Populismi e sovranismi nell’Europa d’oggi

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Populismi e sovranismi nell’Europa d’oggi

TRIESTE | Non ci sono risposte certe sul futuro politico dell’Europa, solo domande, questioni aperte a scenari diversi. Sono queste le conclusioni del convegno “Populismi e sovranismi nell’Europa di oggi”, organizzato dalle ACLI di Trieste, nell’ambito di un più ampio ciclo d’interventi dedicati a “Uno sguardo sull’Europa”: uno dei pochi momenti in cui si discute con passione e senza superficialità dei problemi della politica. Organizzato dallo storico Fabio Todero, che ha chiamato a relazionare sull’argomento Giulia Caccamo, docente di Storia delle Relazioni internazionali nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste, la professoressa ha tracciato un’analisi che non può esimersi da un distinguo tra la classe dirigente che usciva dalla Seconda guerra mondiale e quella attuale. “I politici di quegli anni – ha affermato – venivano da situazioni tragiche, avevano una formazione fortissima; oggi non possiamo dire la stessa cosa, le classi dirigenti sono spesso non all’altezza del compito a cui sono chiamate”. Ma a discolpa parziale di un tanto la Caccamo mette in campo la realtà virtuale, i social: “Essendo venuti meno i riferimenti ‘ideologici’, i paletti che la politica poneva, oggi i politici rincorrono l’elettorato attraverso i social; è accaduto così che i partiti di centro in Europa si sono spostati ancora più a destra per impossessarsi dei voti più estremi, appropriandosi delle politiche dei movimenti delle destre, i quali riflettono gli umori e la pancia degli elettori. Giulia Caccamo ha fatto osservare come si stia arrivando a situazioni simili pur partendo da località diverse: ci sono i Paesi latini che pongono un problema d’immigrazione dal Nord Africa, il gruppo di Visegrád, nato dalla spinta contro il fronte russo, Spagna e Portogallo, giunti all’Europa in modo più lento, altri Paesi sorti da disgregazioni come l’ex Jugoslavia, c’è la Gran Bretagna che aderì all’Unione Europea in un secondo momento e che oggi, a causa di un’incauta manovra politica interna, si trova a gestire una catastrofica Brexit. C’è il blocco dei sei Paesi fondatori dell’UE, in cui la Francia vide come elemento fondante dell’Europa unita il controllo sulla Germania, anche perché glielo veniva richiesto dagli USA; gli Stati Uniti di Trump, che oggi puntano a una disarmante politica antieuropea, senza precedenti.

Ad ogni modo e con tutte le sfumature del caso, il sovranismo in Europa sta alzando la testa in nome di un’asserzione che i processi decisionali europei tolgano voce e diritti ai singoli cittadini che non si possano porre vincoli alle decisioni nazionali.
“Certo alla base di questa contestazione della globalizzazione da parte dei sovranisti, che hanno anche scippato molti degli argomenti della sinistra, c’è un forte malessere, una classe media impoverita e vessata; ma questi problemi non sono sufficienti a spiegare realtà come l’Ungheria, che si è arricchita e ha prodotto infrastrutture grazie proprio ai finanziamenti europei, ha il tasso di crescita più alto d’Europa e il più basso di disoccupazione. “Molti affermano che ai sovranisti bisogna rispondere con più Europa, quando questi chiedono meno Europa. Non ci sono i presupposti di una risposta simile – ha affermato in conclusione Giulia Caccamo –. La realtà è che in Europa si sia fatto tutto ciò che realisticamente si poteva fare, per le tante questioni ed interessi economici in campo, per le difficili condizioni d’integrazione politica, e non solo economica, che l’Europa si è trovata ad affrontare. Tutti e quanti questi problemi hanno impedito che si arrivasse a realizzare un vero ideale d’Europa. Oggi purtroppo la comunicazione veloce ha cambiato le regole. Possiamo affermare con certezza che la realtà virtuale rende la situazione attuale piena di domande, instabile e purtroppo inquietante”.

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