Rovigno. La Colonia artistica arteria culturale della città

La manifestazione vuole essere un omaggio al suo fondatore, Bruno Mascarelli, scomparso poche settimane fa

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Rovigno. La Colonia artistica arteria culturale della città

ROVIGNO | Un’apertura della tradizionale Colonia artistica dai toni decisamente diversi, quella che ha caratterizzato l’inizio dell’edizione 2019, inaugurata al Museo civico di Rovigno. Davanti a un numeroso pubblico accorso per l’occasione, la prima grande novità è stata svelata dalla direttrice dell’ente, Tajana Ujčić, la quale oltre a porgere i propri saluti ai graditi ospiti e a ringraziare il Comando dei Vigili del fuoco e l’Università Popolare di Rovigno per il loro aiuto nell’allestimento della mostra, ha fatto sapere che da questa edizione i premi saranno consegnati durante l’intero svolgimento della rassegna, diversamente da quanto accadeva fino ad’ora, quando ciò avveniva durante la serata inaugurale.
Un messaggio diverso, invece, quello che si cela dietro al discorso del curatore della mostra e responsabile del reparto delle belle arti del Museo, Dario Sošić, il quale ha voluto enfatizzare la chiusura di un ciclo durato ben sessantasei anni, partito per l’appunto con la prima edizione della Colonia artistica e conclusosi, secondo Sošić, quest’anno, con la scomparsa del suo creatore, Bruno Mascarelli e il cambiamento di alcune dinamiche della mostra stessa. La fine di un periodo romantico, secondo il curatore, per una manifestazione che per più di sei decenni si è basata quasi esclusivamente sull’amore per l’arte, ma che ora sta mutando, lasciandosi i sogni dietro alle spalle e voltandosi verso un mondo dominato dal paradigma del profitto protetto dalla politica. Le mostre future, ha continuato rammaricato Sošić, non avranno quel gusto d’amore e arte che le hanno contraddistinte in passato, ma saranno progetti creati da “esperti”, eventi dediti alla commercializzazione, soprattutto perché quello che è nato dal nulla, ora è diventato redditizio e non potrebbe sopravvivere diversamente.
Tralasciando le criticità espresse durante l’apertura da Sošić e ritornando all’aspetto artistico della Colonia 2019, vale la pena sottolineare come l’intera manifestazione sia stata concepita come un ultimo saluto al suo fondatore, nonché grande artista rovignese, Bruno Mascarelli, scomparso per l’appunto poche settimane fa nella sua amata Rovigno. Come evidenziato da Tajana Ujčić, Rovigno era per Mascarelli il luogo in cui nascevano i sogni, ed è stato proprio quest’impulso che l’ha spinto a creare la Colonia artistica che, come rilevato da Sošić nel catalogo ufficiale della mostra, non è mai stata solamente una manifestazione pittorica, ma bensì l’arteria culturale che negli anni cinquanta restituiva vita a una città spopolata e in difficili condizioni economico-sociali. Per questo motivo, l’edizione di quest’anno non poteva che essere dedicata alla memoria del suo fondatore, composta prevalentemente da una rassegna di opere che Mascarelli ha esposto alla mostra fin dai primi anni a oggi, accompagnata però anche da un importante numero di lavori prodotti da giovani artisti di nuova generazione.
Infine, gli organizzatori, in accordo con la famiglia di Mascarelli, hanno deciso di istituire anche un nuovo premio intitolato proprio al ricordo e all’opera dell’artista, il quale sarà consegnato già nell’edizione di quest’anno. La mostra rimarrà aperta fino al 25 agosto.

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