Pola. In via Carrara nasce la Galleria del rock

Sorgerà su 152 metri quadrati e su due livelli nell’ex bar della stazione. La prima mostra è prevista nel mese di maggio

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Pola. In via Carrara nasce la Galleria del rock

L’ex bar della vecchia stazione degli autobus è destinato a trasformarsi in una Galleria rock’n’roll alla memoria degli anni d’oro del rock polese, che ha fatto germogliare gruppi musicali come gli “Atomsko sklonište”, i “KUD Idijoti”, i “Messerschmitt”, gli “Spoons”, più tardi i “Dogma” e via elengando. In passato Pola ha avuto un’anima militare, un’anima operaia e certamente ha avuto anche un’anima rock. Tutte queste identità sono state in un modo o nell’altro cancellate o alterate dal tempo, pur avendo lasciato segni tangibili in ogni angolo del suo essere. Ora i veterani di quel tempo d’oro, o una loro parte per essere precisi, vogliono omaggiare l’anima rock di Pola con l’apertura in centrocittà di una galleria a tema. Non un museo propriamente detto, perché mancano lo spazio, le risorse e forse anche una giustificazione, ma comunque una galleria diciamo musicale con il suo alone nostalgico (un po’ come il Memo museo che inneggia agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, aperto qualche anno fa in via Scalier negli spazi un tempo occupati dalla pasticceria dell’”ungherese”).

 

Investimenti minimi
Il locale al civico 4 di via Carrara è di proprietà della Città di Pola, che ha giudicato valido il progetto della coppia d’arte Diego Bosusco e Nenad Marjanović alias Ptica e Fritz, già musicisti della band “KUD Idijoti”. Per fondare la prima galleria rock polese, i due agiscono attraverso l’associazione “Ipsilon” nata appunto per gestire il futuro locale. Avranno a disposizione 152 metri quadrati di superficie utile disposti su due livelli, ma il locale si trova in condizioni a dir poco disperate: il tetto faceva acqua, l’interno è rimasto coperto di umidità e di muffe, insomma, un disastro. Come se non bastasse, per le necessarie riparazioni del tetto è stato necessario cercare l’autorizzazione della Soprintendenza ai beni culturali, perché l’edificio dell’ex stazione dei pullman appartiene al patrimonio dell’architettura del Ventennio (che come quella asburgica è sotto tutela della Repubblica). Tuttavia gli investimenti di manutenzione dei locali commerciali sono a carico dei gestori, e non del proprietario (la Città), e siccome i soldi sono contati, si procede a col piede di piombo. Per non dire alla bell’e meglio.

Una galleria rock non deve mica essere uno spazio elegantemente arredato, anzi. Sprecare il soldi sarebbe come tradire un’idea, ma siccome i soldi non avanzano, l’idea della sobrietà e la necessità della misura sono le due facce della stessa medaglia. Ancora una volta si fa di necessità virtù. Per gli arredi idem: non è previsto assolutamente alcun design, nessun acquisto che faccia gonfiare il bilancio di casa: “basterà lavare i pavimenti, piazzarci cinque chitarre, sei batterie, 20 copertine di dischi in vinile ed è già un’esposizione”, hanno dichiarato in merito gli autori dell’allestimento.

C’è chi dice no
Ma tutto è ancora incerto. Se il tetto continuerà a perdere acqua anche dopo l’intervento provvisorio che finora ha retto l’infiltrazione, è possibile che tutto l’impegno vada a monte. Al limite bisognerà scendere a patti con la municipalità. La quale conta di poter inserire nel programma dei festeggiamenti della Giornata della Città di Pola (5 maggio) una prima mostra anticipatrice dell’apertura dell’esposizione permanente che verrà in un secondo momento. Per questa prima mostra si pensa di prendere a spunto la monografia fotografica “LP – zabeleške u vremenu” (LP – annotazioni nel tempo) di Blagoje Borislav Pešić. Il volume tratta la storia del rock jugoslavo della seconda metà del Novecento e contiene la bellezza di 1.332 ritratti di ben 333 rock star che hanno fatto la storia della scena musicale punk-rock dell’ex Federativa. Tra questi personaggi ci sono anche alcuni istriani: gli stessi Diego Bosusco e Nenad Marjanović, ma anche Bruno Langer, Romeo Đomlija, Miro Kusačić, Franci Blašković e via elencando. Tuttavia una parte dei protagonisti della scena rock polese non vede di buon occhio l’iniziativa. Il frontman degli “Atomsko sklonište”, Bruno Langer, per esempio, ma anche Sale Veruda, l’ex chitarrista dei “KUD Idijoti”, non accettano di entrare nella “hall of fame” lanciata dai due ex musicisti (oggi giornalisti e personaggi televisivi) Fritz e Ptica.

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