MUO. Una storia segnata dai terremoti

In seguito alle restrizioni imposte alle imprese artistico-culturali, l’istituzione ha dovuto utilizzare tutte le risorse a disposizione per mantenere in vita l’attività

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MUO. Una storia segnata dai terremoti

Il Museo dell’Arte e dell’Artigianato (MUO) di Zagabria è stato una delle strutture più danneggiate dal terremoto che ha colpito la capitale croata a marzo dell’anno scorso. È stato un duro colpo per l’istituzione che proprio nel 2020 si accingeva a celebrare i 140 anni di attività. Il sisma ha segnato l’inizio di un periodo estremamente difficile per il MUO. Con lo scoppio della pandemia da coronavirus e le restrizioni imposte alle realtà artistico-culturali, l’istituzione ha dovuto utilizzare tutte le risorse a disposizione per mantenere in vita l’attività. Il risultato è stato l’allestimento della mostra “Il MUO scosso: da terremoto a terremoto 1880-2020” (Protreseni MUO: od potresa do potresa 1880.-2020.), inaugurata il 24 novembre del 2020 e successivamente prorogata fino al 17 febbraio di quest’anno. L’esposizione ha raccontato la storia del Museo tra i due sismi che l’hanno segnato: infatti, nello stesso anno in cui il Museo venne fondato la capitale croata fu colpita da un terremoto di 6,3 gradi su scala Richter, in seguito al quale una grande parte della popolazione emigrò verso la Slovenia e l’Italia. Allo scopo di adeguare l’attività museale alla “nuova normalità”, è stata realizzata anche una versione digitale della mostra, disponibile tuttora per il tramite della pagina ufficiale dell’istituzione.

Il direttore del MUO alla mostra “La moda e il fumetto”

Nel corso di una breve intervista, il direttore dell’ente museale, Miroslav Gašparović, ci ha parlato del successo della mostra “Il MUO scosso”, oltre che delle difficoltà affrontate dal Museo nell’ultimo anno, soffermandosi anche sui progetti in programma quest’anno.

Qual è stato il riscontro della mostra “Il MUO scosso”?
“Il terremoto del 29 dicembre (il sisma che ha colpito gravemente Petrinja, Sisak e Glina, ma è stato avvertito anche a Zagabria, nda) è avvenuto mentre era in corso la mostra, il che ci ha costretto a chiudere le porte del Museo per ben due settimane. Successivamente, una volta che è stato appurato che né la collezione museale, né l’edificio del Museo hanno subito danni a causa del sisma, abbiamo riaperto. Sicuramente la situazione ha influito molto sull’affluenza. Ciononostante, considerate le attuali condizioni, il riscontro è stato molto positivo. Si tratta della prima mostra di questa portata allestita a Zagabria e incentrata sul tema del terremoto. L’esposizione ha infatti raccontato la storia del sisma in un modo assai particolare. Siamo molto fieri di quello che siamo riusciti a realizzare anche se, in una situazione normale, non saremmo soddisfatti di quel numero di visite. Purtroppo, al momento stiamo vivendo una normalità diversa. In questi tempi, uno si accontenta anche delle piccole cose. Pur trattandosi di risultati modesti, li considero estremamente importanti, in quanto ritengo fondamentale mantenere, nei limiti del possibile, la vita e l’attività lavorativa ‘normale’”.

Uno degli abiti esposti alla mostra “La moda e il fumetto”

La collezione del MUO può essere visitata anche tramite la piattaforma online sul sito web ufficiale. Qual è stata, ai tempi del Covid, la risposta del pubblico al portale digitale del Museo?
“Abbiamo potuto osservare lo stesso fenomeno verificatosi nel resto del mondo. All’inizio della pandemia, l’interesse è stato molto grande. Successivamente, con il passare del tempo, l’affluenza è stata sempre minore, a conferma di quanto sosteniamo, ovvero che il museo virtuale non può offrire quell’esperienza particolare innescata durante la visita diretta al Museo. Lo spazio vivo, l’opera originale non può essere sostituita con nessuna sua rappresentazione virtuale”.

Si aspetta un grande interesse del pubblico con la ripresa dei consueti ritmi lavorativi?
“Sicuramente ci aspettiamo una grande affluenza. Questo palazzo sta andando incontro a una ristrutturazione totale. Abbiamo fatto tutto il possibile per rendere agibile il museo e proteggerlo dai sismi, potenziando le misure di sicurezza. Tutto ciò ci ha spinti ad avviare un restauro generale, che per diversi anni era stato posticipato. I terremoti ci hanno fatto capire che bisogna essere pronti a ogni eventualità. Ci auguriamo che con la nuova identità del MUO ritorni ancora più forte anche l’interesse da parte del pubblico”.

Un segmento della mostra “MUO scosso”

Quali sono i progetti in programma quest’anno al MUO?
“Dopo la mostra ‘La moda e il fumetto’, intorno alla metà di aprile è previsto un allestimento dedicato a Raffaello Sanzio, in occasione del 500.esimo anniversario della sua morte, che verrà realizzato in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura di Zagabria. In seguito, dedicheremo un’esposizione al grande artista e grafico croato Milan Vulpe. Per il momento non sono previste altre iniziative, in quanto molto probabilmente dovremo traslocare in una nuova sede. Si tratterebbe di un enorme lavoro, se si pensa alle difficoltà inerenti al trasferimento di oltre 100mila oggetti e opere d’arte comprese nella collezione museale. Rimaniamo comunque ottimisti e speriamo di poter tornare presto ai consueti ritmi lavorativi”.

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