Nero e rosso, i colori dei totalitarismi fiumani

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Nero e rosso, i colori dei totalitarismi fiumani

In questi primi giorni del 2019, le parole legate a Gabriele D’Annunzio e all’Impresa di Fiume – il cui centenario ricorre proprio quest’anno –, tornano a essere usate non necessariamente con il solito carico polemico e negativo, che inevitabilmente evoca nuove crociate per la componente italiana della città quarnerina, bensì con un tono molto più blando, spinto da un approccio scientifico storico inteso a comprendere il passato con tutta la sua pesante eredità, soprattutto per poter capire il presente. Sono questi i propositi dichiarati dal regista, sceneggiatore e produttore Vanja Vinković per il documentario, ancora in fase di pianificazione/realizzazione, “Fiume nera – rossa Rijeka” (titolo originale: “Fiume crno – crveno Rijeka”), che intende analizzare i fenomeni del fascismo e del comunismo vissuti attraverso la città quarnerina. Del documentario in lavorazione abbiamo parlato proprio con il regista Vanja Vinković. Oltre ad essere autore di documentari, Vinković, classe 1969, è giornalista, redattore, produttore cinematografico e sceneggiatore nativo di Bjelovar.
“La sola idea alla base della serie documentaria, che per il momento ha come titolo di lavorazione ‘Fiume crno – crveno Rijeka’), risale a diversi anni fa – esordisce Vanja Vinković –. A motivarne la genesi sono state le sempre attuali e scottanti questioni storiche che imperniano la società croata. Siamo, infatti, testimoni di come i fatti storici siano utilizzati quotidianamente a scopi politici con il fine di alimentare disaccordi ideologici, soprattutto quelli più infimi e viscerali. Ciò porta a offuscare il nostro passato, che dal 1918, con il disfacimento della monarchia asburgica, è stato pervaso da varie forme di domini totalitari. Quello che intendo raggiungere è di infrangere l’abuso e l’utilizzo sconsiderato della storia per fini meschini. Per farlo occorre avere testimonianze personali degli eventi storici, coadiuvate da serie analisi professionali. Lo considero particolarmente importante per il futuro delle giovani generazioni nello stato croato e nel mondo globalizzato della tecnologia del XXI secolo”.
Come si presenterà il documentario?
“La serie si articolerà in sei episodi, ciascuno dalla durata di 50 minuti. Agli spettatori sarà proposta la genesi delle ideologie totalitarie e i movimenti che nel corso del XX secolo hanno flagellato l’intero continente europeo. Un accento particolare sarà dedicato all’Europa centrale – alla quale la Croazia appartiene –, che sistematicamente è stata annientata da entrambi i governi autoritari. Gli effetti dei regimi totalitari saranno affrontati e analizzati attraverso fatti e interpretazioni scientifico-professionali, comprovati a loro volta da testimonianze attendibili di partecipanti e testimoni degli eventi storici che hanno contrassegnato la storia di Fiume negli ultimi cent’anni. Il percorso intende analizzare l’istituzione del primo Stato totalitario, l’occupazione fascista, il movimento bolscevico, l’amministrazione nazista, lo sconvolgimento comunista e il crollo del sistema socialista, la lotta per l’indipendenza dello Stato croato e la resistenza all’aggressione serba durante la guerra patriottica. Saranno inoltre affrontati anche altri argomenti di carattere storico, come il mancato procedimento di transizione, l’inclusione nel Patto euro atlantico, le sfide totalitarie del nostro tempo e, ovviamente, Fiume quale Capitale europea della cultura 2020”.
Come nasce il suo interesse per quest’argomento?
“Nel corso dei miei lunghi anni dedicati all’attività giornalistica, ero spesso incuriosito da temi storici legati a Fiume, alla Croazia e alla storia dell’Europea centrale. Il capoluogo quarnerino è stato il crogiolo di diverse civiltà e culture paneuropee. Tanto che il loro lascito è parte integrante del patrimonio culturale fiumano, a partire dai tempi (pre) romani fino ai giorni nostri. Questo lungo intervallo si è intrecciato con figure ed eventi storici europei di primo piano, e anche con la Croazia”.
