Pistoletto e la «Quarta generazione»

S'inaugura domani nel Museo e galleria «Cukrarna» di Lubiana la mostra di dipinti, disegni e sculture di uno dei maggiori artisti del Novecento

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Pistoletto e la «Quarta generazione»
Il dipinto realizzato dagli studenti. Foto: IIC LUBIANA

Avrà luogo domani a Lubiana l’inaugurazione della mostra di Michelangelo Pistoletto, uno dei maggiori artisti del Novecento, che con il suo lavoro intellettuale e col suo talento nel mettere insieme le persone ha lasciato un’impronta inconfondibile nello spazio culturale italiano e internazionale. La mostra intitolata “Quarta generazione”, allestita nel Museo e galleria “Cukrarna” di Lubiana, propone uno spaccato delle fasi principali del suo lavoro creativo, a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo, con un’enfasi particolare sul suo periodo “scuro”, che è servito come punto di partenza nel concepire l’esposizione, nel selezionare le opere e nell’inquadrare la drammaturgia della mostra. L’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana e l’Associazione per l’Arte contemporanea Zerynthia di Roma. Il titolo dell’esposizione, “Quarta generazione”, si riferisce pure a questo momento che ha avuto un impatto fondamentale sulla successiva pratica dell’artista. Opere di questo periodo raramente presentato (1985/1989), che in uno dei suoi scritti l’artista ha definito “L’arte dello squallore”, sono proposte al secondo piano della galleria. Oltre ai disegni, ai dipinti e alle sculture la mostra include un dipinto nero che, guidati dall’artista, gli studenti dell’Accademia per l’Arte figurativa (Akademija za likovno umetnost in oblikovanje) di Lubiana hanno creato in situ su una parete di 70 metri. Il primo piano della Galleria ospita una selezione dei lavori probabilmente più noti di Pistoletto, i “Quadri specchianti”, che spaziano da un autoritratto del 1961 ai più recenti lavori e gli “Oggetti in meno” (1965/1966), che furono le prime avvisaglie delle tendenze del movimento “Arte povera”. La mostra si conclude con il progetto “Il terzo paradiso” e con il suo simbolo: una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito grazie al quale l’artista riflette sulla varietà delle relazioni umane, sottolinea l’importanza della riconciliazione e della responsabilità dell’individuo nei confronti degli altri e della natura e pone la vita al centro dell’infinito. Con questo progetto socialmente impegnato l’artista incoraggia il dialogo e indica una possibile trasformazione della società. L’esposizione, che s’inaugura alle ore 19, è curata da Alenka Gregorič.

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