«Ritorno alla Terra di Padri»: il film-diario sbarca al Lido

In seno alla Mostra di Venezia, sarà presentato alla Villa degli Autori

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«Ritorno alla Terra di Padri»: il film-diario sbarca al Lido
Il deputato Furio Radin, il vicesindaco italiano Bruno Cergnul e l’esule polese Giulio Marongiu. Foto: Fredy Poropat

A un anno di distanza dall’esperienza in mare, sbarca in Laguna, alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, “Rotta 230° – Ritorno alla Terra dei Padri”, il film di Igor Biddau, prodotto da Gianluca Vania Pirazzoli per Time Multimedia, che narra il viaggio-evento straordinario, che ha ripercorso in senso inverso la rotta solcata, nella primavera del 1948, da 13 pescherecci con a bordo 53 famiglie di esuli di Istria, Fiume e Dalmazia che dopo aver dovuto abbandonare la terra in cui sono nati, dopo 20 giorni e 20 notti di navigazione lungo le coste della penisola italiana, hanno raggiunto Fertilia, una piccola città di fondazione incompiuta sorta vicino ad Alghero in Sardegna, facendo germogliare il seme di una nuova vita.

Un’avventura dal sapore identitario
Nel settembre del 2023, dopo aver toccato diverse città della costa orientale dell’Adriatico, il Klizia – l’imbarcazione dell’esule “polesano” Giulio Marongiu trapiantato a Fertilia – approdò a Venezia, tappa fondamentale di quest’iniziativa realizzata dall’Ecomuseo Egea di Fertilia, con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e moltissimi e prestigiosi patrocini istituzionali, come il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati, le Regioni Sardegna, Lazio e Friuli Venezia Giulia e vari Comuni, tra cui Gorizia, Ferrara, Venezia e Chioggia, l’Ordine Ingegneri Venezia, che ha coinvolto pure il Consiglio Nazionale Ingegneri, e il Progetto Europa Adriatica Nordest, nonché la Rai, che ha dedicato la sua attenzione a quest’avventura dal sapore fortemente identitario.
Il lungometraggio, che ha come protagonista proprio Giulio, che ha rivisto per la prima volta la città in cui è nato e che ha dovuto abbandonare da bambino, navigando con un equipaggio formato dal figlio Federico e Mauro Manca, fondatori dell’Ecomuseo Egea, Giuseppe Bellu, e Federica Picone, che ha interpretato la Sirena ispiratrice che lo ha condotto nel suo ritorno alla terra natia, è stato scritto da Mario Audino e Igor Biddau, mentre per la voce narrante è stato scelto Roberto Pedicini, uno dei migliori doppiatori italiani. Alina Person ha invece dato voce alla Sirena. Le musiche del film sono state create appositamente dal maestro Pinuccio Pirazzoli. L’opera sarà presentata venerdì 6 settembre (ore 17) alla Villa degli Autori vicino all’hotel Excelsior, al Lido di Venezia. Con la moderazione del critico cinematografico Alessandro Cuk (presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato di Venezia), interverranno il regista Igor Biddau, il produttore Gianluca Pirazzoli, Mauro Manca e Giulio Marongiu, membri dell’equipaggio del Klizia, Renzo Codarin, presidente della Federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati e presidente nazionale dell’ANVGD, Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale del Veneto, ed Ermenilda Damiano, presidente del Consiglio comunale di Venezia.

Un viaggio memorabile
In seguito, il documentario – quasi una sorta di diario di bordo in movimento, della durata di circa 65 minuti, che appunto racconta la lunga navigazione che ha portato il Klizia, partito lo scorso 30 luglio da Alghero ad attraversare oltre 800 miglia, congiungendo 30 città unite a Fertilia – sarà proiettato in prima nazionale in Italia a Fertilia il prossimo 21 settembre, nel corso dell’evento “Fertilia Città di Fondazione”, una tre giorni organizzata congiuntamente dalle associazioni che operano nella Città di Fondazione. Sarà l’occasione per un incontro storico tra le maggiori associazioni italiane del mondo dell’esodo giuliano-dalmata con gli esponenti della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia, alla quale parteciperanno i rappresentanti delle principali toccate da Klizia, in modo da mantenere vivi i legami costruiti durante questo viaggio, destinato a rimanere nella memoria, che ha fatto conoscere un meraviglioso esempio di resilienza e di inclusione, quale è stato certamente Fertilia ma più in generale la caratteristica di una intera comunità, quella degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia, che ovunque nel mondo si è distinta per la sua grande forza e per la capacità di ricostruire una vita all’indomani della grave tragedia che l’ha colpita.

L’equipaggio accolto a Capodistria da Giovanni Coviello e da Maurizio Tremul.
Foto: MARIELLA MEHLE

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