Melodie senza tempo accendono Palazzo Modello

In occasione della Festa della musica, celebrata in oltre 120 Paesi, il sodalizio fiumano ha ospitato su iniziativa del Consolato Generale d’Italia a Fiume il soprano Simona Bertini e il Maestro Aliano Frediani

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Melodie senza tempo accendono Palazzo Modello
Il Maestro Aliano Frediani e Simona Bertini. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

L’elegante Salone delle Feste di Palazzo Modello ha ospitato, la scorsa sera, il concerto “La dolce vita in musica”, appuntamento centrale delle celebrazioni per la Festa della musica 2025 a Fiume, promosse dal Consolato Generale d’Italia. L’appuntamento ha registrato una partecipazione ampia e attenta, con la sala gremita in ogni ordine di posti. Presenti, tra gli altri, i presidenti delle Comunità degli Italiani di Abbazia e Draga di Moschiena, rispettivamente Sonja Kalafatović e Riccardo Staraj, nonché una folta delegazione di giovani italiani provenienti da tutta la Penisola, coinvolti nelle commemorazioni del Giorno del Ricordo.

Ad aprire la serata, le parole di Enea Dessardo, presidente del sodalizio fiumano, il quale ha accolto il pubblico con un intervento semplice e sentito, sottolineando il valore della musica come linguaggio immediato e universale. A seguire, la Console Generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, ha richiamato lo spirito della Festa della musica, celebrata ogni anno in più di 120 Paesi, e l’importanza di promuovere la lingua, la cultura e le espressioni artistiche italiane attraverso iniziative aperte e inclusive. Un riferimento è stato fatto anche all’origine di questa ricorrenza, nata nel 1976 su iniziativa di Joël Cohen, con l’intento di festeggiare il solstizio d’estate attraverso la musica, in un gesto collettivo e partecipato.

Enea Dessardo e Iva Palmieri.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Un programma costruito con equilibrio
Il concerto, affidato al pianoforte di Aliano Frediani e alla voce del soprano Simona Bertini, ha proposto un percorso musicale articolato, senza forzature, che ha saputo alternare stili e repertori con coerenza. L’apertura è stata dedicata ad alcune delle più celebri composizioni di Ennio Morricone – “Metti una sera a cena”, “C’era una volta il West”, “Nuovo Cinema Paradiso” e “Nella fantasia”, che hanno introdotto un’atmosfera evocativa, capace di risvegliare la memoria collettiva e suscitare un’immediata partecipazione condivisa. A seguire, un medley firmato Ludovico Einaudi e il tema di “La vita è bella” di Nicola Piovani hanno ampliato il registro emotivo del programma, consolidando un dialogo costante tra il palco e la sala, sostenuto da una scelta di brani pensata per valorizzare la narrazione musicale. Il repertorio ha incluso anche alcune incursioni internazionali, tra cui “Moon river” di Henry Mancini e “Summertime” di George Gershwin, eseguite con attenzione al carattere originale delle composizioni. “She” di Charles Aznavour e “La vie en rose” di Édith Piaf hanno introdotto atmosfere parigine, restituite con equilibrio. Uno dei momenti più raccolti della serata è stato l’ascolto di “Hallelujah” di Leonard Cohen, seguito dalle celebri arie “O mio babbino caro” di Puccini e “Habanera” dalla “Carmen” di Bizet, che hanno dato spazio alla dimensione lirica del concerto. La parte finale dell’evento ha reso omaggio alla tradizione della canzone italiana. Tre brani del repertorio napoletano e popolare – “Dicintencello vuje”, “’I’ te vurria vasà’” e “Volare” di Domenico Modugno – hanno incontrato il favore del pubblico, che ha accolto con entusiasmo la scelta di chiudere il programma ufficiale con un brano così iconico. Due momenti fuori programma, “Jamme jamme ja” di Raffaele Viviani e “’O Sole mio” di Eduardo Di Capua, hanno suggellato la serata, che si è chiusa tra applausi prolungati.

Le voci degli artisti
Al termine dell’esibizione, Simona Bertini ha espresso la propria gratitudine per l’accoglienza ricevuta e per l’attenzione mostrata dal pubblico fino all’ultima nota. Ha raccontato di aver voluto costruire un repertorio capace di abbracciare culture e linguaggi diversi, pur mantenendo un filo conduttore coerente attraverso l’impostazione vocale. “Non ci aspettavamo un pubblico così caloroso – ha dichiarato – e siamo rimasti colpiti dalla partecipazione che si è creata fin da subito. La musica, per noi, è un mezzo per comunicare emozioni autentiche. Alcuni brani sono stati anche rivisitati, proprio per rafforzare questa idea di dialogo diretto e personale con chi ascolta”. Anche il Maestro Frediani ha voluto sottolineare l’importanza della condivisione come elemento centrale della serata – “Credo molto nella possibilità di presentare la musica, anche quella considerata più ‘colta’, in un modo che sia accessibile, senza banalizzare. Quello che ci guida è il desiderio di creare ponti, tra generi, tra epoche, tra pubblici diversi”.

Due artisti, un linguaggio condiviso
Il soprano toscano Simona Bertini si è affermata a livello internazionale grazie a una vocalità cristallina e un’intensità interpretativa rara. Vincitrice di concorsi come il “Puccini”, il “Mascagni”, l’”As.Li.Co.”, lo “Spoleto Corradetti” e le “Voci Verdiane” di Busseto, ha debuttato al Teatro Verdi di Trieste e ottenuto il Fiorino d’Oro a Firenze. È stata protagonista in titoli d’opera quali “La Bohème”, “Falstaff”, “Cavalleria Rusticana”, “Don Giovanni”, “Norma” e “Don Carlo”, esibendosi in teatri di primo piano in Europa, Egitto, Brasile e Giappone. Accanto a lei, il pianista Aliano Frediani, diplomato al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, vanta un repertorio di oltre 15mila brani in otto lingue. Accompagnatore di celebri voci liriche, ha collaborato con il Teatro Comunale di Firenze, la Fondazione Puccini e artisti del calibro di Bocelli, Dalla, Al Bano e Nannini. Compositore e arrangiatore, ha firmato produzioni discografiche di successo in Italia e fuori dai suoi confini, distinguendosi per la versatilità e la sensibilità musicale.

Il Salone delle Feste gremito in ogni ordine di posti.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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