Pozzo XXI. Arrivederci nel sottosuolo albonese nell’anno d’oro di Piedalbona

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Pozzo XXI. Arrivederci nel sottosuolo albonese nell’anno d’oro di Piedalbona

ALBONA | “Noi, eredi dei minatori rivoluzionari del 1921, abbiamo deciso di continuare a scavare il sottosuolo istriano per costruirvi una città sotterranea del XXI secolo perché la miniera è nostra e lo sarà di nuovo e per sempre con la città sotterranea albonese. Per cui, in questa sede, voglio annunciare l’avvio della costruzione del Pozzo sotto Albona”. Queste le parole pronunciate nell’ambito dell’azione artistica e della performance “Pozzo XXI” eseguita domenica pomeriggio in Piazzale, ai piedi della torre mineraria di Piedalbona, dal cantante Massimo Savić, uno dei fondatori del gruppo “Metal Guru”, operante da diversi decenni in seno all’associazione non governativa albonese “Labin Art Express XXI” (L.A.E. XXI). Appartiene a quest’ultima il merito di aver avviato negli anni ’90 le attività finalizzate alla realizzazione di una città sotterranea nel sottosuolo albonese, nelle gallerie dell’ex miniera.

Giornata di Piedalbona

Savić ha eseguito la performance con gli altri due membri del gruppo “Metal Guru”, Dean Zahtila e Damir Stojnić, rispettivamente presidente della L.A.E. XXI e coordinatore dei programmi collaterali della seconda Biennale dell’arte industriale. Ideata dalla L.A.E. XXI, la Biennale era organizzata quest’anno in collaborazione con il Museo d’Arte moderna e contemporanea di Fiume e il Museo archeologico dell’Istria. La Biennale si era svolta tra la fine di luglio e gli ultimi di ottobre nell’ambito di “Fiume Capitale europea della Cultura 2020”. La performance avrebbe dovuto tenersi tre settimane fa, ovvero il 28 ottobre, quale evento di chiusura della Biennale, ma è stata rimandata a causa del maltempo. Sempre il 28 ottobre scorso, ha avuto luogo nel Centro di cultura “Lamparna”, sede della L.A.E. XXI, l’evento denominato “Iznad zemlje” (Sopra il suolo) destinato ai giovani, che nei tre mesi della durata della Biennale aveva visto svolgersi una serie di workshop per adolescenti. La performance “Pozzo XXI” è stata una ricostruzione artistica della cerimonia d’inaugurazione della città più giovane d’Istria – Pozzo Littorio d’Arsia, l’odierna Piedalbona o Pozzo. Pozzo Littorio d’Arsia fu inaugurata il 28 ottobre 1942 come parte amministrativa del comune di Arsia, ritenuta spesso la più giovane cittadina istriana. La L.A.E. XXI ha organizzato la ricostruzione artistica dell’evento di 76 anni fa con lo scopo di invogliare i cittadini di questa zona di Albona a celebrare il 28 ottobre come Giornata di Piedalbona.

Attesa per il 2021

“Spero che i cittadini accettino la nostra iniziativa. Organizzeremo una festa anche l’anno prossimo e l’anno successivo, affinché gli abitanti di Piedalbona inizino a celebrare la Giornata di Piedalbona”, ha dichiarato Dean Zahtila, presidente della L.A.E. XXI, ricordando che era stata la sua associazione a ridare vita alla festa popolare “Petrova”, che dagli anni ’90 si tiene ogni anno verso la fine di giugno, in onore dei santi Pietro e Paolo, protettori di Albona. “Missione della nostra associazione è di utilizzare alcuni degli elementi del passato e costruire con essi il futuro”, ha aggiunto Zahtila, il quale ha sottolineato che l’iniziativa di scegliere il 28 ottobre come Giornata di Piedalbona non ha alcuna connotazione ideologica. È un’idea in accordo con lo spirito e i valori dei minatori albonesi, che “non si dichiaravano mai come croati, serbi o musulmani, ma si definivano solamente minatori”. Con la performance è stato annunciato il raggiungimento dell’obiettivo fondamentale che la L.A.E. XXI si è prefissata per il XXI secolo – il viaggio nel sottosuolo albonese, nella città sotterranea alla quale la L.A.E. XXI ha dato il nome di Sottoalbona, in cui, come detto nel discorso di Savić durante la performance, “l’arte sarà giovane, moderna, morale…”. Secondo Zahtila, nel sottosuolo albonese si dovrebbe scendere il 2 marzo 2021.

Oro nel sottosuolo albonese

“Oltre ad Albona sul colle e a Piedalbona ai suoi piedi, avrete presto anche Sottoalbona, che sarà ancora più giovane rispetto a Piedalbona. Nel sottosuolo avremo l’oro, non il carbone”, ha sottolineato Damir Stojnić, artista e docente universitario di Fiume, il quale spera che tra tre anni sarà possibile scendere nelle gallerie dell’ex miniera albonese. Il ruolo di Stojnić nella performance è stato quello di scoprire l’installazione dell’artista kossovaro Alban Muja, presentatosi il giorno prima con un’esposizione nella galleria del “Lamparna”. Si tratta dell’insegna “HOTel”, le cui prime tre lettere sono state illuminate. Secondo Stojnić, il “Metal Guru” ha voluto ironizzare “sul turismo volgare” e sulle tendenze moderne in Croazia di far includere anche gli elementi più preziosi del patrimonio culturale e naturale in capacità ricettive turistiche. La loro ricostruzione a scopi turistici e culturali inizierà con il restauro della torre mineraria, per il quale la Città di Albona ha ottenuto nei mesi scorsi i primi mezzi europei dopo la candidatura di un suo progetto ai fondi dell’Unione Europea. Il progetto dovrebbe continuare con la costruzione di un ascensore tramite cui si scenderà nelle gallerie sotterranee.

Arte underground indipendente

“La Città sotterranea è un progetto molto importante e complesso. Nel momento in cui avevamo avviato il progetto sapevamo che sarebbero passati anni e anni prima di poter disporre dei mezzi per i lavori iniziali”, ha detto Massimo Savić, secondo il quale, l’idea di costruire una città sotterranea era ovvia per un gruppo di artisti incentrati sull’arte underground. Nel sottosuolo albonese l’arte non sarà più legata agli sponsor. Dipenderà esclusivamente dalla qualità dell’arte, che “sarà giovane, universale e immediata”. A contribuire all’avvenimento sono stati i membri dell’Orchestra cittadina, le majorette albonesi, la Società artistico-culturale “Đulistan”, lo studio di ballo “Move me”, gli studenti dell’Accademia d’Arte applicata di Fiume, gli appartenenti all’Unità pubblica dei Vigili del fuoco di Albona e i collaboratori e dipendenti della L.A.E. XXI che, come i “Metal Guru”, indossavano le divise dei minatori.

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