
La mostra di cartoline d’epoca “Istra Istria Memento” del Museo storico e navale dell’Istria, inaugurata l’altra sera, rappresenta un’importante iniziativa culturale che punta a valorizzare il patrimonio storico e visivo della Regione istriana attraverso un insolito e affascinante mezzo espressivo: la cartolina. L’iniziativa si propone di stimolare un dialogo interculturale e intergenerazionale, offrendo al pubblico la possibilità di esplorare l’Istria in tutte le sue sfaccettature storiche e geografiche, e di apprezzare la ricchezza del suo patrimonio visivo. Allestita nel foyer del Teatro cittadino dell’Università Popolare Aperta di Buie, ha visto nella sua apertura al pubblico la partecipazione di figure istituzionali e culturali di rilievo, tra cui Gracijano Kešac, direttore del Museo storico e navale dell’Istria, Gordana Milaković, conservatrice responsabile della collezione di cartoline d’epoca, Lovorka Lukani, direttrice dell’UPA di Buie, Fabrizio Vižintin, sindaco della Città di Buie, e Vladimir Torbica, assessore alla Cultura e alla territorialità della Regione istriana. Tra il pubblico anche Tanja Šuflaj, curatrice della Casa dei castelli di Momiano che opera nell’ambito del Museo storico e navale dell’Istria e Sanja Pecirep, che si è occupata dell’allestimento e della sistemazione dell’esposizione delle cartoline che si sono rilevate non solo oggetti di nostalgia o di semplice collezionismo, ma rappresentano preziose testimonianze visive della realtà sociale dell’epoca.
Un traguardo notevole
Dopo le parole d’accoglienza di Lukani, che si è detta onorata di poter ospitare un’esposizione di grande importanza, Kešac ha aperto il suo discorso elogiando la professionalità con cui la mostra è stata curata da Milaković, sottolineando che questa è la 12esima esposizione della collezione, il che rappresenta un traguardo notevole: “Ha una qualità così alta e contiene materiali di valore, che è stata registrata dal Ministero della Repubblica di Croazia come bene culturale a livello nazionale, un fatto di massima importanza nel panorama museologico professionale. La mostra è accompagnata da un catalogo eccezionalmente ricco, che ha ricevuto il premio per il progetto editoriale dalla Società museale croata. Sull’importanza della mostra parla il vasto pubblico, presente a ogni esposizione”, ha concluso Kešac rivolgendo parole di gratitudine alla Città di Buie per l’ospitalità, nonché alla Regione istriana, quale fondatrice del Museo, in quanto non manca mai nel dimostrare il suo supporto.
Un percorso espositivo ben articolato
Gordana Milaković ha illustrato la sua importanza storica e culturale. Composta da 283 cartoline accuratamente selezionate da un fondo di oltre 15mila pezzi, la mostra offre uno sguardo prezioso e nostalgico sulla storia dell’Istria, una regione il cui territorio è oggi diviso tra Croazia, Slovenia e Italia, ma che un tempo costituiva un’unità amministrativa unitaria. Ha spiegato inoltre che l’idea di esporre cartoline provenienti da tutti i territori rappresentati nella collezione ha permesso di realizzare un percorso espositivo che abbraccia l’intera Istria. Ogni città o località è rappresentata da almeno un esemplare, con sezioni dedicate a Pola, Pisino, Pinguente, Rovigno, Parenzo, Buie, Muggia, Capodistria, Albona, la Liburnia, con tutti i loro territori circostanti e le vicine isole. Come rilevato da Milaković, uno dei pezzi più significativi della collezione è una cartolina mandata da Pola risalente al 24 ottobre 1869, una delle più antiche custodite a livello nazionale, che appartiene alla prima serie di cartoline ufficiali denominata Correspondenz-Karte emesse dall’amministrazione postale viennese il 10 ottobre dello stesso anno, solamente 23 giorni prima. Questo esemplare, inviato da Pola, rappresenta una testimonianza di grande valore storico, non solo per la sua rarità, ma anche per il suo ruolo come precursore di una forma di comunicazione che avrebbe avuto un impatto duraturo sulla società.

