Patrimonio industriale, nuovi progetti in arrivo

Alla 32ª seduta della Commissione per la cultura della Città di Fiume sono stati annunciati alcuni cambiamenti. Incerto il destino degli edifici storici soggetti a un progressivo degrado

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Patrimonio industriale, nuovi progetti in arrivo
I partecipanti alla 23ª riunione. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Eppur si muove. Si potrebbe definire così ciò che sta attualmente succedendo in relazione all’annosa questione della rampa di lancio dell’ex silurificio di Fiume che ormai da decenni versa in condizioni pietose, tali che da oggi a domani potrebbe crollare del tutto.

Da quanto appreso, infatti, nell’ambito della 32esima riunione della Commissione per la cultura della Città di Fiume, tenutasi ieri, questo importante esempio di patrimonio industriale fiumano vedrà finalmente la luce alla fine del tunnel, in quanto, a detta del direttore della Port authority, Denis Vukorepa, è stato realizzato un progetto preliminare del futuro Centro per i visitatori Torpedo che prevede anche un intervento di conservazione di ciò che rimane della rampa di lancio. La sua demolizione e ricostruzione, come ipotizzato in precedenza, non è quindi contemplata nel progetto, realizzato dallo studio Rožić arhitekti.

Un Centro per i visitatori
Come spiegato da Vukorepa, il progetto di recupero della rampa di lancio e di realizzazione del Centro per i visitatori è stato messo a punto lo scorso mese di luglio e presto saranno visibili dei risultati concreti.
“Il progetto definitivo verrà completato il 7 febbraio prossimo e comprende la realizzazione di un parcheggio, di una strada d’accesso e della costruzione di due spazi del centro informativo nel quale verrà raccontata la storia del siluro – ha spiegato Vukorepa –. Il 9 dicembre scorso abbiamo ottenuto dalla Città di Fiume le condizioni del progetto, che prevede la realizzazione del progetto esecutivo entro 60 giorni. Esso verrà successivamente sottoposto all’attenzione dell’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali di Fiume, dopodiché si procederà con l’intervento di risanamento della rampa di lancio”, ha rilevato, aggiungendo che il progetto è appoggiato dalla Città di Fiume e dall’associazione per la tutela e la promozione del patrimonio industriale Pro Torpedo, nonché seguito dall’Istituto di conservazione, il quale proporrà le proprie condizioni dopo aver visionato la documentazione. Rimane, però, la questione degli spazi in cui presentare la mostra dei siluri, gestita dal Museo civico, in quanto sembra che quelli dell’ex silurificio potrebbero non essere sufficienti. Vukorepa ha commentato in riguardo che anche a questo problema si troverà una soluzione.

Lo stato in cui versa la rampa di lancio (la foto è stata scattata nel luglio scorso).
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Padiglione di Braida
Ciò che sicuramente non sarà possibile e non è nemmeno logico nell’ottica del progetto del Centro per i visitatori Torpedo, è la realizzazione dell’allestimento dei siluri nel padiglione abbandonato del mercato in Braida, come ipotizzato in precedenza, in quanto – come spiegato ieri dalla responsabile dell’Istituto di conservazione, Lilian Stošić – quello spazio può accogliere soltanto attività commerciali visto che è stato costruito per questo scopo e qualsiasi altro contenuto andrebbe a incidere troppo sulla struttura dello stabile. Pertanto, nemmeno l’ipotesi del trasferimento del Teatro dei burattini nel padiglione non è più accettabile.
La presidente della Commissione per la cultura, Maša Magzan, ha voluto introdurre nella conclusione relativa al progetto Torpedo la proposta di candidare l’intera via Milutin Barač alla European Route of Industrial heritage, in quanto questa contiene una serie di palazzi ed ex stabilimenti industriali importanti anche a livello europeo. Vukorepa ha puntualizzato in questo contesto che la Port Authority ha finora investito ingenti mezzi nel rinnovo di diversi resti del patrimonio industriale di Fiume e ha ricordato che attualmente è in corso l’intervento di restauro del magazzino 22 del complesso Metropolis. Ha ricordato, inoltre, che la Port Authority ha pure ottenuto i fondi per la realizzazione dell’illuminazione della Riva dalla pizzeria Boonker fino all’inizio del Molo longo.

