Prospettive diverse sulla storia e l’utilizzo della dolce sostanza

«Mio, tuo, nostro». Nella Filodrammatica a Fiume è stata inaugurata la mostra «Zucchero dappertutto»

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Prospettive diverse sulla storia e l’utilizzo della dolce sostanza

La storia della città di Fiume è intrinsecamente legata al suo porto, ai commerci e alle grandi industrie del passato, che ne hanno permesso la crescita prosperosa. Una di queste industrie è anche quella dello zucchero, di cui si è parlato tanto negli ultimi anni, soprattutto in relazione alla ristrutturazione del palazzo dell’ex Zuccherificio, ora adibito a Museo civico. L’associazione Drugo More, in seno alla 17.esima edizione della manifestazione “Mio, tuo, nostro” (Moje, tvoje, naše) ha deciso di trattare il tema dello zucchero in una mostra particolare in cui diversi artisti propongono prospettive differenti sulla storia e l’utilizzo della dolce sostanza. La manifestazione, che non comprende solo l’esposizione, ma anche dibattiti e conferenze che si possono seguire online sulla pagina Facebook dell’associazione Drugo more, si svolgerà fino a domani nella Filodrammatica a Fiume, riunendo artisti internazionali, ma anche croati.

Una realtà onnipresente

La coordinatrice delle esposizioni dell’associazione Drugo More, Petra Corva, ha spiegato che si tratta di un progetto molto più vasto, di cui soltanto una piccola parte è stata portata a Fiume. L’idea iniziale era quella di parlare dello “Zucchero dall’oriente”, ma la portata dei commerci e dell’utilizzo è talmente vasta, che alla fine il titolo è stato cambiato in “Zucchero dappertutto”.

“Gli spettatori che visiteranno la sala mostre della Filodrammatica potranno vedere tanti elementi diversi, video, installazioni, pannelli e altro materiale educativo che parla della produzione e del commercio dello zucchero – ha affermato Corva -. Sappiamo bene che a Fiume è stata realizzata la prima fabbrica dello zucchero dell’Austria e Ungheria e tanti fatti ci sono noti, però esiste pure una prospettiva velata e buia legata allo zucchero, il quale è stato il pretesto per la tratta degli schiavi, il colonialismo e tante altre pratiche deplorevoli”.

Il curatore ungherese Ferenc Gróf, presente all’inaugurazione, ha scelto i lavori degli artisti che secondo lui hanno rappresentato meglio i fenomeni di cui si voleva parlare. Tra le tante opere esposte ci sono pure due affreschi rinvenuti nella Sala delle Vedute, al secondo piano del palazzo dello Zuccherificio. Tali affreschi, chiamati anche “vedute ideate” sono stati realizzati dopo il grande incendio del 1785, ma prima del 1789 e raffigurano la grande espansione della compagnia. Le riproduzioni degli affreschi sono state proposte dal collettivo artistico fiumano Fokus grupa e rappresentano alla perfezione la mentalità del tempo che interpretava la schiavitù come segno di progresso economico. La raffigurazione è interessante in quanto l’Austro-ungheria non era una potenza coloniale e solitamente non puntava sul razzismo e sul lavoro forzato.

Un nesso diretto con Fiume

Il curatore Ferenc Gróf ha spiegato di aver voluto sottolineare, nella scelta delle opere, il ruolo di Fiume nel panorama europeo e mondiale del commercio dello zucchero, ma ha voluto anche che fosse molto chiaro il nesso con lo schiavismo.

“Maria Teresa ha fondato lo Zuccherificio nel XVIII secolo – ha puntualizzato – e sono sicuro che nessuno lo associa al colonialismo né vede niente di male nelle modalità di produzione dello zucchero. Questi affreschi presenti in sala, però, dimostrano che neanche qui, nel nostro piccolo, la produzione di zucchero è stata innocua. La maggior parte delle persone nega questo nesso e per questo motivo lo abbiamo voluto mettere in evidenza”.
Tra le altre opere esposte ci sono pure quelle di Ludovic Bernhardt, Luz Blanco, Graciela Carnevale, Samuel Ferretto, Thibaut Gauthier, Chris Marker, Kyo Kim, Matteo Locci, Ilona Németh e Anna Ponchon. La mostra rimarrà in visione fino al 29 aprile e si potrà visitare gratuitamente ogni giorno salvo la domenica e nei giorni festivi dalle ore 16 alle 20.

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