Un tuffo nel passato
Milaković ha anche spiegato come la collezione del Museo si sia ampliata nel tempo, includendo cartoline risalenti al periodo d’oro della cartolina (1897-1918), quando queste erano particolarmente apprezzate per la loro eccellente qualità di stampa e la varietà dei soggetti. Esse sono fondamentali per lo studio della storia sociale, dell’urbanistica, dell’architettura e della vita quotidiana dell’Istria. Abbracciando un periodo che va dalla fine del XIX secolo agli anni Settanta del XX secolo, la collezione testimonia l’evoluzione del territorio e delle sue comunità, offrendo uno sguardo dettagliato e sfaccettato su un passato che continua a vivere attraverso queste immagini.
Un’opera d’arte
“Fino alla fine del XIX secolo le botteghe tedesche nelle quali si realizzavano le litografie erano le migliori al mondo in materia di qualità e prezzo e i centri più importanti per la stampa erano Lipsia, Dresda, Berlino, Francoforte, Norimberga e Monaco. Nella Collezione di cartoline d’epoca ce ne sono molte con temi istriani, pubblicate dagli editori tedeschi più importanti come Stengel & Co., Markert & Sohn, i famosi Dr. Trenkler & Co., Louis Glaser, Purger & Co. e altri. Verso la fine del XIX secolo inizia l’attività degli editori polesi come A. Bonetti, M. Fischer, M. Clapis, F. W. Schrinner, G. Fano, G. Costalunga, Rudolf Marincovich e Josip Krmpotić che con la stessa qualità, fino agli anni Venti dello scorso secolo, stampavano grosse tirature dai temi più vari. Nel frattempo due atelier polesi di fotografia, Flora e Ideal, stampavano cartoline secondo propri modelli fotografici. Già nel primo decennio del XX secolo quasi ogni località dell’Istria aveva i propri editori di cartoline. È nota così la ricca attività di Josip Novak e Pasquale Ivich (Pisino), Federico Greatti, Adolfo Vicich e Giacomo Greatti (Parenzo), Nicolò Daveggia e Giovanni Signori (Rovigno), Gius. Picciola e Antonia V. Parreto (Umago), Luigi Parentin e Carlo Verginella (Cittanova), Giorgio Rottini e Maria Fabiani (Pinguente), Filomena Bullo, Francesco Godas e Antonio Tagliapietra (Buie), T. Vladislovich e G. Valcini (Albona). Molti editori italiani realizzavano cartoline con motivi istriani, come Vittorio Stein e G. Stokel & Debarba e altri”, ha rilevato la conservatrice sottolineando che ogni cartolina esposta rappresenta non solo un frammento di storia, ma anche un’opera d’arte in sé, capace di raccontare storie di luoghi, persone e momenti che hanno contribuito a plasmare l’identità dell’Istria.
Uno strumento educativo
Vladimir Torbica, assessore alla Cultura e alla territorialità della Regione istriana, ha portato i saluti del presidente della Regione e ha sottolineato come la mostra rappresenti “la prova che le piccole cose possono essere interessanti e durature”. Torbica ha ricordato che, nonostante questa sia la 12esima esposizione della mostra e probabilmente queste volgeranno al termine, essa continua a dimostrare la capacità di suscitare interesse e di presentare contenuti storici in modo visivamente coinvolgente. Ha inoltre evidenziato l’importanza di coinvolgere le scuole e le giovani generazioni, utilizzando la mostra come strumento educativo per trasmettere il patrimonio culturale istriano, esprimendo soddisfazione per il fatto che, dopo Capodistria, la mostra sia approdata a Buie, continuando il suo percorso che l’ha vista protagonista in tutta l’Istria. Ha infine auspicato che la posizione strategica del foyer, luogo di passaggio, attragga sia bambini che adulti a visitare l’esposizione.
Fabrizio Vižintin, sindaco della Città di Buie, ha voluto congratularsi per l’importante iniziativa, definendo l’esposizione una “testimonianza storica di un periodo significativo della nostra storia”. Ha evidenziato l’intenzione di attirare un pubblico giovane, invitando le scuole a visitare la mostra per scoprire, attraverso le cartoline esposte, come si viveva in Istria oltre un secolo fa e per comprendere i cambiamenti che hanno caratterizzato la regione. Il sindaco ha posto l’accento sull’importanza di educare le nuove generazioni anche tramite esperienze dirette con il patrimonio storico e culturale locale.

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