Ricordato a Roma il calciatore fiumano Rodolfo Volk

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Ricordato a Roma il calciatore fiumano Rodolfo Volk

ROMA | È stato presentato nella sede dell’Unione Tifosi Romanisti “Sciabbolone! Vita sportiva del fiuman Rodolfo Volk campione indimenticato della A.S. Roma” il volume di Giorgio Di Giuseppe. L’evento è stato un’occasione per affrontare la gloria sportiva e il dramma dei tragici eventi storici. Nella parabola umana di Volk si riuniscono i successi ottenuti con la maglia giallorossa e il difficile vissuto del periodo dell’esodo quando il giocatore, in quanto fiumano, fu costretto ad abbandonare la città natia a seguito dell’occupazione delle truppe di Tito. Il libro di Di Giuseppe è contraddistinto da un notevole rigore scientifico, quasi maniacale, importante soprattutto quando l’autore affronta gli aspetti storici che hanno segnato la storia di Fiume.

L’esodo ricordato attraverso lo sport

L’incontro dei giorni scorsi, presentato e moderato dal presidente dell’Unione Tifosi Romanisti, l’avvocato Fabrizio Grassetti, ha visto la presenza dell’autore del libro, il dottor Giorgio Di Giuseppe, gli interventi del Direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume, il dottor Marino Micich e il prof. Massimo Izzi, dell’Archivio storico A.S. Roma nonché la testimonianza del campione olimpionico ed esule fiumano dottor Abdon Pamich. Il Direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume, Marino Micich, dopo aver menzionato la Giornata del ricordo, che cade il 10 febbraio e l’evento in calendario il prossimo 9 febbraio con il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che accoglierà gli esuli giuliano-dalmati al Quirinale, ha parlato del tributo di sangue pagato da Fiume e del conseguente e doloroso esodo causato dai comunisti jugoslavi, una grave conseguenza della sconfitta dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. “Attraverso lo sport – ha sottolineato – e quindi ricordando anche la figura di Volk, possiamo oggi ricordare anche il dramma dell’esodo e della tormentata storia delle terre fiumane, istriane e dalmate”.

Un impegno sportivo costante

Giorgio Di Giuseppe, che aveva già trattato lo sport a Fiume nel suo libro, edito da Aracne, dedicato al pugile Ulderico Sergo (campione olimpionico nei pesi gallo), ha ricordato come i fiumani abbiano mantenuto l’impegno sportivo anche dopo il dramma dell’esodo, tant’è che negli anni Cinquanta, dal quartiere profughi giuliano-dalmata di Roma, riuscirono a riportare l’Associazione sportiva Giuliana nella serie A di basket. Lo scrittore ha sottolineato l’importanza dell’Archivio-Museo Storico di Fiume nel mantenere viva la memoria di quel periodo terribile per la città quarnerina prima di affrontare i momenti bui nella vita di Volk, la cui carriera in giallorosso finì dopo il quinto anno a causa di un infortunio alla caviglia patito in una partita nel ritiro estivo. Da quel momento la sua carriera calcistica fu pesantemente penalizzata e la Roma fu costretta a cederlo. Dopo gli anni in giallorosso militò nel Pisa, nella Triestina e infine tornò a Fiume. Costretto a partire durante la guerra, Volk visse poi sulla propria pelle il dramma dell’esodo con la perdita del lavoro e la fuga prima a Trieste, poi a Udine e infine a Laterina.

Saggio storico

È stato poi il professor Massimo Izzi a sottolineare come “Sciabbolone!” sia un libro basato su materiale attinto da reperti storici e documentato in maniera talmente scrupolosa da apparire come un vero e proprio saggio storico. Ha inoltre ricordato come Volk sia stato per la Roma il primo prototipo del centravanti e la sua figura sia entrata nell’immaginario dei romani. Tradizionalmente i tifosi assegnavano un soprannome ai loro beniamini che nel caso di Volk sono due (Sigghefrido e Sciabbolone) a dimostrazione di come il cannoniere fiumano fosse visceralmente amato dai romani. Il giocatore era famoso per la sua potenza: tirava missili fortissimi e, considerato il numero di anni trascorsi da Volk alla Roma, il giocatore realizzativa la media più alta di tutti i bomber giallorossi.

Le testimonianze di Pamich

Anche il campione olimpionico Abdon Pamich si è dichiarato impressionato dal lavoro di Di Giuseppe e dalla sua ricerca supportata da una documentazione così vasta da fare invidia ai grandi storiografi. Pamich ha ricordato come Volk sia nato in una città cosmopolita dove convivevano molte etnie diverse, un luogo ove la densità di sportivi attivi era unica al mondo, e come in sloveno “volk” significhi lupo e quindi il calciatore fosse perfetto per giocare nella Roma. Il grande marciatore ha evidenziato il valore didattico del testo di Di Giuseppe consigliandone la lettura a tutti i tifosi, romanisti e non. Il campione olimpionico ha poi parlato del proprio rapporto con i colori giallorossi: “La mia storia personale s’incrocia con quella della Roma: quando attaccai il record sui 50km all’Olimpico vi era molta gente perché dopo si svolgeva Roma-Torino e ricordo che agli ultimi giri prima del traguardo vi erano Manfredini, Lojacono e altri calciatori giallorossi che facevano il tifo per me”.

Prossimo un incontro amichevole?

Infine il Direttore dell’Archivio-Museo Storico di Fiume Marino Micich ha chiesto a Giorgio Di Giuseppe di ricordare il rapporto d’amicizia che legava Volk a Fulvio Bernardini. Di Giuseppe ha ricordato la sensibilità di Bernardini e come i due si capissero al volo in campo e fuori, dove si frequentavano con le rispettive famiglie. Bernardini si recò spesso a Fiume e nei momenti di difficoltà aiutò l’amico fiumano, trovandogli un posto di lavoro al Coni che consentì al calciatore fiumano di mettere insieme una, seppur misera, pensione. Sarebbe bello, ha concluso Micich, che si potesse organizzare nel 2020, quando Fiume sarà Capitale europea della europea, un incontro amichevole tra la Roma e il Rijeka, in ricordo di Volk, ma anche di tanti sportivi fiumani che nell’odierna città non conoscono più.

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