Rovigno. «Il maestro Bemi»: viaggio nei ricordi

Nella sede della Comunità degli Italiani «Pino Budicin» presentato il libro di Pier Claudio Devescovi

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Rovigno. «Il maestro Bemi»: viaggio nei ricordi
Matteo Tromba, Pier Claudio Devescovi e Camilla Albini Bravo alla serata letteraria. Foto: Roberta Ugrin

Nell’ambito del ricco programma settembrino realizzato della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno, martedì sera, nella Sala maggiore del sodalizio, è stato presentato il libro “Lettera al mio maestro Antonio Bemi”, di Pier Claudio Devescovi. A dialogare con l’autore sono stati il vicepresidente della CI, Matteo Tromba e Camilla Albini Bravo, psicologa e psicoterapeuta.

“Il racconto di Devescovi è un tenero percorso della memoria. La sua scrittura può essere definita ‘naif’, leggera e toccante allo stesso tempo. Ne scaturisce un racconto di formazione tenero, lucido e non privo d’ironia. È un libro raro, originale e gustoso, che si legge tutto d’un fiato”, ha esordito Tromba nelle veci di moderatore della serata letteraria.
Pier Claudio Devescovi, nato a Lucca in Toscana nel 1948 da genitori esuli rovignesi, ha condiviso con il pubblico alcuni ricordi dei giorni di scuola, tra i quali spicca la figura del maestro Bemi, che con la sua rettitudine leale, la sua paterna ed empatica autorevolezza quasi incarna l’onore e il riscatto di un’Italia ideale, non compromessa dagli orrori del passato conflitto e pronta alla rinascita.
L’autore, ha definito il suo racconto “Lettera al mio maestro Antonio Bemi” come un “piccolo libro”, ma in verità è una perla narrativa di originalità e delicatezza. Immaginando di scrivere una lettera al proprio maestro delle scuole elementari e anche ai suoi genitori, l’autore ripercorre le tappe più importanti del suo sviluppo come essere umano in una società prima sconvolta dalla fine della guerra e successivamente alla ricerca di una sua nuova identità. Le pagine diventano una viva e toccante testimonianza dell’esodo dall’Istria, visto con gli occhi di un bambino, ma anche un modo per dedicare un pensiero sentito ai suoi fratelli e agli amici che ha incontrato negli anni. il racconto è un omaggio alle sue radici e all’intreccio della cultura toscana e di quella istriana, che hanno fatto parte e che tuttora abitano i suoi ricordi.
“Abitavo a Lucca, nel quartiere di San Vito, nelle case popolari dove vivevano molte altre famiglie di profughi istriani, fiumani e delle isole di Cherso, Lussino e Veglia. Con alcune di queste famiglie eravamo diventati amici. Ma anche i lucchesi di San Vito ci avevano ben accolti, come se fossimo sempre stati lì e a volte, incuriositi dalle nostre abitudini alimentari, ci chiedevano le ricette”, ha raccontato Pier Claudio Devescovi.
“Trattasi di un viaggio nei ricordi dell’autore che ci offre un’esemplare ‘sguardo’ della propria vicenda personale avviluppata a momenti dolorosi della storia italiana. Consiglio a tutti di leggerlo la prima volta con leggerezza mentre la seconda in maniera più approfondita”, ha detto Camilla Albini Bravo.
La serata è proseguita in toni cordiali, in uno scambio di riflessioni e ricordi tra il pubblico e l’autore. Presenti all’incontro letterario la presidente della CI Viviana Benussi, la presidente del Comitato esecutivo del sodalizio Gianfranca Blandini Šuran, alcuni membri dell’Associazione “Famìa Ruvignisa” come pure il vicesindaco in quota CNI David Modrušan, il quale in un suo intervento ha voluto ricordare i grumi emotivi della memoria storica ed esistenziale dell’uomo di frontiera, incatenato alle sue radici e nel medesimo tempo proteso verso l’altrove.
A concludere il programma che il sodalizio ha organizzato per il mese in corso sarà la serata dedicata al Maestro Vlado Benussi, nel giorno del suo compleanno, il 20 settembre. L’evento sarà ospitato dalla Platea estiva, intitolata al Maestro tre anni fa, con inizio alle ore 20. In caso di maltempo il programma si svolgerà al Centro multimediale cittadino.

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