Quale futuro per il dialetto fiumano?

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Quale futuro per il dialetto fiumano?

FIUME | “Il presente e il futuro del dialetto fiumano” è questo il titolo della conferenza che la collega giornalista del nostro quotidiano, Kristina Blecich, ha presentato mercoledì sera negli spazi dell’Associazione dello Stato Libero di Fiume – Lista per Fiume, quest’ultimo, organismo politico locale che nutre una particolare attenzione e tutela per il patrimonio storico culturale del capoluogo quarnerino. La relatrice, utilizzando una serie di proiezioni, ha proposto un attento quadro di quello che rappresenta l’attuale situazione del dialetto fiumano, con tutta la problematica dovuta al pericolo della totale scomparsa. Nel corso della sua presentazione Kristina Blecich – che da quest’anno è anche collaboratore esterno del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Fiume per il Corso Dialetto fiumano –, ha parlato del fiumano come di un dialetto con particolari radici storiche che proviene della lingua veneta e arricchito attraverso i secoli da influssi che provengono dal croato, ungherese e tedesco. Ma anche di come dopo la Seconda guerra mondiale, quando la stragrande maggioranza dei fiumani abbandonò la città d’origine con l’Esodo, il dialetto fiumano si sia oggi ridotto a lingua minoritaria, parlata da circa il 2 p.c. della popolazione di Fiume.

La presentazione si è basata su un estratto del suo lavoro di ricerca per la tesi di dottorato all’Università degli Studi di Zara, dal titolo “Presente e futuro del dialetto fiumano – Prospettive socio ed ecolinguistiche di un’isola linguistica urbana”.

L’intero evento è stato seguito da un nutrito pubblico, composto sia da connazionali e non, sia da membri della Lista, che alla fine della conferenza hanno chiesto della possibilità di poter aderire a un corso di lezioni sul dialetto fiumano.

La conferenza è stata anche occasione per presentare la nuova rubrica in dialetto fiumano, “La scartaza”, di Laura Marchig, pubblicata sul sito “MojaRijeka”.

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