«Piruso Grande». Il naufragio romano presso lo scoglio di Rovigno

Nel Museo civico locale è stata inaugurata la mostra che testimonia l’esistenza della nave risalente al V secolo

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«Piruso Grande». Il naufragio romano presso lo scoglio di Rovigno

È stata inaugurata al pianoterra del Museo civico di Rovigno la mostra “Piruso Grande – Naufragio romano presso lo scoglio vicino Rovigno”, realizzata in collaborazione con il Centro internazionale per l’archeologia subacquea di Zara e la Società bavarese di archeologia subacquea. L’esposizione è il risultato di molti anni di ricerca archeologica nel sito vicino agli isolotti di Piruso Grande e Piccolo.

Maja Marić ha parlato in rappresentanza del Museo civico

Ciclo «Navi affondate»
Dopo l’apertura della prima mostra del ciclo “Navi affondate”, intitolata “Zambrattia – Barca cucita preistorica” che rappresenta l’unica prova dell’esistenza di navi cucite nel Mediterraneo tra il XII e il X secolo a.C., continua con successo questo progetto ideato secondo le direttive del Ministero della Cultura e dei Media al fine di favorire la collaborazione e la condivisione tra musei e promuovere l’allestimento di mostre collettive.

Una replica dello scandaglio

Ritrovamenti nel bacino rovignese
“Da oltre dieci anni conduciamo ricerche archeologiche a Rovigno. Il nostro lavoro è iniziato con l’esplorazione del territorio di Vestre, per poi spostarci a scandagliare la zona vicino a Piruso Grande, area dove era avvenuto il naufragio di un’imbarcazione romana”, ha affermato Luka Bekić, responsabile del progetto per conto del MCPA di Zara. In base al rapporto sulle ricerche subacquee condotto nelle acque del bacino rovignese da Štefan Mlakar, per la prima volta vengono menzionati ritrovamenti archeologici intorno a quell’area negli anni Sessanta. Basandosi su questi dati, un’équipe dell’istituto di Zara ha svolto nel 2011 una nuova esplorazione di questi fondali marini trovando una grande concentrazione di reperti sul versante sudoccidentale di Piruso Grande a una profondità di sei metri. Nel 2014 hanno avuto inizio le ricerche archeologiche sistematiche del sito che hanno portato successivamente alla scoperta di una notevole quantità di frammenti di anfore, che costituivano la preponderanza del carico del relitto e diversi elementi in ceramica.

Frammenti di ceramiche esposti al piano terra del Museo civico di Rovigno

Esposta una parte del carico
I visitatori potranno leggere dalle pareti museali le varie fasi di ricerca effettuate e la metodologia utilizzata, ma pure la storia della nave stessa, un relitto romano del V secolo. Si presume che l’imbarcazione trasportasse merci dal Nord Africa ad alcuni porti dell’Adriatico settentrionale ma, a causa del forte vento di scirocco, si fosse arenata sugli scogli dell’isolotto per poi affondare. L’archeologo ha tenuto a precisare che purtroppo alla mostra allestita nel Museo si trovano reperti che rappresentano solo una parte del carico di questa nave mercantile tardoantica. “Siccome non sono state trovate anfore intatte e considerato il mare poco profondo, è molto probabile che subacquei incoscienti negli anni ‘70 e ‘80 abbiano portato via dal sito i reperti migliori”, ha spiegato Bekić. In tutto, sono stati recuperati 59 manici di anfore, 49 colli, cinque tappi e 27 fondi a punta oltre a frammenti di ceramiche attribuibili a elementi da cucina, come coperchi e casseruole e utensili grezzi prodotti a Pantelleria.

Lo scandaglio in piombo romano

Uno scandaglio in piombo romano
Uno dei reperti più interessanti del naufragio è senza dubbio un raro esempio di scandaglio in piombo romano, una delle invenzioni più importanti per la navigazione nell’antichità. Oltre a presentare la copia originale, è stata realizzata una replica con tanto di angolo interattivo per far comprendere ai visitatori come i marinai misurassero la profondità e prelevassero campioni di sedimento dal fondo del mare grazie a delle cavità nello strumento riempite con grasso d’animale.

Quest’interessante mostra, che presenta il ricco patrimonio culturale di Rovigno, è stata aperta da Luka Bekić, responsabile del progetto e da Maja Marić, in rappresentanza del Museo civico. All’inaugurazione, organizzata senza pubblico ma trasmessa in diretta sulla pagina Facebook del Museo, hanno inoltre partecipato la responsabile dell’Ufficio del Consiglio municipale e del sindaco, Maria Črnac Rocco e Sandro Žufić, vicecomandante dei Vigili del fuoco di Rovigno, unità che ha contribuito alla realizzazione delle ricerche archeologiche. L’esposizione è stata patrocinata dall’Ente per il turismo di Rovigno e dal Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia.

I reperti rimarranno esposti fino alla fine di settembre, durante l’orario d’apertura del Museo, dalle 10 alle 18, con una pausa dalle 12,30 alle 13.30, valida solo per il mese d’aprile.

I reperti rimarranno in visione fino alla fine di settembre

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