Sopravvissuto alle atrocità del lager e agli orrori del dottor Mengele, a 11 anni Oleg è uscito da Auschwitz. E da allora ci è tornato molte volte: per non dimenticare e per ritrovare un amico perduto. La sua testimonianza è racchiusa nel volume “Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz. La storia vera dell’ultimo bambino salvato dai lager nazisti”, di Filippo Boni con Oleg Mandić, disponibile nelle librerie d’Italia dal 14 gennaio prossimo. Filippo Boni, scrittore e giornalista, racconta in questo memoir sconvolgente – pubblicato per i tipi di Newton Compton editori – una storia lunga 80 anni, quella di Oleg Mandić.
“Alle mie spalle si chiuse il cancello di Auschwitz e si abbassò la sbarra con sopra la storica frase: ‘Arbeit macht frei’. Sono stato
l’ultimo prigioniero a uscirne vivo”, leggiamo nelle pagine del libro. Ha 11 anni Oleg Mandić, quando l’Armata Rossa entra ad Auschwitz per liberare gli ultimi sopravvissuti. Nato a Sušak, nel 1944 viene arrestato con la madre e la nonna e deportato. Non è ebreo, ma prigioniero politico, perché suo padre e suo nonno, dopo l’occupazione, si sono uniti ai partigiani. Ad Auschwitz sperimenta e sopporta l’inimmaginabile: la fame, i lavori forzati, i continui soprusi delle SS; finisce anche nel famigerato reparto del dottor Mengele, da cui i bambini spariscono senza che nessuno ne sappia più nulla. La morte, nel campo, è ovunque: c’è chi la cerca per disperazione gettandosi contro il recinto elettrificato e chi, appena sceso dal treno, già finisce per trasformarsi in fumo e uscire dai crematori. Oleg, invece, si salva. Per caso, per fortuna, forse per destino. Per anni tiene sotto chiave i ricordi, incapace di descrivere ciò che ha vissuto. Ma quando riaffiorano, insieme a loro arriva il bisogno di tornare, di rivedere quei luoghi, darne testimonianza e rispondere al richiamo di una misteriosa lettera…
Filippo Boni (1980) si è laureato in Scienze politiche all’Università di Firenze con una tesi sui massacri nazisti in Toscana. Studioso e ricercatore del Novecento, scrittore e giornalista, ha pubblicato diversi saggi e romanzi, tra cui “Gli eroi di via Fani”, “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” e “Muoio per te”. I suoi scritti hanno vinto numerosi premi e sono stati oggetto di trasposizioni teatrali, film-documentari e tema d’esame negli istituti scolastici di tutta Italia. Nel 2018 ha ricevuto il Fiorino d’Oro e il Pegaso d’argento della Regione Toscana.
Oleg Mandić (1933), ben noto ai lettori della Croazia, è nato in una nota famiglia istriana. A 11 anni con la mamma e la nonna venne arrestato e spedito ad Auschwitz come prigioniero politico. Dopo la liberazione dell’Armata rossa, fu l’ultimo detenuto a uscirne vivo. Avvocato e giornalista, negli ultimi vent’anni ha diffuso nelle scuole e nella società civile in tutta Europa la propria esperienza nel campo di sterminio e si è battuto per la salvaguardia di questa memoria. Ha pubblicato libri, interviste e articoli. Per questa attività gli sono state attribuite numerose onorificenze in Italia, Croazia e Polonia.
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