Ricchezza linguistica e convivenza pacifica. Due aspetti base della Comunità di Veglia

Il volume bilingue è stato scritto a quattro mani dall'archeologo Filip Škiljan e da Silvana Crstulovich Pavačić, presidente quest'ultima del sodalizio vegliota

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Ricchezza linguistica e convivenza pacifica. Due aspetti base della Comunità di Veglia
Filip Škiljan, Silvana Crstulovich Pavačić e Ingrid Damiani Einwalter. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Anche se la presenza italiana sull’Isola di Veglia è a dir poco secolare, la Comunità degli Italiani della Città di Veglia è stata istituita solo nel 2003, ma è una presenza importante e vitale della CNI. È stato presentato nei giorni scorsi il volume bilingue “Storia della Comunità degli Italiani di Veglia” (Povijest Zajednice talijana u Krku) degli autori Filip Škiljan e Silvana Crstulovich Pavačić. Alla cerimonia, tenutasi negli spazi della CI di Veglia, hanno preso parte i rappresentanti più eminenti della nostra minoranza, tra cui Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Melita Sciucca, presidente della CI di Fiume, Daniela Dapas, presidente della CI di Zagabria, Federico Guidotto, presidente del Comites, Ivo Vidotto, rappresentante della Regione litoraneo-montana e Flavio Cossetto, presidente del Consiglio della Regione. Ovviamente non sono mancati nemmeno gli ospiti della maggioranza, tra cui Dario Vasilić, sindaco di Veglia, Maja Parentić, direttrice del Centro di cultura di Veglia e Serđo Samblić, direttore della Scuola elementare “Fran Krsto Frankopan” di Veglia.

Un’idea nata durante la pandemia
“Paradossalmente, l’idea di scrivere un volume dedicato alla presenza italiana nella nostra città e sulla nostra isola mi è venuta nel corso della pandemia – ha spiegato l’autrice nonché presidente della CI locale, Silvana Crstulovich Pavačić -. Nel momento in cui tutto si è fermato ho avuto molto tempo per riflettere e mettere su carta le numerose idee che affollavano la mia mente. Ho deciso, allora, di scrivere un libro sulla CI di Veglia dalla sua fondazione, nel 2003, ad oggi e di soffermarmi in particolar modo al periodo dal 2008, ovvero dal momento in cui ho preso in mano il sodalizio, al 2020. Il libro contiene un breve sunto della storia che non tutti conoscono e alla quale sono indissolubilmente legata dal 1974. Nel corso di questi anni ho conservato tutti gli appunti inerenti la mia gestione della CI e le attività che vi si sono svolte, gite, eventi culturali, incontri e altro, con l’intento di documentare le tracce della nostra presenza e mantenere vivo il ricordo dello stile di vita dei nostri antenati, le loro abitudini e tradizioni, gli eventi della loro infanzia che ci sono stati trasmessi per via orale”.
L’autrice ha spiegato anche che il lavoro è stato svolto in circostanze difficili dovute alla pandemia e che tutte le interviste e i contatti con i collaboratori sono sempre stati per telefono o via e-mail.

(Ri)scoprire le radici latine
A parlare del lavoro di ricerca che ha preceduto la stesura del libro è stato anche l’autore Filip Škiljan, storico, archeologo e autore di numerosi articoli scientifici, il quale ha ripercorso brevemente la storia dell’isola sottolineandone la ricchezza e complessità etnica e linguistica. Škiljan ha illustrato anche come è iniziato il suo interesse personale per la presenza italiana in Croazia con una ricerca sugli italiani di Ciglenica, vicino a Kutina ed ha spiegato che in seguito ha scritto pure un libro sulla CI di Zagabria. Quando è stato contattato riguardo alla CI di Veglia, l’idea era di fare un opuscolo informativo, ma il libro si è man mano arricchito diventando un vero e proprio volume storico.
Tra i tanti e interessanti dati esposti dall’autore ci sono pure alcuni dati statistici della storia recente, che rivelano che nel 1889, dei 1.592 abitanti della città, ben 1.541 si dichiaravano italiani. Un secolo più tardi, il Censimento del 1991 rilevava solo 31 italiani nella città e nel 2011 tale numero è diminuito a 20. Grazie anche all’impegno della CI di Veglia, che conta 81 membri, la lingua e la cultura italiane sull’isola vengono tutelate e preservate per le generazioni future.

Presente il sostegno delle istituzioni
In ultima istanza si è rivolta ai presenti la traduttrice, Ingrid Damiani Einwalter, la quale ha letto un passo della recensione presente nel volume e legata all’etimologia dei nomi Veglia e Krk, nonché alla ricchezza linguistica della zona e all’importanza della convivenza pacifica.
I saluti a tutti i presenti sono stati rivolti anche da Maurizio Tremul, Marin Corva e Dario Vasilić, che hanno sostenuto il progetto. Tra i finanziatori ci sono pure l’Università Popolare di Trieste e l’Ufficio per i diritti delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia. I ringraziamenti da parte degli ospiti sono stati unanimi e tutti hanno espresso il desiderio di vedere coronate altre iniziative di questo tipo anche in futuro. In seguito alla parte ufficiale si sono esibiti Nevia Rigutto, Alida Delcaro e David Danijel, i quali hanno proposto dei classici della musica italiana.

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