Migliorare la cultura italiana in Croazia e in Slovenia partendo dai bambini

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Migliorare la cultura italiana in Croazia e in Slovenia partendo dai bambini

Si è alzato il sipario sulla nuova stagione di teatro di prosa per il Dramma Italiano del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”. E alla sua guida il giovane Giulio Settimo, profondo conoscitore della macchina teatrale, sia in senso organizzativo-aziendale, sia sotto l’aspetto dei diversi profili professionali e artistici coinvolti nella produzione di spettacoli. Giulio Settimo conosce bene anche la realtà del DI, in quanto ha collaborato dal 2012 con la nostra compagnia in diverse occasioni. Quali siano i suoi propositi, quali gli aspetti di continuità e di novità rispetto alle direzioni passate, glielo abbiamo chiesto nel corso di un’esaustiva intervista.

Tra Trieste e Karlovac, Fiume
“La scelta di assumere le redini del Dramma è scaturita da una serie di motivi per lo più dovuti a una crescita professionale – esordisce Giulio Settimo –. Dopo l’Accademia mi sono laureato in marketing teatrale e desideravo iniziare un nuovo percorso con la possibilità di confrontarmi con realtà specifiche e interessanti, come quella della compagnia di prosa in lingua italiana di Fiume. Infine, cosa non meno importante, è che di recente mi sono sposato: mia moglie vive a Trieste e quindi, da Karlovac – dove possiedo la mia casa in Croazia – lavorare a Fiume è un passo per starle più vicino. Faccio, infatti, il pendolare: ogni giorno per recarmi a lavoro viaggio dal capoluogo giuliano”.
Per due volte ha respinto l’invito del nostro giornale a rilasciare un’intervista. Qual è stato il motivo di questo temporeggiare?
“Ho dovuto farlo, a causa della mia incertezza per le risposte che avrei potuto dare a livello finanziario del Dramma. Solamente fino a pochi giorni fa era “in forse” l’intera stagione della compagnia, a causa della mancata erogazione dei fondi da parte dell’Università Popolare di Trieste. Una situazione serie e drammatica che si è risolta grazie all’intervento finanziario straordinario dell’Unione Italiana, intervento che ha permesso di partire con la stagione. È il secondo prestito che l’UI fa al Dramma, pur essedo la compagnia non sotto la loro ingerenza ma sotto quella dell’UPT di Trieste”.
Veniamo al programma della stagione. Nel cartellone si nota una chiara impostazione che favoreggia il teatro ragazzi…
“Non necessariamente. Ritengo che non sia una stagione di teatro ragazzi, bensì che all’interno della stessa ci sia una grande offerta di spettacoli dedicati alla popolazione giovanissima. Penso che tutta la Comunità Nazionale Italiana in Croazia e in Slovenia stia subendo un rimpicciolimento, dovuto a un fattore demografico assolutamente normale e inevitabile. L’unica difesa che abbiamo per sopravvivere è continuare a insegnare la lingua e la cultura italiana attraverso la scuola. Quindi, il DI, quale fulcro culturale della CNI, ha l’obbligo di dare una ricca offerta programmatica a tutte le scuole. Grazie alla mia esperienza raccolta nel teatro ragazzi, sia come attore, sia come organizzatore di eventi, posso dire di offrire attraverso il programma della stagione dei prodotti di qualità. E di conseguenza di migliorare i rapporti di fiducia con le scuole e instaurare delle collaborazioni che vedano la partecipazione dei bambini. Inoltre, il Dramma torna nelle scuole con le matinée che c’erano un tempo, proprio per interessare e coinvolgere i bambini all’arte teatrale. Sono loro che andranno a comporre il pubblico di domani”.

Il pubblico di domani
Lo spettacolo d’apertura della stagione, “Felici e contente”, è un lavoro che appartiene proprio a questo genere di teatro. La scelta di aprire la stagione così è stata dunque ponderata?
“È una mia scelta programmatica intenzionale, che sarà ripetuta anche con la prossima stagione. La mia filosofia teatrale vede al primo posto i bambini come il pubblico del domani. Ciò non implica un maggiore investimento nel teatro ragazzi rispetto alle passate stagioni del DI. Anzi, dirò di più: l’investimento è pressoché uguale, perché la maggior parte delle produzioni, oltre a essere dedicate ai bambini dalla quinta all’ottava classe elementare, sono appositamente pensate anche per un pubblico adulto. Sono allestimenti che ho scelto perché non sono volgari, avvicinano i bambini al teatro degli adulti e creano quindi crescita e istruzione. Questa scelta programmatica non implica di catalogare la stagione 2018/19 come teatro ragazzi, che purtroppo spesso è considerato come un genere teatrale minore. È un pensiero di tanti, a mio avviso completamente errato. Il teatro ragazzi è uno dei generi teatrali con maggiore responsabilità. Quale direttore della compagnia ho l’obbligo di presentare a loro un prodotto pienamente comprensibile. Lavorando molto in questa specifica progettazione artistica, ho avuto modo di ammirare spettacoli per ragazzi di una complessità che, generalmente, i lavori teatrali per adulti non hanno. Questa scelta c’è. È stata ponderata bene ed è intenzionale. Quale direttore del DI ho l’obbligo di migliorare la cultura italiana sia in Croazia sia in Slovenia, e per farlo parto dai bambini”.

