Presentati a Pirano gli «Scritti minori di William Klinger»

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Presentati a Pirano gli «Scritti minori di William Klinger»

PIRANO | Alla Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano si è tenuta la presentazione del libro “Scritti minori di William Klinger”, a cura di Sandro Gherro e Fulvio Varljen (Centro studi sociali “Alberto Cavalletto” di Padova, 2017). Si è parlato della figura di Klinger, storico fiumano transfrontaliero, la cui vita è terminata a causa di un destino beffardo, come dichiarato da Kristjan Knez, direttore della Società di studi storici e geografici di Pirano, il quale ha dialogato con Sandro Gherro, Raoul Pupo e Franco Rota, segretario del Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste e responsabile del progetto editoriale.

“È stato uno studioso con una solida formazione, distanziato dalle polemiche, dalle visioni strette e dalle ideologie legate a questi territori. La sua volontà era in effetti di superare tutto ciò tramite la ricerca, con delle analisi critiche delle fonti, smontando realtà ingessate, quasi dogmi”, così ancora Knez, rilevando come Klinger abbia portato una ventata d’aria fresca al settore di ricerca storica.
Lo studioso ci ha lasciati a 43 anni, assassinato da un falso amico in un parco di New York, ma nonostante la giovane età, ha prodotto una consistente mole di lavoro, oggi eredità di chi desidera approfondirla. Klinger era poliglotta, come rilevato dal professor Gherro, nonché autodidatta per molti aspetti della sua conoscenza storica. Grazie alla sua padronanza di molte lingue aveva una marcia in più nell’affrontare e leggere svariati documenti. Il suo cammino iniziò in modo disagiato, lavorando come operatore ai caselli autostradali mentre studiava e da qui il suo desiderio di riuscire soprattutto nell’ottica del mantenimento della propria famiglia. La carta di New York era una finestra socchiusa su un futuro migliore. Per trasferirvisi diede fiducia a un conoscente, consegnandogli dei risparmi, con i quali l’uomo gli avrebbe dovuto procurare una casetta e anche un lavoro. Fu per questa ragione che Klinger vi si recò, con l’intenzione di fare giungere successivamente la moglie e i figli. Ma le speranze e il suo cammino terminarono troppo presto con un colpo di pistola alla nuca. Si è spiegato che probabilmente l’assassino non ha chiarito alla sua vittima nemmeno che tutta la nuova vita era un inganno e che non vi erano né casa né impiego, ma che lui stesso aveva usato i suoi soldi per altri scopi.
Il professor Raoul Pupo, forse quello dei presenti che di più ha conosciuto Klinger, lo ha definito un caso emblematico di studioso di frontiera, prezioso e raro, con la capacità di osservare una problematica da diverse angolazioni. “Gli storici di frontiera in questo triangolo di terre sono sempre più rari”. Nonostante l’opera si componga di due volumi, non contiene tutti gli scritti di Klinger, ma una buona parte, nessuno dei quali in effetti minore, come dichiara il titolo. L’aggettivo è riferito alla lunghezza dei lavori, raccolti e sistemati in modo logico e congruente da Gherro, i quali nell’insieme affrontano “blocchi” tematici. Tra i filoni che maggiormente ritornano, identificati da Pupo, vi è il nucleo sulla città di Fiume e quello dello Stato di Tito.

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