazioni della nostra Città hanno sostenuto le attività nel campo della cultura e dell’istruzione. Storicamente Castua ha avuto un ruolo importante ed è stato il centro educativo e culturale di tutta la nostra regione. La prima sala di lettura croata in Istria fu fondata nel 1866 con il nome di Čitalnica o Kastavska čitalnica (poi Hrvatska čitaonica), alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo operavano già numerose scuole professionali e anche la Scuola degli insegnanti, che è stata il primo istituto superiore croato nella zona del Quarnero e delle isole”.

Lei fa mille cose; recita, canta, dirige le klape “Kastav” con cui gira il mondo, produce, organizza “ČAnsonfest”… Dove trova il tempo per seguire tutto e quanto tempo richiede l’organizzazione del Festival?
“La chiave di tutto ciò che ha elencato è l’impegno per qualcosa che ci appassiona, l’amore per ciò che facciamo. Quando fai qualcosa che ti soddisfa veramente e completamente, niente è difficile e c’è abbastanza tempo per tutto. Chiaramente è necessario stabilire le priorità in modo rapido ma dettagliato, il che si traduce nella capacità di saper organizzare bene il proprio tempo. L’organizzazione stessa del ‘ČAnsonfest’ è, posso tranquillamente dirlo, un lavoro che dura tutto l’anno. I due o tre giorni del Festival, con la Serata delle nuove composizioni che ne è il momento clou, sono solo la conclusione di preparativi durati un anno intero. Si inizia con il bando del concorso per brani inediti, seguito dalla loro selezione da parte della commissione, da numerosi contatti con gli autori dei testi e delle musiche e con gli interpreti. Successivamente vengono registrate le nuove canzoni per l’album, segue la preparazione dell’intera produzione per la performance dal vivo, nonché l’importantissimo aspetto degli annunci ai media di tutti gli eventi legati al Festival. Quando cala il sipario, lavoriamo duramente anche per garantire che la sua atmosfera raggiunga il più vasto pubblico possibile attraverso i video e la registrazione televisiva. In tutto questo già dalla terza edizione ci ha dato un grande sostegno, tra gli altri, la Radiotelevisione croata (HRT), grazie alla quale il nostro ‘ČAnsonfest’ ha da tempo oltrepassato i confini dell’area di lingua ciacava. Questo fatto rappresenta un grande riconoscimento della qualità del nostro Festival, ma anche il raggiungimento degli obiettivi fissati al momento del suo lancio, ovvero preservare la lingua ciacava e incoraggiare la creazione artistica attraverso il suo uso attivo”.

Non solo musica
“ČAnsonfest” compie vent’anni: quali sorprese ci aspettano per questa celebrazione?
“Per l’edizione del 20esimo anniversario abbiamo preparato un programma davvero ricco. Domani, 28 agosto alle ore 20 nella Galleria Trojica in piazza Lokvina è prevista l’inaugurazione della mostra d’arte tematica internazionale ‘100 koluri – Colori e profumi del Mediterraneo’ della Galleria Brešan di Spalato, che presenterà le opere di 18 artisti provenienti dall’Italia e dalla Croazia e che sarà possibile visitare fino al 6 settembre.

Il giorno dopo, giovedì 29 agosto a partire dalle ore 21, sempre in piazza Lokvina, ci aspetta una vera chicca dedicata ai vent’anni del nostro Festival. Tradizionalmente prima dell’evento principale del Festival si tiene ‘Na kastafskeh šternah’, una serata di poesia e musica acustica. In occasione dell’edizione celebrativa, in un’atmosfera intima, sgombra da interventi tecnici, attraverso versi parlati e cantati ma anche conversazioni con gli ospiti ricorderemo il tesoro creativo del ‘ČAnsonfest’. I partecipanti a questa serata saranno Nevia Rigutto, Karla Pupis, Rajka Jurdana Šepić, Duško Jeličić, Daniel Načinović, Mauro Staraj, Igor Lesica, Robert Funčić e Hrvoje Hegedušić. Infine, naturalmente, la Serata delle nuove composizioni che avrà luogo venerdì 30 agosto a partire dalle ore 20.30, quando presso la Crekvina verranno presentati 16 nuovi brani che concorreranno per cinque premi in denaro (Premio per il miglior testo, Premio per la migliore composizione – ČAnson, Premio per la migliore interpretazione, Premio del pubblico e il prestigioso riconoscimento al miglior cantautore). La particolarità di quest’anno è quella di portare, come mai prima d’ora, un maggior numero di chansons composte su versi scritti in dialetti di località che raramente capita di sentire. Questo ci rende davvero felici perché è esattamente ciò che ci siamo prefissati come uno dei compiti principali: strappare dall’oblio la lingua che abbiamo ricevuto in pegno e realizzare nuove opere grazie a essa”.

Come ha detto, “ČAnsonfest” si prefigge l’intento di preservare il ciacavo attraverso le canzoni. Quale pensa sia il futuro del ciacavo e crede che sia ancora in buona salute?
“Le lingue sono materia viva. Si sviluppano e cambiano, e possono essere mantenute solo se le usiamo attivamente in tutte le forme, cioè parlare, leggere e scrivere. Il valore aggiunto in questo caso è la produzione di nuovi lavori sulla base del ciacavo, a cui ci dedichiamo sinceramente e completamente fin dalla fondazione del ‘ČAnsonfest’, perché in questo modo crediamo di poter dare il nostro miglior contributo alla conservazione della ricchezza che abbiamo ereditato e che ci rende unici”.

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