Può illustrarci il significato che cela il titolo?
“Con il titolo della serie, che è quello di lavorazione e quindi aperto a possibili modifiche e cambiamenti, voglio trasmettere in modo semplice e diretto, la sintesi del totalitarismo fascista e comunista che hanno interessato la città quarnerina. Il nero e il rosso sono, infatti, i ‘marchi’ dei sistemi fascista e comunista. Mentre Fiume e Rijeka sono i nomi storici della nostra città, che corrispondono a loro volta ai periodi in cui i due regimi non democratici hanno governato”.
Come sarà articolato il documentario?
“Dato che si tratta di un progetto multimediale complesso che richiede una grande quantità di lavoro e responsabilità per il prodotto finale, ho scelto di creare un gruppo editoriale di esperti di alto livello, soprattutto fiumano, che si occupi di questioni storiche e culturali, al fine di fornire agli spettatori fatti storici scientificamente convalidati. È il caso di interlocutori professionali, mentre i racconti di esperienze personali saranno narrati da testimoni dei periodi storici in questione. Pianifico di utilizzare materiale d’archivio per ricostruire l’atmosfera degli episodi storici, mentre gli intervistati saranno ripresi nei luoghi autentici. Per la ricostruzione di una parte del contenuto del film, sarà utilizzata l’animazione 2D. E ciò nel caso in cui le parti della città dovessero non esistere più o risultare completamente irriconoscibili”.
Quale bibliografia ha preso in esame per la possibile realizzazione del documentario?
“Ho consultato le opere di diversi autori nazionali e stranieri, che hanno analizzato questi avvenimenti dal XIX secolo fino ai giorni nostri. Parallelamente ho raccolto numerosi documenti storici, illustrazioni e materiale d’archivio, che spero possano contribuire nel presentare una nuova visione inerente al nostro recente passato. Allo stesso modo auspico anche di poter aiutare a raggiungere una maggiore comprensione di quegli eventi del passato che ancor oggi determinano in larga misura il nostro presente”.
Che immagine si è fatto di D’Annunzio?
“Il secondo episodio si occuperà interamente del Vate. D’Annunzio sarà presentato come un pioniere del totalitarismo, colui che ‘inventò’ il marketing politico. Lasciò chiare disposizioni su come governare, per i leader totalitari del XX secolo, tanto che queste sono applicabili in grande misura ancora oggi. D’Annunzio quale eroe italiano della Grande Guerra e poeta già affermato, ha riconosciuto nell’Impresa di Fiume del 1919, l’imperdibile occasione per raggiungere le proprie tendenze egocentriche mosse dal suo spirito avventuroso. Esistono numerosi legami con lo stile di governo dannunziano e la sua eredità politica utilizzati e migliorati poi dai leader totalitari. E non solo, questi atteggiamenti sono riscontrabili anche nelle attuali iniziative di globalizzazione”.
Intende includere nel progetto anche la Comunità italiana?
“Il mio obiettivo è di illuminare la storia partendo da diverse angolazioni. Ciò include, naturalmente, anche la parte che riguarda le sofferenze del gruppo etnico italiano subite da parte delle autorità comuniste jugoslave. Intendo quindi contattare i testimoni di quel tempo o i loro discendenti, con il proposito di raccogliere la loro preziosa testimonianza. Colgo l’occasione per invitare tutti coloro che possono contribuire alla comprensione di questi eventi con testimonianze, documenti personali o materiali d’archivio, a contattarmi”.
Quale sarà la distribuzione del documentario?
“La serie documentaristica viene realizzata in collaborazione con la casa di produzione ‘Istra film’ di Fiume per la Radio televisione croata (HRT), che pianifica di trasmetterla nel corso del 2020, quando Fiume sarà Capitale europea della cultura e la Repubblica di Croazia assumerà la Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. La serie sarà ovviamente disponibile anche su DVD e, considerato il suo contenuto, credo che a dimostrare interesse per la presentazione saranno distributori dal Baltico fino all’Adriatico”.

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