Mirko Soldano direttore ad interim del Dramma Italiano

Per lunghissimi anni attore della nostra compagnia di prosa che opera in seno al TNC "Ivan de Zajc" di Fiume, ha deciso ora di intraprendere un nuovo cammino

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Mirko Soldano direttore ad interim del Dramma Italiano
Mirko Soldano. Foto Goran Žiković

Mirko Soldano è direttore ad interim del Dramma Italiano del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. Succede a Giulio Settimo, il quale ha ricoperto questa carica dal settembre del 2018 e il cui mandato si è estinto in concomitanza con quello del sovrintendente Marin Blažević. Per lunghissimi anni attore, con grande successo e ruoli da protagonista, della nostra compagnia di prosa – dal 2004 al 2009 e poi dal 2013 in qua –, Soldano ha deciso ora di intraprendere un nuovo percorso, quello dirigenziale, collaborando con la nuova sovrintendente del Teatro, Dubravka Vrgoč.
“Con grande entusiasmo ho assunto da circa una settimana la direzione del Dramma Italiano di Fiume – ha dichiarato oggi per il nostro quotidiano –, un incarico che accolgo con profondo senso di responsabilità e gratitudine. Spero di poter mettere a servizio la mia esperienza in questa storica istituzione teatrale. In piena sintonia con la sovrintendente, Dubravka Vrgoč, il nostro intento è riportare il DI al centro del TNC, rafforzando il suo ruolo di ponte culturale tra Italia, Croazia e Slovenia. Un progetto ambizioso che prende avvio con una produzione significativa, ‘La moglie saggia’, realizzata in collaborazione con lo Stabile del Veneto, una scelta che unisce la tradizione teatrale italiana al contemporaneo”.

“La decisione di assumere la direzione – ci ha detto ancora – nasce dalla profonda conoscenza della compagnia e del suo potenziale. Il programma di Vrgoč ha rappresentato una felice coincidenza: ho trovato una visione che rispecchia pienamente la mia idea di teatro, un progetto che sa coniugare tradizione e non convenzionalità per raccontare la realtà sociale presente. L’obiettivo è sviluppare un percorso che valorizzi l’identità culturale del Dramma Italiano aprendosi al contempo a nuove forme espressive. Creare un dialogo autentico con il pubblico e le istituzioni italiane, investendo nelle coproduzioni e nelle nuove generazioni di artisti. L’ambizione è di consolidare il ruolo del DI per essere un riferimento culturale nel territorio e nella scena teatrale… anche europea. Troppo ambizioso? Penso le risorse e le intelligenze ci siano tutte”.

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