Teatro Fenice: status quo
Una grande fetta della riunione, la quale è stata un’occasione per parlare di tutti i beni storico-culturali trascurati in città e che negli ultimi due anni sono stati discussi nell’ambito del ciclo “Il patrimonio culturale fiumano in fin di vita”, è stata nuovamente dedicata al Teatro Fenice, il cui destino è ancora incerto mentre al contempo il palazzo sta andando in rovina. In questo contesto, Maša Magzan ha osservato come, dopo lo slancio che Fiume ha vissuto con il progetto Capitale europea della Cultura 2020, ora siamo testimoni di troppi monumenti storico-culturali e industriali che stanno andando in rovina e di un completo disinteresse dell’amministrazione cittadina per la cultura in generale. Ha ricordato, inoltre, che dal 2020 Fiume non dispone di una Strategia di sviluppo della cultura, che avrebbe dovuta essere completata entro la fine del 2024, ma che ancora non è stata realizzata. Di conseguenza, la Città non ha una visione chiara sulle priorità e sulla direzione nella quale vuole sviluppare il settore culturale. Nel contesto del Teatro Fenice, Magzan ha ricordato che, nonostante l’Istituto di Conservazione di Fiume avesse inviato al sindaco Marko Filipović la richiesta che venga nominato un tutore temporaneo del palazzo, il sindaco non lo ha fatto, anche se era tenuto per legge a farlo. L’Istituto di conservazione aveva inoltre disposto delle urgenti misure di protezione del palazzo al fine di impedire che vada completamente in rovina. Queste misure prevedono che venga riparato il tetto al fine di impedire infiltrazioni d’acqua sia dall’alto che dal sottosuolo della struttura. Stando a Lilian Stošić, non si tratta di una spesa ingente, ma che è indispensabile per rallentare il processo di deterioramento dell’edificio. Magzan ha ricordato, inoltre, che qualche anno fa il valore del palazzo era stimato a circa 2 milioni di euro, mentre ora il suo valore è sceso a 1,5 milioni di euro.
Vlasta Linić del Dipartimento per l’Educazione e l’istruzione, la Cultura, lo Sport e i Giovani ha ricordato che il Teatro Fenice era inserito nella Strategia dello sviluppo della cultura fino al 2020, per cui bisogna attendere che venga completata la nuova Strategia affinché si possa capire quali contenuti il palazzo potrebbe accogliere e in che direzione andare per rinnovarlo.

L’edificio del Teatro Fenice (maggio 2024).
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il complesso Gat un successo
Nel corso della riunione si è parlato anche del complesso Gat, che durante l’Avvento era stato realizzato in Riva e, a detta di Vukorepa, aveva attirato più di 100mila persone. Il direttore della Port Authority ha quindi annunciato che questo progetto verrà riproposto a partire dall’8 febbraio e rimarrà in Riva 90 giorni. In riferimento ai potenziali danni che i container avrebbero potuto causare alla pavimentazione della Riva, Vukorepa ha spiegato che questi non hanno danneggiato il lastricato. Lilian Stošić ha osservato che la Port Authority avrebbe dovuto informare in anticipo l’Istituto di conservazione delle sue intenzioni e non soltanto a fatto compiuto.
Uno dei temi è stato anche il complesso dell’ex Ospedale pediatrico di Costabella, che non è stato ancora completamente svuotato dal Centro clinico-ospedaliero e che già versa in pessime condizioni. Anche in questo caso, fino al momento in cui la Città, che ne è proprietaria, non avrà un’idea chiara sui contenuti che il complesso potrebbe ospitare, l’Istituto di conservazione ha disposto delle misure di protezione per rallentare il processo di deterioramento degli edifici. Come spiegato da Lilian Stošić, essi dovrebbero essere sigillati affinché nessuno vi possa accedere, in primo luogo per evitare danni come vetri rotti e muri imbrattati, e in secondo luogo per ragioni di sicurezza. Al fine di impedire l’ingresso di malintenzionati nel complesso, la Commissione ha richiesto che venga ingaggiato un maggior numero di guardie.

Uno degli edifici abbandonati dell’ex Ospedale pediatrico di Costabella.
Foto: RONI BRMALJ

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