Alla Comunità degli Italiani di Bertocchi è approdata “Nascite e rinascite”, la tragicomica cartolina esistenziale che mette a nudo cadute e risalite portate in scena dall’autrice e interprete Laura Marchig. Scrittrice e drammaturga, sul palco la connazionale diventa attrice e cantante, protagonista alla pari con l’eclettico chitarrista Darko Jurković (in arte Charlie) autore di musiche e arrangiamenti della performance ospitata sabato sera alla Casa di cultura. Punto di riflessione dell’ultima fatica teatrale della Marchig, che ne ha curato anche la regia, “Nascite e rinascite” verte sulla vita e il fatto che nessuno c’abbia chiesto il permesso di viverla. Intrecci di attimi delle loro storie autobiografiche, l’autrice ripercorre vicissitudini personali tra aneddoti d’infanzia, scuola, famiglia e carriera. Tra passi recitati e cantati in italiano e fiumano, il connubio Marchig-Jurković, nel procedere esistenziale, ferma i cuori nel momento del tiro beffardo di un destino canzonatorio che qualche anno fa ha messo il chitarrista difronte a un male incurabile. Il silenzio catatonico del pubblico è rotto solo dallo sdoppiamento di malinconiche note jazz da cui traspare tutta l’interiorità dell’intima tragedia personale. Un dramma che, per capirlo, lo devi provare. In un istante, il vuoto. Niente ha più senso, peso né importanza, c’è solo quel macigno sulle spalle che ti ferma e tutto diventa così futile che anche il reagire ti sembra impossibile, e invece… Sta nei momenti più bui la forza di “rinascere” e Charlie lo fa attraverso la musica, un’arma potente che t’invoglia a combattere, uno scopo per lottare, un obiettivo che – grazie al contributo di una medicina sempre più evoluta – gli ha permesso non solo di comporre e suonare di nuovo, ma di continuare a vivere. L’imposizione esistenziale tra vittorie e sconfitte, smacchi, ingiustizie e mille avversità rimarca quanto tutti si è stati, prima o poi, sul punto di mollare. Ma il bello di quest’esistenza inquinata e provocatoria che eternamente ci mette alla prova sta nel trovare sempre e comunque la forza per andare avanti. di “rinascere”. L’affiatamento Marchig-Jurković, sul palco e nella vita, segna e rimarca quei momenti di terra bruciata intorno perché quando c’è un problema, come per magia, tutti si dileguano. Viviamo un’esistenza a senso unico che ci proietta al futuro per non mollare dove comprensione e conforto restano parole sul vocabolario che non arrivano mai, nemmeno da familiari o amici egoisticamente pronti a giudicare senza sapere, mentre tu arranchi alla ricerca di un barlume in sospeso. Tra sillabe e immagini, a ciel sereno, “Dexa”, l’ironico brano che Jurković dedica al farmaco che gli ha ridato speranza. Immancabile chiusura “Grazie alla vita”, della cantautrice folk cilena Violeta Parra. L’inno alla gratitudine per tutto ciò che l’esistenza comunque offre, tra intenso amore e sofferenza, sono le parole scelte dalla Marchig per trasmettere il messaggio di resilienza e accettazione gioia-dolore che accompagna il cammino di ognuno di noi. A modello l’interpretazione appassionata e struggente di Gabriella Ferri, il brano diventa punto di riflessione su eterne decisioni al bivio, incontri-scontri nel susseguirsi di delusioni. “Nascite e rinascite” è una clessidra a tempo, un destino irriverente ma è pur sempre vita e forse, sia come sia, vale la pena viverla perché è proprio questo il segreto dell’essere umani. (elb)
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