La volontà di creare legami forti
Non possiamo non notare che dei cinque spettacoli in cartellone, solamente uno sarà allestito al TNC “Ivan de Zajc”, mentre i restanti saranno proposti alla Casa di Cultura Croata di Sušak. Come mai?
“Purtroppo è così. Posso dire che la prossima stagione sarà diversa. Questo dislocamento è dovuto a diversi fattori, in primis al repentino cambio di direzione, con Rosanna Bubola che si è licenziata all’inizio dell’anno, e a cui è subentrata, in qualità di facente funzione, Leonora Surian, la quale ha portato avanti un cartellone definito, senza la possibilità di intervenire per nuove programmazioni all’interno dello ‘Zajc’. Di conseguenza, assumendo io ufficialmente l’incarico con l’inizio di settembre, ho perso l’occasione di richiedere gli spazi per il DI. Lo ‘Zajc’ è composto da altre sezioni artistiche e realizzare una stagione sul grande palcoscenico del Teatro è un’impresa ardua, che necessità di un’attenta programmazione fatta con largo anticipo. Ciò non toglie che non ci sarà uno spettacolo allo ‘Zajc’, che è quello più impegnativo, ovvero ‘Gli imbianchini non hanno ricordi’, di Dario Fo, per la regia di Mario Kovač. Ne approfitterò per portare la maggior parte delle Comunità degli Italiani alla prima dello spettacolo. Sarà un incontro inteso a riunire i nostri sodalizi, l’UI stessa, e tutto ciò che rappresenta l’italianità di queste terre, per stare insieme e creare legami tra tutti noi”.

Completa parità
Il mancato inserimento degli spettacoli del Dramma Italiano all’interno dello “Zajc” – il cui edificio teatrale simboleggia la massima espressione culturale della città –, è inteso come un trattamento a dir poco sfavorevole per la compagnia. Ne emerge che venga considerata più da fanalino di coda dell’ente fiumano che da una sezione teatrale unica nel suo genere?
“Capisco l’osservazione e le critiche, però vi assicuro che non è così: all’interno dello ‘Zajc’ il Dramma Italiano è completamente paritario al Dramma Croato e a tutte le altre sezioni artistiche. Il DI c’è, ci sarà e si farà valere sempre di più. Per farlo occorre la partecipazione di tutta la CNI, sia sotto forma di abbonamenti, sia di partecipazione sia di adesione agli spettacoli. Lo ‘Zajc’ considera pienamente la componente teatrale italiana, basti pensare allo slogan per la stagione 2018/19, che è ‘Esercitazione alle diversità’ (Vježbanje različitosti)”.

Ottimismo per il 2020
Però tutto ciò è solamente a livello di marketing, un semplice espediente pubblicitario. Non c’è nulla di tangibile o di fattibile. È un discorso che include non solo lo ‘Zajc’, ma l’intera macchina organizzativa di Fiume Capitale Europea della Cultura 2020?
“In cuor mio, spero non sia vero, anche se allo stesso modo non posso confermare che non sia così. Per arrivare ai fatti occorre giungere al 2020. Fino a quel momento, spero che il DI congiuntamente a tutta la cultura italiana di queste terre, trovi il giusto posto all’interno di Fiume CEC. Da parte mia non vedo l’ora che ciò accada e spero che la nostra realtà comunitaria ottenga la giusta rilevanza nell’ambito di questo progetto. Non prometto niente, ma presumo che sarà così”.
Il Dramma Italiano partecipa a Fiume CEC 2020?
“Sì, partecipa attivamente, però preferisco non parlarne. Ne riparleremo a tempo debito, quando avrò la sicurezza che tutto ciò che ho programmato sarà realizzato”.
“Gli imbianchini non hanno ricordi” è stato annunciato come lo spettacolo per festeggiare l’attività teatrale dell’attrice Elvia Nacinovich, che dopo 45 anni di servizio, ha raggiunto la meritata quiescenza.
“Purtroppo Elvia Nacinovich non prenderà parte allo spettacolo, che sarà realizzato solamente con le forze interne del DI, senza esterni. La causa di tale scelta è dovuta a motivi personali di Elvia Nacinovich, ma anche, in parte, a motivi economici”.

Chi va e chi viene…
Parliamo un po’ dell’organigramma del Dramma Italiano. Il posto creatosi con l’uscita di scena di Rosanna Bubola è stato ricoperto da Serena Ferraiuolo. Che cosa accade ora con il posto vacante creatosi con la quiescenza di Elvia Nacinovich?
“I dettegli delle assunzioni, sono una scelta che compete al sovrintendente Marin Blažević. Al momento vige il desiderio che questo posto rimanga al Dramma e in futuro sarà certamente rimpiazzato”.
Di recente ha ritirato il premio Giulio Marini per il miglior spettacolo del DI – andato alla pièce “I giganti della montagna” di Luigi Pirandello, per la regia di Paolo Magelli –. Condivide lo stesso nome con il noto e beneamato attore fiumano, Giulio Marini, che, ahimè, è stato ingiustamente relegato al dimenticatoio da parte dall’intero Teatro ‘Zajc’. Il Dramma Italiano ha in piano qualcosa per dare il giusto contributo a mantenere viva la sua memoria?
“Esiste il premio Giulio Marini, e quindi non possiamo dire che sia finito nell’oblio da parte dello ‘Zajc’. So che è stato amatissimo dai fiumani e dall’intera Comunità Nazionale Italiana. È un attore che ha fatto la storia del DI e so che c’era l’idea di allestire una mostra in suo onore, curata da Laura Marchig. Che cosa sia successo poi non lo so. Non escludo però la possibilità che questa sia realizzata sotto la mia direzione”.
Ora che ha assunto l’incarico di direttore della compagnia continuerà a fare l’attore?
“Continuerò a recitare solo con i Teatri con i quali ho stabilito degli accordi prima di prendere in mano le redini del Dramma. Però non ho intenzione di intraprendere altre nuove produzioni in veste di attore”.

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